Tommaso d'Aquino, commentando Paolo di Tarso, dice che la fede, a differenza della scienza espressa dalla ragione umana conduce in captivitatem omnem intellectum, cioè rende l'intelletto prigioniero di un contenuto che non è evidente, e che quindi gli è estraneo (alienus), sicché l'intelletto è inquieto (nondum est quietatus) di fronte alla scienza, nei cui confronti si sente "in infirmitate et timore et tremore multo". Dov'è finita questa prudenza tomista che non concede di identificare immediatamente la fede con la verità? E se i cattolici sono già in possesso della verità che senso ha per loro studiare e insegnare filosofia se la verità che la filosofia si propone di cercare già la possiedono? Cosa rispondono ad Heidegger là dove scrive che quando la filosofia è accompagnata da un aggettivo, come è il caso di una "filosofia cristiana" ci si trova di fronte a un circolo quadrato o, come vuole l'espressione di Heidegger a un "ferro ligneo"? E infine che tipo di dialogo è possibile con un cristiano, se questi è già convinto di possedere la verità?
Quando dissi alla gente nordirlandese che ero ateo, una donna durante la conferenza si alzò in piedi e disse: "Sì, ma è nel Dio dei Cattolici o in quello dei Protestanti che lei non crede?".
Va riconosciuto che al cospetto di Karol Wojtyla persino il mondo dei non cattolici è stato obbligato, eccezion fatta per qualche residuo, a mettere in soffitta toni, argomenti e stilemi del tradizionale anticlericalismo e anzi ad emendarsi non senza qualche fatica e sofferenza da essi.
Uno sguardo alla statistica professionale di un paese di confessioni miste ci mostra con sorprendente frequenza un fenomeno che fu discusso più volte e vivacemente nella stampa, nella letteratura, e nei congressi cattolici della Germania: il carattere prevalentemente protestante della proprietà e dell'impresa capitalistica e delle élites operaie più colte, e specialmente del più alto personale tecnico o commerciale delle imprese moderne.
Quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".
C'è un femminismo estremista che non amo. Soprattutto per due suoi aspetti. Il primo: l'ostilità verso l'uomo. Mi sembra che nel mondo ci sia già troppo ostilità bianchi e neri, destra e sinistra, cristiani e non cristiani, cattolici e protestanti che non c'è bisogno di creare un altro ghetto. Il secondo: il fatto che sia un progresso per la donna moderna mettersi nella stessa condizione dell'uomo moderno il manager che fa affari, il finanziere, il politico senza vedere il lato assurdo e anche inutile di queste attività.
La libertà non è divisibile; buona nella politica o nella religione e non buona nell'economia o nell'insegnamento: tutto è solidale. Vedo che certi cattolici sociali ora sarebbero disposti ad abbandonare la libertà economica e non comprendono che essi così abbandonano la libertà in tutti i campi, anche quello religioso.
Spero che i cattolici riprendano coraggio, senza bisogno di cercare a sinistra alleati infidi né a destra collaboratori malevoli, ma curando di essere se stessi, affrontando le difficoltà che la vita stessa impone.
La missione del cattolico in ogni attività umana, politica, economica, scientifica, artistica, tecnica è tutta impregnata di ideali superiori, perché in tutto vi si riflette il divino.
Frasi sui cattolici
DiLuigi Sturzo
La necessità per essere cattolici è che tutte le affermazioni che l'uomo fa devono essere ragionevoli. Ragionevole è corrispondenza al cuore, alle esigenze costitutive del cuore; corrispondenza al cuore si identifica anche con l'eccezionalità, l'eccezionalità come aspetto di un'esperienza.
Cattolici per modo di dire, mai conosciuto in vita mia, qui, un cattolico vero: e sto per compiere novantadue anni... C'è gente che in vita sua ha mangiato magari una mezza salma di grano maiorchino fatto ad ostie: ed è sempre pronta a mettere la mano nella tasca degli altri, a tirare un calcio alla faccia di un moribondo e un colpo a lupara alle reni di uno in buona salute.
Un prete cattolico che violenti fanciulle... è molto meno pericoloso per la democrazia di un prete senza abiti sacri, un prete senza religione grossolana, un prete ideale e democratico che predica la creazione di un nuovo Dio. Poiché smascherare il primo prete è facile, non è difficile condannarlo e scacciarlo ma il secondo non si lascia scacciare così semplicemente; è mille volte più difficile smascherarlo, e nessun piccolo borghese "Fragile e incostante" si dichiarerà disposto a condannarlo.
Capii che nel mio pensiero, nel mio linguaggio, nel mio passato, in quello che mi restava da vivere, io ero una libertà, e che era giunta la mia ora di sparire insieme alle altre. Molti cattolici seguirono una linea diversa e, separandosi da tutto quello che avevano detto e fatto, si prostrarono con devozione davanti al potere assoluto. Questo scisma che non mi sento proprio di definire un'apostasia è sempre stato per me un grande mistero e un grande dolore.
[Testament du Père Lacordaire, 1870]
Mi sveglio la mattina con la croce al collo, mi rendo conto di quali vicende dovrò affrontare portandola addosso, e mi chiedo "cosa direbbero di me i cattolici e i cristiani, visto che porto la croce fra casini e sbronze di questo genere? - ma cosa direbbe Gesù se andassi da lui e gli dicessi 'Posso portare la Tua croce in questo mondo così com'è'?". Qualunque cosa accada, posso portare la tua croce? - ci sono molti tipi di purgatori, no? "...non ciecamente influenzato...".
I cattolici e i comunisti hanno commesso grandi crimini, ma alla fine non si sono fatti da parte, come in una società costituita, e sono rimasti indifferenti.
Quanto al contenuto di questa coscienza individuale, che i direttori del Rinnovamento intendono mantenere, non si può essere neppure d'accordo con loro. Essi, cattolici, intendono collaborare con gli acattolici alla scienza; alla scienza intesa alla Loisy: studio positivo del fatto religioso considerato nel suo aspetto umano, ossia come stato di coscienza, con tutte le ripercussioni nella vita sociale; ricerca di una filosofia capace di valutare il fatto religioso come mediazione tra il finito e l'infinito. In questo studio e in questa ricerca il loro cattolicesimo non vale come verità, ma come esperienza vissuta.
Inutile, perciò, e peggio che inutile, lamentare la poca religiosità o intimità del cattolicesimo. Il cattolicesimo è quale deve essere: la sua forza è appunto in quell'equilibrio che non si mantiene se non a spese della pietà, da una parte, come dell'organizzazione sociale dalll'altra: dell'intimità così come dell'esteriorità, della libertà come dell'autorità. Non c'è che fare: bisogna piegare il capo. Ribellarsi è da bambini che ancora non sono capaci d'intendere la ferrea necessità della vita.
Noi vogliamo essere, e ci vantiamo di essere, cattolici e buoni cattolici. Ma la nostra intransigenza non tollera confusioni di sorta [...] Nel nostro operare di italiani, di cittadini, di combattenti - nel nostro credere, obbedire, combattere - noi siamo esclusivamente e gelosamente fascisti.
Gli italiani hanno generalmente deciso di fingere obbedienza e poi fare come gli pare, sviluppando un'ipocrisia collettiva che non ha uguale neanche negli altri paesi cattolici.
Gli italiani hanno imparato a convivere con una doppia morale, necessaria per conciliare l'esistenza eterna con quella quotidiana, i peccati con i desideri, l'apparenza con la realtà, la morale con il moralismo. [ ] Per cui sì, gli italiani saranno "cattivi"; fino a quando, fingendo di essere cristiani, saranno cattolici senza via di scampo e senza Stato.
È arrivato il momento per i cattolici di passare ai barbari [il proletariato], cioè alla democrazia, al partito del popolo. Dietro alla rivoluzione politica c'è una rivoluzione sociale: lavoro, riposo, salario. D'altra parte far intervenire lo Stato per far tariffare il lavoro, vuol dire rovinare l'industria.
Bisogna quindi formare un'associazione di mutuo incoraggiamento per i giovani cattolici, dove si trovi amicizia, sostegno ed esempi, dove si possa trovare un simulacro della famiglia religiosa nella quale si sia stati nutriti. Il legame più forte è la carità: e la carità non può esistere nei cuori di più senza espandersi all'esterno. La fede e la virtù non hanno bisogno dell'associazione per conservarsi, ma solamente per svilupparsi. Occorre che ci siano contatti più frequenti, che ci diano una lodevole emulazione per il bene, e che ci rendano comunque la gioia dei successi di ciascuno.
[A Leonce Curnier, 4 novembre 1834]
Cosa più esserci di più importante dellaccoglienza? Vorrei ricordare ai cattolici, e io sono tra questi, di ricordarsi più spesso di essere anche cristiani. Il vero tempio è la comunità umana.