Vagabondavo solo come una nuvola | Che alta fluttua su valli e colline, | Quando a un tratto vidi una folla, | Una schiera di dorati narcisi | Lungo il lago e sotto gli alberi | Una miriade ne danzava nella brezza. | Fitti come le stelle che brillano | E sfavillano sulla Via Lattea, | Così si stendevano in una linea infinita | Lungo le rive di una baia. | Una miriade ne colse il mio sguardo | I fiori si lanciarono in una danza gioiosa | Lì presso danzavano le onde scintillanti, | Superate in letizia dai narcisi; | Un poeta non poteva che esser lieto | In così ridente compagnia. | Mirando e rimirando, pensai poco | Al bene che la vista mi recava: | Spesso quando me ne sto disteso, | Senza pensieri, o pensieroso, | Essi balenano al mio occhio interiore | Che rende la solitudine beata, | E allora il mio cuore si riempie di piacere, | e danzo con i narcisi.
Vieni, renderò il continente indissolubile,
creerò la più splendida razza su cui il sole abbia mai
brillato,
creerò divine terre magnetiche,
con l'amore dei compagni,
con il diuturno amore dei compagni.
Pianterò la fratellanza, folta come gli alberi lungo tutti
i fiumi dell' America, e lungo le sponde dei grandi laghi,
e su tutte le praterie,
renderò inseparabili le città con le braccia l'una al collo
dell'altra,
con l'amore dei compagni,
con il virile amore dei compagni.
Per te questi da parte mia, democrazia, per servirti, mia
donna!
Per te, per te faccio vibrare questi canti.
Sono esatto e d'argento, privo di preconcetti.
Qualunque cosa io veda subito l'inghiottisco
tale e quale senza ombre di amore o disgusto.
Io non sono crudele, ma soltanto veritiero -
quadrangolare occhio di un piccolo iddio.
Il più del tempo rifletto
sulla parete di fronte.
È rosa, macchiettata. Ormai da tanto tempo la guardo che la sento
un pezzo del mio cuore. Ma lei c'è e non c'è.
Visi e oscurità continuamente si separano.
Adesso io sono un lago. Su me si china una donna
cercando in me di scoprire quella che lei è realmente.
Poi a quelle bugiarde si volta: alle candele o alla luna.
Io vedo la sua schiena e la rifletto fedelmente.
Me ne ripaga con lacrime e un agitare di mani.
Sono importante per lei. Anche lei viene e va.
Ogni mattina il suo viso si alterna all'oscurità.
In me lei ha annegato una ragazza, da me gli sorge incontro
giorno dopo giorno una vecchia, pesce mostruoso.
«Ecco là quella Todd», dissi.
Homer Buckland osservò la piccola Jaguar che passava, e approvò col capo. La donna alzò la mano e salutò Homer. Homer fece un cenno di risposta con la sua grossa testa irsuta ma senza alzare la mano. La famiglia Todd aveva una grande casa per la villeggiatura sul lago Castle, e Homer era il loro guardiano da tempo immemorabile. Avevo una mezza idea che la seconda moglie di Worth Todd non gli piacesse nemmeno la metà di quanto gli era piaciuta la prima, Phelia Todd.
La Brianza è il paese più delizioso di tutta l'Italia, per la placidezza dei suoi fiumi, per la moltitudine dei suoi laghi, ed offre il rezzo dei boschi, la verdura dei prati, il mormorio delle acque, e quella felice stravaganza che mette la natura ne' suoi assortimenti.
Ho ascoltato il balletto Sylvia di Leo Delibes. In effetti, l'ho davvero ascoltato, perché è il primo balletto dove la musica non costituisce non solo una parte primaria, ma l'unico interesse. Che carisma! Che eleganza! Che ricchezza di melodie, ritmi e armonie! Mi vergogno. Se avessi conosciuto questa musica solamente poco dopo, certamente non avrei scritto Il lago dei Cigni.
Nel tardo pomeriggio di un giorno d'estate del 1946 arrivavo, al timone di una grossa barca a vela, nel porto di Oggebbio sul Lago Maggiore. L'inverna, il vento che nella buona stagione si alza ogni giorno dalla pianura lombarda e risale il lago per tutta la sua lunghezza, mi aveva sospinto, tra le dodici e le diciotto, non più in su di quel piccolo abitato lacustre, dove decisi di pernottare.
Molti, quando provano a leggere la Commedia, si impantanano nell'Inferno e immaginano che la visione di Dante sia quella di una stanza degli orrori: persone affondate nella merda a testa in su; persone affondate nella merda a testa in giù; e un lago di ghiaccio (il che suggerisce influenze arabe: è l'inferno musulmano), ma questo è solo l'inizio del viaggio, il punto di partenza.
Quelle che sono fiori leggeri son venute,
figurine d'oro, bellezze minute
dove iride diviene, debole luna Eccole
fuggire melodiose nel bosco rischiarato.
Di malva e d'iris e di notturne rose
le grazie nella notte, sotto la loro danza, schiuse.
Che velati profumi, da quelle dita d'oro!
Ma si sfoglia l'azzurro in questo morto bosco
e riluce a fatica un filo d'acqua sottile,
riposata, come tesoro pallido di antica
rugiada, da cui il silenzio in fiori sale. Eccoli
melodiosi fuggire nel bosco rischiarato.
Graziose quelle mani verso gli amati calici;
un po' di luna dorme sulle devote labbra
e le loro braccia splendide, dai gesti addormentati
dipanano piacevolmente sotto gli amici mirti
i fulvi loro vincoli, carezze Ma talune
del ritmo meno schiave e delle arpe lontane
verso un sepolto lago vanno con passo lieve
a bere dai gigli la gracile acqua in cui dorme l'oblio.
Secondo una teoria adottata, ogni atomo misurabile è differenziato da un fluido tenue, che riempie tutto lo spazio con un movimento circolare, come un vortice di acqua in un lago calmo. Mettendo in movimento questo fluido, l'etere, diviene materia. Arrestato il suo movimento, la sostanza primaria regredisce al suo stato normale. Quindi, sembra possibile per l'uomo, attraverso l'energia imprigionata del mezzo e degli agenti idonei, azionare o fermare il moto dell'etere provocando la formazione o la scomparsa della materia. Al suo comando, i vecchi mondi svanirebbero quasi senza alcun sforzo da parte sua, ed i nuovi verrebbero ad esistere.
A una certa età non vivi le notti milanesi... Poi laria inquinata, il traffico. Vivo sul Lago da dieci anni, sto benissimo, coltivo lorto e ho una barchetta per andare a pescare.
La musica mi trasporta in un mondo in cui il dolore non smette di esistere, ma si allarga, si placa, diventa insieme più calmo e più profondo, come un torrente che si trasforma in lago.
Addormentatosi lasino sopra il diaccio dun profondo lago, il suo calore dissolvé esso diaccio, e lasino sottacqua, a mal suo danno, si destò, e subito annegò.
Sono diventato la persona che sono oggi all'età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. È stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto. Nell'estate del 2001 mi telefonò dal Pakistan il mio amico Rahim Khan. Mi chiese di andarlo a trovare. In piedi in cucina, il ricevitore attaccato all'orecchio, sapevo che in linea non c'era solo Rahim Khan. C'era anche il mio passato di peccati non espiati. Dopo la telefonata andai a fare una passeggiata intorno al lago Spreckels. Il sole scintillava sull'acqua, dove dozzine di barche in miniatura navigavano sospinte da una brezza frizzante. In cielo due aquiloni rossi con lunghe code azzurre volavano sopra i mulini a vento, fianco a fianco, come occhi che osservassero dall'alto San Francisco, la mia città 'adozione. Improvvisamente sentii la voce di Hassan che mi sussurrava: Per te farei qualsiasi cosa. Hassan, il cacciatore di aquiloni.
Quasi al centro dello Stato di New York si estende una contrada formata da un succedersi di colline e di vallate. In questa regione, le acque di limpidi laghi e di migliaia di ruscelli si confondono per formare il fiume Susquehannah, uno dei più belli degli Stati Uniti. Qui nasce anche il fiume Delaware. In generale il terreno su quelle colline è arabile sino alla sommità: le valli sono strette, fertili, solcate da corsi d'acqua. Ricchi villaggi industriali sono sparsi sulle sponde dei laghi o dei corsi d'acqua che hanno facilitato la fondazione di fabbriche e di stabilimenti. Eppure, nella seconda metà del 1700, quel paese era ancora un deserto faticosamente dissodato da alcuni avventurieri, che venivano chiamati pionieri.
Coloro i quali non conoscono fonti più pure di verità, e che non hanno risalito il corso, restano fedeli, e saggiamente, alla Bibbia e alla Costituzione, e vi si abbeverano con riverenza e umiltà; ma coloro che la vedono sgocciolare in questo lago o in quella pozza, si mettono ancora una volta allopera, e continuano il pellegrinaggio verso la sorgente.
Sopra la costiera di una piacevole montagnetta, che tra Bardolino e Garda sorge alle sponde del Benaco, è posto Mirabello, luogo di delizia della marchesa di F*** dove è solita dimorare ogni anno buona parte della estate. Dall'un fianco guarda il bel piano, che irrigato è dal Mincio; dall'altro le Alpi altissime e i colli di Salò lieti di fresca e odorosa verdura; e sotto ha il lago, in cui si specchia, sparso qua e là di navigli e di care isolette.
Per essere grande, sii intero: non esagerare e non escludere niente di te. Sii tutto in ogni cosa. Metti tanto quanto sei, nel minimo che fai, come la Luna in ogni lago tutta risplende, perché in Alto vive.
Avanti ogni altro dio onoro in questa preghiera | Gea, la prima profetessa; Temide dopo di lei, | che seconda s'istallò in questa sede profetica | già di sua madre, come si narra. E terza | vi ascese per suo volere, non per violenza d'alcuno, | un'altra tirannide, Febe, figlia della Terra; | e questa la consegnò quale dono di genetliaco | a Febo, che appunto da Febe derivò tale nome. | Egli dunque, lasciato il lago e le rocce di Delo, | approdò alle rive di Pallade aperte alle navi | e raggiunse questa terra e la sede del Parnaso.
In Africa una cosa è vera all'alba e falsa a mezzogiorno e per questa cosa non si ha più rispetto di quanto se ne abbia per il bel lago dalla perfetta corona d'erba che si è visto oltre la pianura salina cotta dal sole.
Chi guarda per la prima volta una grande carta dell'Olanda, si meraviglia che un paese così fatto possa esistere. A primo aspetto, non si saprebbe dire se ci sia più terra o più acqua, se l'Olanda appartenga più al continente che al mare. Al vedere quelle coste rotte e compresse, quei golfi profondi, quei grandi fiumi che, perduto l'aspetto di fiumi, par che portino al mare nuovi mari; e quel mare che, quasi cangiandosi in fiume, penetra nelle terre e le rompe in arcipelaghi; i laghi, le vaste paludi, i canali che s'incrociano in ogni parte, pare che un paese così screpolato debba da un momento all'altro disgregarsi e sparire.
L'emozione che provai entrando in Costantinopoli mi fece quasi dimenticare tutto quello che vidi in dieci giorni di navigazione dallo stretto di Messina all'imboccatura del Bosforo. Il mar Jonio azzurro e immobile come un lago, i monti lontani della Morea tinti di rosa dai primi raggi del sole, l'Arcipelago dorato dal tramonto, le rovine d'Atene, il golfo di Salonico, Lemno, Tenedo, i Dardanelli, e molti personaggi e casi che mi divertirono durante il viaggio, si sbiadirono per modo nella mente, dopo visto il Corno d'oro, che se ora li volessi descrivere, dovrei lavorare più d'immaginazione che di memoria.
Il mio cane è talmente intelligente che una volta ho lanciato un legnetto in un lago, lui è andato a prenderlo come tutti i cani però ha noleggiato un pedalò.
Cantina di vini: ingresso vista lago uscita vista doppia.
Frasi sui laghi
DiBruno Arena
Ma giù a ponente, in fondo al lago, si vedeva un chiaro, un principio di calma, una stanchezza della breva; e dietro al cupo monte di Caprino usciva il primo fumo di pioggia.