È una benedizione questa lieve brezza | che soffia dai campi verdi e dalle nuvole | e dal cielo: mi batte sulla guancia | quasi consapevole della gioia che dà. | Benvenuta messaggera, benvenuta amica, | ti saluta un prigioniero che esce da una casa | servile, affrancato dalle mura di codesta città, | un carcere che a lungo l'ha serrato. | Ora sono libero, emancipato, all'aria aperta, | posso prendere casa dove mi piace.
Credi che sia facile, | credi che sia semplice, | vai a farti fottere, | credi che sia | una storia semplice, | cielo senza nuvole, | un amore utile, | sempre alla ricerca... Dov'è?!
L'uomo libero è come una nuvola bianca. Una nuvola bianca è un mistero; si lascia trasportare dal vento, non resiste, non lotta, e si libra al di sopra di ogni cosa. Tutte le dimensioni e tutte le direzioni le appartengono. Le nuvole bianche non hanno una provenienza precisa e non hanno una meta; il loro semplice essere in questo momento è perfezione.
Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l'assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione.
Ridiamo come le montagne non appena gli voltiamo le spalle, ogni volta che sono sicure che nessuno le veda. Come il mare che si ostinano a chiamare furioso mentre le tempeste non sono che i suoi sghignazzi. Come le nuvole che se piangono pioggia è solo per il gran ridere. Come il vento che non fa che sganasciarsi e soffia soltanto perché deve riposare il respiro.
Sei anni fa, in campagna, guardando il sole che tramontava dietro nuvole che sembravano tratti di penna un po' spento, un po' strabico, come ingabbiato qualcuno disse: "Occhio di capra: domani piove". Non lo sentivo dire da molti anni. Annotai l'espressione su un foglietto; e così ogni volta da allora che ne sentivo o ne ritrovavo nella memoria altre di uguale originalità e lontananza. Foglietto su foglietto, le "voci" hanno fatto libro: esile quanto è (e quanto si vuole), ma per me "importante". Da un certo punto di vista lo si può considerare, come ora di dice in accademia, un lavoro "scientifico": per me lo è, ma di quella "scienza certa" che è l'amore al luogo in cui si è nati, alle persone, alle cose, alle parole di cui la nostra vita, nell'infanzia e nell'adolescenza si è intrisa.
I naturalisti non hanno davvero nessuna colpa se gli uomini mancano di auto comprensione. Giordano Bruno è stato bruciato perché diceva che gli uomini sono, insieme al loro pianeta, solo un granello di polvere fra innumerevoli altre nuvolette di polvere.
Lo status della verità intesa in senso oggettivo, come corrispondenza ai fatti, con il suo ruolo di principio regolativo, può paragonarsi a quello di una cima montuosa, normalmente avvolta fra le nuvole. Uno scalatore può, non solo avere difficoltà a raggiungerla, ma anche non accorgersene quando vi giunge, poiché può non riuscire a distinguere, nelle nuvole, fra la vetta principale e un picco secondario. Questo tuttavia non mette in discussione l'esistenza oggettiva della vetta; e se lo scalatore dice "dubito di aver raggiunto la vera vetta", egli riconosce, implicitamente, l'esistenza oggettiva di questa.
Nella regione rossa e in parte della regione grigia dell'Oklahoma le ultime piogge erano state benigne, e non avevano lasciato profonde incisioni sulla faccia della terra, già tutta solcata di cicatrici. Gli aratri avevano cancellato le superficiali impronte dei rivoletti di scolo. Le ultime piogge avevano fatto rialzare la testa al granturco e stabilito colonie d'erbacce e d'ortiche sulle prode dei fossi, così che il grigio e il rosso cupo cominciavano a scomparire sotto una coltre verdeggiante. Agli ultimi di maggio il cielo impallidì e perdette le nuvole che aveva ospitate per così lungo tempo al principio della primavera. Il sole prese a picchiare e continuò di giorno in giorno a picchiar sempre più sodo sul giovane granturco finché vide ingiallire gli orli d'ogni singola baionetta verde. Le nuvole tornarono, ma se ne andarono subito, e dopo qualche giorno non tentarono nemmeno più di ritornare. Le erbacce si vestirono d'un verde più scuro per mascherarsi alla vista, e smisero di moltiplicarsi. La terra si coprì d'una sottile crosta dura che impallidiva man mano che il cielo impallidiva, e risultava rosa nella regione rossa, bianca nella grigia.
[Sull'Etna] Davanti a noi una spessa nuvola si leva lentamente come una cortina bianca che sale e che sorge dalla terra. Avanziamo ancora qualche passo, naso e bocca avvolti, per non essere soffocati dallo zolfo, ed all'improvviso, davanti ai nostri piedi, si apre un prodigioso, uno spaventevole abisso, di quasi cinque chilometri di circonferenza.
Se una nuvola che non sia molto oscura fia opposta al sole, potremo veder il corpo del sole, per rispetto della nuvola che tempera lo splendore de' raggi. Così ancora il Signore Dio, cioè il Verbo Eterno del Padre, si ha opposta la nuvola non molto oscura, acciocché potessimo conoscere la sua divinità.
Fui giovane e felice un'estate, nel cinquantuno. Né prima né dopo: dell'estate. E forse fu grazia del luogo dove abitavo, un paese in figura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo; metà ristretto su uno sprone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi; con tante scale fra le due metà, a far da pacieri, e nuvole in cielo da un campanile all'altro, trafelate come staffette dei Cavalleggeri del Re... che sventolare, a quel tempo, di percalli da corredo e lenzuola di tela di lino per tutti i vicoli delle due Modiche, la Bassa e la Alta; e che angele ragazze si spenzolavano dai davanzali, tutte brune. Quella che amavo io era la più bruna.
Non nel soggetto del quadro o nella tecnica del pittore sta la difficoltà dei puzzle, ma nella sapienza del taglio, e un taglio aleatorio produrrà necessariamente una difficoltà aleatoria, oscillante fra una facilità estrema per i bordi, i particolari, le macchie di luce, gli oggetti ben definiti, le pennellate, le transizioni, e una difficoltà fastidiosa per tutto il resto: il cielo senza nuvole, la sabbia, i prati, i coltivi, le zone d'ombra.
Non aver casa vuol dire avere la cultura della strada, per capire il cielo e le nuvole, per conoscere le erbe e i frutti, per guidare il carretto o la macchina, per farsi obbedire dal cavallo ed evitare i poliziotti. Scrivere comporta tempo, anche per le chiacchiere di un concerto. Ma è meglio non scrivere una frase intera piuttosto che togliere una sola parola che dia il senso a una frase.
Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano | cosa importa se sono caduto se sono lontano | perché domani sarà un giorno lungo e senza parole | perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole.
Vanno bene per gli angeli le ali, a un uomo pesano. A un uomo per volare deve bastare la preghiera, quella sale sopra le nuvole e piogge, sopra soffitti e alberi. La nostra mossa di volo è la preghiera.
Danzerò di notte con le nuvole | sfiderò la sorte senza piangere | come se fosse pioggia, come se fosse aria | per rendere la vita | più semplice di quel che è. (da Con le nuvole)
Il mio incontro con Pasolini fu bello. In un primo tempo voleva utilizzarmi per un'opera che doveva rappresentare alla Piccola Scala di Milano, cosa che poi non fece. Recitai invece nell'episodio "Cosa sono le nuvole", e dal titolo del film nacque anche una canzone, che scrivemmo insieme. È una canzone strana: mi ricordo che Pasolini realizzò il testo estrapolando una serie di parole o piccole frasi dell'Otello di Shakespeare e poi unificando il tutto.
Le nuvole tanto attese si ammassano finalmente sopra la tua testa, il cielo nero si apre come un otre squarciato, la pioggia finalmente cade, ma avvicinandosi alla terra troppo bollente le gocce esplodono, esplodono appena sopra le tue mani tese, la tua bocca aperta, le tue labbra spellate, come se la Terra fosse diventata il sole in persona, e risalgono in getti di vapore per ricostituire le nuvole che il vento spinge altrove; allora sì, allora sai cos'è l'inferno.
Tutto procede come al solito. Le onde sono roche a forza di ripetere il loro mistero; la sabbia si ammucchia sulla riva; gli uccelli marini si librano nell'aria e volteggiano,; venti e nuvole continuano il loro volo che non lascia tracce; nel chiarore lunare i bracci bianchi rivolgono un cenno al paese invisibile e lontano.