Avevo l'abitudine di dire agli intervistatori che scrivevo tutti i giorni eccetto Natale, il Quattro Luglio, e il giorno del mio compleanno. La verità è che quando scrivo, scrivo tutti i giorni, fanatico o no. Ciò significa anche il giorno di Natale, il Quattro Luglio, e il giorno del mio compleanno.
Ho capito di colpo che cosa è oggi il Movimento Studentesco. Esso è un movimento politico la cui ascesi consiste nel fare. È qualcosa di più e di diverso dal pragmatismo talvolta ricattatorio sotto il cui segno il Movimento Studentesco è cominciato: pragmatismo che non trascendeva ancora se stesso in una specie di religione di se stesso: ma era un semplice dato, non privo, nei casi peggiori (il fanatismo per Che Guevara) di vecchia retorica piccolo borghese. Ora, per la prima volta, che io sappia, nella storia il Credere nasce dal Fare: mentre dal tempo della Bibbia, attraverso San Paolo fino ai giorni nostri, il Fare non era che l'altra faccia del Credere.
Mi piace avere un rapporto diretto con i fan, ma ho paura del fanatismo, una paura che è molto più grande di quella rappresentata dall'eventualità di essere inghiottito un'altra volta dall'anonimato.
Qualcosa che è molto negativo può anche essere positivo. Se gli ebrei non avessero il fanatismo non sarebbero esistiti. Non c'è male senza il bene. Gli ebrei hanno bisogno del fanatismo. Quello che viene chiamato fanatismo ebraico ha più a che fare con l'autodifesa. Fu attraverso la loro religione che gli ebrei furono riuniti e mantenuti insieme.
Mettiamola così: dovessi riscrivere il mio ben pagato commento, alla luce delle parole di Grillo e delle mail invelenite che ho ricevuto, aggiungerei qualche preoccupazione in più sulla totale assenza di dubbi e sulla sicumera settaria che rischia di catalizzarsi attorno a Beppe. Intelligenza e passione sono virtù, rompere gli schemi pure, ma il fanatismo è un vizio tra i peggiori. Anche il Dalai Lama accetta critiche.
Un'idea morta produce più fanatismo di un'idea viva; anzi soltanto quella morta ne produce. Poiché gli stupidi, come i corvi, sentono solo le cose morte.
Un contenuto senza metodo porta al fanatismo; un metodo senza contenuto fa disquisire a vuoto; una materia senza forma porta a un sapere ponderoso; una forma senza materia a un vuoto vaneggiare.
Sono un criminale? Il mondo sa che io non sono un criminale. Per cosa stanno cercando di mettermi in carcere? In questa società si è perso il senso comune a causa di fanatismi religiosi e dogma.
Non va bene dire a un ateo che è un ateo, o attribuire a chi nega l'immortalità l'infamia di negarla, o pensare che si possa costringere un avversario ad ammettere di aver torto dimostrandogli che ha torto in base ai principi di qualcun altro, e non ai suoi. [...] È questo il senso di una massima attribuita al grande san Luigi, re di Francia, che le persone superficiali citano come un esempio di fanatismo; il senso è che con un infedele si deve o discutere come un vero filosofo sa fare, oppure "infilargli in corpo una spada più profondamente che si può."
Zola con la sua audacia ha destato il fanatismo nel pubblico sonnolento. Lodano soprattutto in lui lo scamiciato. Ci trovano non solo la realtà purificata di ogni retorica, ma tutta la realtà, anche la realtà indecente, anche l'argot. E chi ne piglia scandalo si turi le orecchie, solo tra' mille avidi, a giudicarne dalle numerose edizioni. Quale romanzo francese ha avuto il successo dell'Assommoir e del Ventre di Parigi? Neppure l'ultimo libro di Victor Hugo.
L'islamismo può esistere solo come religione ufficiale; quando lo si ridurrà allo stato di religione libera e individuale, perirà. L'islamismo non è solo una religione di Stato, come è stato il cattolicesimo in Francia sotto Luigi XIV, come lo è ancora in Spagna, è la religione che esclude lo Stato. Là risiede la guerra eterna, la guerra che cesserà solo quando l'ultimo figlio d'Ismaele sarà morto di miseria o sarà stato relegato dal terrore in fondo al deserto. L'Islam è la più completa negazione dell'Europa; l'Islam è il fanatismo, come la Spagna dell'epoca di Filippo II e l'Italia dell'epoca di Pio V hanno conosciuto appena; l'Islam è il disdegno della scienza, la soppressione della società civile; è la spaventosa semplicità dello spirito semitico, che restringe il cervello umano, chiudendolo a ogni idea delicata, a ogni sentimento fine, a ogni ricerca razionale, per metterlo di fronte a una eterna tautologia: Dio è Dio. (dal discorso Che cos'è una nazione?)
Io le invettive non le lancio contro nessuno, non mi piace scagliare anatemi, gli anatemi sono espressione di fanatismo e c'è troppo fanatismo nel mondo.
Così, in molti casi, i più grandi delitti appaiono compatibili con la pietà e con la devozione superstiziosa. Così pure appare scorretto trarre qualsiasi netta conclusione a favore della moralità di un uomo dal fervore o dalla assiduità delle sue pratiche religiose, anche se è in buona fede. Anzi, i delitti più terribili alimentano i terrori superstiziosi e il fanatismo religioso.
Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che - nel loro rancore contro le religioni tradizionali come "oppio delle masse" - non possono sentire la musica delle sfere.