Credo che l'idea di un film debba nascere da un sogno, da un sogno vero e proprio o da un sogno ad occhi aperti. Non vorrei generalizzare, perché l'affermazione non vale certo per tutti i film. Molti film non sono preceduti da alcun sogno, sono il prodotto di un puro calcolo, investimenti di natura finanziaria, non emotiva. Ma non mi riferisco a questi, parlo dei film che hanno un'anima, un centro emanatore di identità. Sono questi i film intravisti in sogno, ne sono certo.
Amore è solo la chiave che ci apre le porte della nostra vita emotiva di cui ci illudiamo di avere il controllo, mentre essa, ingannando la nostra illusione, ci porta per vie e devianze dove, a nostra insaputa, scorre, in modo tortuoso e contraddittorio, la vitalità della nostra esistenza.
Filosofare, oggi, è essere fraintesi. L'origine del fraintendimento risiede nel fatto che l'uomo contemporaneo sembra disporre solo di due linguaggi: quello comune attento alle occorrenze quotidiane e quello scientifico che soccorre quello comune nei risultati pur trascendendolo nei metodi. L'uno e l'altro sono piegati all'utilità immediata o sperata. Quest'ultima rappresenta il massimo sforzo metafisico dell'uomo di oggi, la cui unica trascendenza sembra essere l'utilità del domani, che trova le sue espressioni in ambito fisico nelle imprese spaziali che oltrepassano i confini della terra, in ambito biologico nelle scoperte della genetica che decifrano i misteri del corpo, in ambito economico nella globalizzazione che fa della terra quello spazio comune che tende ad abolire le differenze. Questi sono gli ambiti in cui la tensione metafisica oggi si raccoglie e si esaurisce in un pensiero vago, corrotto dall'emotività o esaltato dall'entusiasmo.
Beh, nei primi due giorni in prigione, sono dovuto passare attraverso quello che è la vita, come quando hai fumato erba così tanto quanto l'ho fatto io e dopo smetti. Emotivamente, è stato come se non sapevo chi fossi.
[Well, the first two days in prison, I had to go through what life is like when you've been smoking weed for as long as I have and then you stop. Emotionally, it was like I didn't know myself.]
Fin dal principio [...] ho avuto la sensazione che la migliore narrativa fosse propulsiva e aggressiva. Ti arriva dritta in faccia. A volte ti grida in faccia. Non ho nulla contro la prosa «alta», che di solito descrive persone straordinarie in circostanze ordinarie, ma sia come lettore sia come scrittore, mi interessano molto di più le persone ordinarie in circostanze straordinarie. Nei miei lettori voglio provocare una reazione emotiva, quasi viscerale. Il mio scopo non è farli pensare mentre leggono. Metto la parola in corsivo per far capire che, se la storia è buona abbastanza e i personaggi sono sufficientemente vividi, il pensiero seguirà all'emozione dopo la lettura e a libro già riposto (talvolta con sollievo).
[Dalla Postilla]
Non sono mai stato un uomo facile alle lacrime.
Un giorno, mia moglie mi disse che il mio «gradiente emotivo pari a zero» era il motivo principale per cui mi stava lasciando. Come se il tizio che aveva conosciuto alle riunioni degli Alcolisti Anonimi non c'entrasse per niente. Christy disse che avrebbe forse potuto perdonarmi per non aver pianto al funerale di suo padre; lo conoscevo soltanto da sei anni e non potevo capire che uomo fantastico e generoso fosse stato (quando s'era diplomata le aveva regalato una Mustang decappottabile, tanto per fare un esempio); ma quando non avevo pianto a quelli dei miei genitori (morti a due anni di distanza l'uno dall'altra, papà di cancro allo stomaco e mamma fulminata da un attacco di cuore mentre passeggiava su una spiaggia della Florida), Christy aveva iniziato a capire la faccenda del «gradiente».
Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo - sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così.
Una delle mie prime scoperte di cos'è il cinema è legata al "Federale". In quel periodo io vivevo a Milano e venivo a Roma per trovare mio padre, e il mio primo ricordo legato a lui e alla scoperta dell' emozione cinematografica è dovuto alle visite sul set del "Federale". Ricordo che una volta assistetti alle riprese di un bombardamento: avevano montato delle torrette, che a me sembravano enormi, e poi passarono degli aerei e simularono un bombardamento: ricordo un pullman, delle biciclette, altre cose... e io ero piuttosto spaventato; e ricordo che mio padre si agitò per questo fatto e si arrabbiò, dicendo ai tecnici che avevano esagerato. Ma soprattutto ricordo un'altra emozione molto forte, legata alla volta che andai al cinema assieme a mio padre a vedere il film finito e a un certo punto c'era la famosa scena in cui lui è vestito da federale e lo picchiano: io ero bambino e vedendo mio padre lì sullo schermo che viene picchiato fui preso da un'ansia terribile; ma poi lo vedevo lì, vicino a me che mi tranquillizzava, mi diceva che è solo un film; e poi io ero stato anche sul set e avevo visto come si girano le scene... Sicché ricordo questo misto di emozioni, questo concatenarsi di eventi che fa sì che il cinema mi si riveli in tutte le sue forme: nel suo manufatto, nella sua visione e nella sua finzione, nella sua forte emotività.
Il rapporto con il reale è importante, da noi succede sempre più spesso che a mediarlo sia la politica e che linformazione finisca per seguire londa emotiva.
Gli incontri più importanti sono gia combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano. Generalmente essi avvengono quando arriviamo ad un limite. Quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente.
Sono una donna di 33 anni, nel fiore della realizzazione a livello sessuale ed emotivo. Non tornerei a 20 anni neanche se mi pagassero: devi affermarti, devi ancora capire chi sei e imparare tanto.
Tutto all'Inter è in odore di romanzesco, di eccessivamente emotivo, in un clima eccitato e ipercritico che in fondo rassomiglia poco al pragmatismo settentrionale e ha qualche cosa di intimamente meridionale.
È un paradosso: la danza e la poesia sono tanto simili quanto profondamente diverse, ma al di là di struttura e contenuti emotivi sono unite dal ritmo. D'altronde il ritmo è sovrano di tutte le cose che hanno senso a questo mondo.
Le più piccole gentilezze nei suoi confronti lo commuovevano fino alle lacrime: mi ci è voluto molto tempo per capire che quella forma di emotività è spesso prerogativa delle nature meschine che non danno nulla in cambio e si stupiscano che gli altri diano.
Quando ci sentiamo toccati emotivamente dal comportamento di un animale, ciò è sicuro indicatore del fatto che abbiamo scoperto intuitivamente una somiglianza tra comportamento animale e umano. [...] L'accendersi della nostra risposta emotiva, della nostra "commozione" è dunque un segno certo di una forte somiglianza tra comportamento animale e comportamento umano.
Il cervello è davvero un oggetto dalla filigrana così delicata che qualsiasi falso mutamento nello stato emotivo è in grado di trasformare la condizione di altri milioni di circuiti inconsci.
Il quadro realistico dell'impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Emotivo, episodico, fluttuante. Motivato solo dall'impressione suscitata da un dato crimine o dall'effetto che una particolare iniziativa governativa può esercitare sull'opinione pubblica.
Mi costa davvero molto emotivamente guardarmi sullo schermo. Penso a me stesso e mi sento come se fossi molto giovane, poi guardo questo vecchio con le guance cadenti e vedo gli occhi stanchi, la stempiatura e tutto il resto.
Buona notte, bambina. È un gran peccato. Dimentichiamo tutto questo... Tanta gente si innamorerà di te e sarà più bello incontrare il tuo primo amore tutta intatta, anche emotivamente. È un'idea antiquata, vero?
Alle razionalizzazioni manca in definitiva questo tratto dello scoprire e del rivelare; esse si limitano a confermare il pregiudizio emotivo esistente nell'individuo. La razionalizzazione non è uno strumento per penetrare la realtà, ma un tentativo a posteriori di armonizzare i propri desideri con la realtà esistente.
Quali sono questi impulsi? Il più importante di tutti appare la tendenza a crescere, a sviluppare e realizzare la possibilità che l'uomo ha maturato, in se nel corso della storia, come, ad esempio la facoltà di pensare in modo creativo e critico e di avere esperienze emotive sensuali differenziate.
L'uomo moderno, liberato dalle costrizioni della società preindividualistica, che al tempo stesso gli dava sicurezza e lo limitava, non ha raggiunto la libertà nel senso positivo di realizzazione del proprio essere: cioè di espressione delle sue potenzialità intellettuali emotive e sensuali. Pur avendogli portato indipendenza e razionalità, la libertà lo ha reso isolato e, pertanto, ansioso e impotente.
Nella nostra società le emozioni in generale vengono scoraggiate. Benché senza dubbio il pensiero creativo, come ogni altra attività creativa, sia inseparabilmente legato alle emozioni, è diventato un ideale pensare e vivere senza emozioni. Essere emotivo è diventato sinonimo di instabile e squilibrato.
Si tratta di una gratificazione immensa. È questo un tipo di consacrazione a cui tutti noi teniamo moltissimo, perché Mina rappresenta un pezzo di storia che va ben oltre l'oggetto discografico. Per me è stato come un regalo inatteso: credo che la sua attenzione sia caduta su "Il portiere di notte" perché quella è tra le mie canzoni una delle più teatrali, non a senso unico, che si presta a una rilettura che dia spazio all'immaginazione. E la versione che ne dà Mina è, come sempre le accade, filtrata dalla sua sensibilità, dalla sua emotività, che abbinate alla voce forniscono una forma inimitabile.
La maggior parte dei sogni muoiono di una morte lenta. Sono concepiti in un momento di passione, con la prospettiva di possibilità infinite, ma spesso languono e non sono perseguiti con la stessa intensità di quando hanno visto la luce. Lentamente, sottilmente, un sogno diventa sfuggente ed effimero. Le persone che hanno perso i loro sogni diventano pessimiste e ciniche. Si sentono come se il tempo e la devozione spesi per inseguire i loro sogni fossero sprecati. Le cicatrici emotive durano per sempre.
Laicità: distinguere fra diritto e morale, sentimento e concetto, legge e passione; articolare le proprie idee secondo principi logici non condizionati da alcuna fede né ideologia; mettere in discussione pure le proprie certezze; sceverare l'autentico sentimento dalle incontrollate reazioni emotive, ancor più nefaste dei dogmatismi.
Un regista non può ridursi a un semplice tecnico, deve dare prova di una grande ricchezza umana. Noi attori ci serviamo della nostra emotività come se fosse un muscolo, e come un muscolo troppo sollecitato diventa fragile, questa emotività ci indebolisce. Il regista è l'unico che può infonderci forza, aiutarci a rischiare.