Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano | ma la sofferenza tocca il limite | e così cancella tutto e rinasce un fiore sopra un | fatto brutto | Siamo angeli con le rughe un po' feroci sugli zigomi | forse un po' più stanchi ma più liberi | urgenti di un amore, che raggiunge chi lo vuole | respirare.
Il motore del 2000 sarà bello e lucente | Sarà veloce e silenzioso, sarà un motore delicato | Avrà lo scarico calibrato e un odore che non inquina | Lo potrà respirare un bambino o una bambina. [ ] Ma seguendo le nostre cognizioni | Nessuno ancora sa dire come sarà, cosa farà | Nella realtà il ragazzo del 2000 | questo perché nessuno lo sa.
L'assalto del male è di breve durata; simile ad un temporale, passa, di solito, dopo un'ora. Chi, infatti, potrebbe sopportare a lungo quest'agonia? Ormai ho provato tutti i malanni e tutti i pericoli, ma nessuno per me è più penoso. E perché no? In ogni altro caso si è ammalati; in questo ci si sente morire. Perciò i medici chiamano questo male "meditazione della morte": talvolta, infatti, tale mancanza di respiro provoca la soffocazione. Pensi che ti scriva queste cose per la gioia di essere sfuggito al pericolo? Se mi rallegrassi di questa cessazione del male, come se avessi riacquistato la perfetta salute, sarei ridicolo come chi credesse di aver vinto la causa solo perché è riuscito a rinviare il processo.
Ridiamo come le montagne non appena gli voltiamo le spalle, ogni volta che sono sicure che nessuno le veda. Come il mare che si ostinano a chiamare furioso mentre le tempeste non sono che i suoi sghignazzi. Come le nuvole che se piangono pioggia è solo per il gran ridere. Come il vento che non fa che sganasciarsi e soffia soltanto perché deve riposare il respiro.
Guarda sempre in faccia il mondo e non avere paura di niente | non abbassare lo sguardo di fronte alla gente | potranno dirti bugie potrenno prenderti in giro | è una partita che si gioca all'ultimo respiro.
Il lavoro di quei volontari è simile a quello di chi tenta di travasare il mare con un cucchiaio, ma la speranza che si respira in quel posto, seppure sia solo un cucchiaio, è veramente più grande del mare.
Frasi sul respiro
DiLorenzo Cherubini
I maniscalchi ci davano a manovrare la leva del mantice che soffiava sul fuoco cupi respiri di organo. Il cavallo stava fuori legato alla boccola del morso con le vene che il vento freddo rabbrividiva sotto la pelle. Si scalfiva l'unghia fino a ritrovare l'anima bianca e tenera. Il ferro rosso premuto sulla pianta dello zoccolo ci saziava di fumo e di odore.
Ogni grande lavoro artistico... riaccende e riadatta il tempo e lo spazio, e la misura del suo successo è l'estensione per la quale si viene portati ad essere abitanti di quel mondo - l'estensione per la quale si viene invitati e si lascia che si respiri la sua strana, speciale aria.
Sono molto concentrata sul lavoro. Io creo in continuazione. Sono una ragazza molto occupata. Vivo e respiro il mio lavoro. Amo quello che faccio. Credo nel messaggio che mando. Non conosco soste. Non ho creato la fama, la fama ha creato me.
Ti amo terribilmente,
se sbocciasse un fiore ogni volta che ti penso,
ogni deserto ne sarebbe pieno
Potrei dimenticarmi di respirare ma non di pensare a te.
Il grande amore non si può vedere né toccare, si può sentire solo con il cuore.
L'amore non dà nulla se non se stesso, non coglie nulla se non da se stesso.
L'amore non possiede ne è posseduto: l'amore basta all'amore.
Il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta. Respiriamo la stessa aria. Ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli. E siamo tutti mortali.
Forse non c'è un posto reale chiamato inferno. Forse l'inferno è solo ascoltare i nostri nonni che respirano con il naso mentre stanno mangiando panini.
Sia che discenda nel mezzo dei fiumi del frutteto, o che s'insinui nel canneto, questo respiro che tu credi essere il vento è esalato dal dio seduto lassù sulla collina, in mezzo alle piante di salvia del cielo.
Metodo - Non fate periodi che separino frasi-strutture già confuse arbitrariamente da falsi punti e da timide virgole per lo più inutili, ma servitevi di un energico spacco che separi il respiro retorico (come il musicista di jazz prende fiato tra le varie sonate).
La mattina dopo Harry si svegliò in un sacco a pelo sul pavimento del salotto. Una striscia di cielo era visibile tra le tende pesanti; aveva il colore azzurro fresco e limpido d'inchiostro annacquato, era tra la notte e l'alba e tutto taceva, tranne i respiri profondi e tranquilli di Ron e Hermione. Harry guardò le sagome scure che si disegnavano sul pavimento accanto a lui. Ron, in uno slancio di galanteria, aveva insistito perché Hermione dormisse sui cuscini tolti dal divano, quindi lei era più in alto. Il braccio le ricadeva sul pavimento, le dita a pochi centimetri da quelle di Ron. Forse si erano addormentati tenendosi per mano.
O primo ed unico amore della mia vita, o mia Pisana, tu pensi ancora, tu palpiti, tu respiri in me ed intorno a me! Io ti veggo quando tramonta il sole, vestita del tuo purpureo manto d'eroina, scomparir fra le fiamme dell'occidente, e una folgore di luce della tua fronte purificata lascia un lungo solco per l'aria quasi a disegnarmi il cammino.
Io son colui che urla nella notte;
Io son colui che geme nella neve;
Io son colui che mai vide la luce;
Io son colui che ascende dall'abisso.
E il mio cocchio è il cocchio della Morte,
Le mie ali son ali di paura,
Il mio respiro è il soffio del maestrale
E le mie prede sono i freddi morti.
Fotografare è trattenere il respiro quando le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace; a questo punto l'immagine catturata diviene una grande gioia fisica e intellettuale.
Quando te ne stai lì da solo, davanti alla macchina da scrivere, e ogni nuovo racconto che scrivi è un'opportunità per il mondo di valutare se ce la fai ancora o no, tutto quello che hai sono l'arroganza, la stima di te e una respirazione profonda.
Occorre dare nuovo respiro all'Europa, rivitalizzando le sue radici giudaico-cristiane. A condizione però che non si pretenda di innaffiarle con l'acido muriatico del pregiudizio ideologico e della strumentalizzazione politica dei valori religiosi. A parti invertite, è esattamente quello che fanno gli estremisti islamici: che, infatti, puntano esclusivamente alla conquista del potere.
Sì, Milano è proprio bella, amico mio, e credimi che qualche volta c'è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni, e restare al lavoro. Ma queste seduzioni sono fomite, eccitamento continuo al lavoro, sono l'aria respirabile perché viva la mente; ed il cuore, lungi dal farci torto non serve spesso che a rinvigorirla. Provasi davvero la febbre di fare; in mezzo a cotesta folla briosa, seducente, bella, che ti si aggira attorno, provi il bisogno d'isolarti, assai meglio di come se tu fossi in una solitaria campagna. E la solitudine ti è popolata da tutte le larve affascinanti che ti hanno sorriso per le vie e che son diventate patrimonio della tua mente.
Siamo troppi. La guerra è una operazione malthusiana. C'è un di troppo di qua e un di troppo di là che si premono. La guerra rimette in pari le partite. Fa il vuoto perché si respiri meglio. Lascia meno bocche intorno alla stessa tavola. E leva di torno un'infinità di uomini che vivevano perché erano nati; che mangiavano per vivere, che lavoravano per mangiare e maledicevano il lavoro senza il coraggio di rifiutar la vita.
Andare a caccia di ricordi non è mai un bell'affare. Qualunque cosa trovi sulla tua strada rimane in ogni caso un nulla di fatto. Quelli belli non li puoi più catturare e quelli brutti non li puoi uccidere. E ogni respiro sembrava fatto d'aria malsana, quella che si ferma in gola e lascia un cattivo sapore in bocca.
Dimmi dove e quando ho iniziato a perderti dove e quando hai iniziato a perdermi dove e quando se non in questo letto di spine in una casa che non so e che non oso ascoltare mentre respira col mio respiro dove e quando potro dormire di nuovo senza incontrarti ancora e ancora e ancora.
Respirai profondamente. E adesso capivo, sì, già prima che cominciassi a leggere il mezzo colonnino sotto il titolo, il quale non parlava affatto di suicidio, s'intende, ma, secondo lo stile dei tempi, soltanto di disgrazia. (A nessuno era lecito sopprimersi, in quegli anni: nemmeno ai vecchi disonorati e senza più alcuna ragione di restare al mondo...)
Non finii di leggerlo, comunque. Abbassai le palpebre. Il battito del cuore ridiventava a poco a poco regolare. Aspettai che l'Elisa chiudesse dietro di sé la porta di cucina, e poi, quietamente, ma subito:
«È morto il dottor Fadigati», dissi.
[Explicit]