D'Europa intanto alla Cina reina | Viaggia della Spree la trionfata | Spada, e la segue con la fronte china | La Borussa Superbia incatenata. | Densa al passar dell'arme pellegrina | Corre la gente stupefatta, e guata; | E già la fama con veloce penna | Ne pronuncia la giunta in su la Senna.
Madre comune | d'ogni popolo è Roma e nel suo grembo | accoglie ognun che brama | farsi parte di lei. Gli amici onora; | perdona a' vinti; e con virtù sublime | gli oppressi esalta ed i superbi opprime.
[Auguste de Villiers de L'Isle-Adam] Ancora bambino cominciava a fare versi superbi. Solamenente, andateli a cercare! Andate a cercare Morgane, Elën, drammi come ne hanno fatti pochi i più grandi drammaturghi; andate a cercare Claire Lenoir, un romanzo unico in questo secolo! E il seguito, la fine di Axel, de l'Eva futura, dei capolavori, dei puri capolavori, interrrotti per anni, ripresi senza sosta come le cattedrali e le rivoluzioni, alte come queste.
Ogni creatura umana ha la sua legge; se non la sappiamo distinguere chiniamo il capo invece di alzarlo nella superbia; è stolto crederci superiori perché una persona si muove percossa da leggi a noi ignote.
La Madonna dovette svuotarsi prima di essere piena di grazia. Dovette dichiarare di essere schiava del Signore prima che Dio potesse riempirla. Così anche noi dobbiamo essere vuoti di ogni superbia, di ogni gelosia, di ogni egoismo, prima che Dio possa riempirci.
Vi sono due specie di critiche: l'una che s'insegna più di scorgere i difetti, l'altra di rivelare bellezze. A me piace più la seconda che nasce da amore e vuole destare amore, che è padre dell'arte, mentre l'altra somiglia superbia e, sotto colore di cercare la verità distrugge tutto e lascia l'anima sterile.
C'era una volta un Re e una Regina. La Regina partorì e fece una bambina più bella del sole. Insuperbita di questa figliolina così bella, spesso diceva:
- Neppur le Fate potrebbero farne un'altra come questa.
Ma una mattina, va per levarla di culla e la trova contraffatta, con una testa di rospo.
- Oh Dio, che orrore!
Il cedro, insuperbito della sua bellezza, dubita delle piante che li son dintorno, e fattolesi torre dinanzi, il vento poi, non essendo interrotto, lo gittò per terra diradicato.
Ci si mette a scrivere di lena, ma c'è un'ora in cui la penna non gratta che polveroso inchiostro, e non vi scorre più una goccia di vita, e la vita è tutta fuori, fuori dalla finestra, fuori di te, e ti sembra che mai più potrai rifugiarti nella pagina che scrivi, aprire un altro mondo, fare il salto. Forse è meglio così: forse quando scrivevi con gioia non era miracolo né grazia: era peccato, idolatria, superbia. Ne sono fuori, allora? No, scrivendo non mi sono cambiata in bene: ho solo consumato un po' d'ansiosa incosciente giovinezza. Che mi varranno queste pagine scontente? Il libro, il voto, non varrà più di quanto tu vali. Che ci si salvi l'anima scrivendo non è detto. Scrivi, scrivi, e già la tua anima è persa.
Ha senso dire che chi nega Dio vorrebbe mettersi al suo posto? Se Dio non esiste, non può essere questione di rimpiazzarlo. L'argomento della superbia sta e cade con Dio e, se Dio esiste, non vale più niente.
Conzideranno come sò accidiosi | sti pretacci maliggni e ttraditori: | esaminanno quanto sò rrabbiosi, | jotti, avari, superbi, e fottitori; | ripijji un po' de fiato, t'arincori, | t'addormi ppiú ttranquillo e tt'ariposi: | perché li loro vizzi piú ppeggiori | serveno a illuminà lli scrupolosi.
[da L'essempio]
Se i cristiani credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali.
Accade sempre così per la gente titolata, sono adorati oppure odiati: se si degnano di parlare con una persona che non appartiene al loro rango vengono subto definiti simpatici e alla mano; se non lo fanno sono superbi e odiosi. Non ci sono meze misure.
Intuí che egli non aveva fatto tante guerre per idealismo, come tutti credevano, né aveva rinunciato per stanchezza alla vittoria imminente, come tutti credevano, ma che aveva vinto e perso per lo stesso motivo, per pura e peccaminosa superbia. Arrivò alla conclusione che quel figlio, per il quale lei avrebbe dato la vita, era semplicemente un uomo interdetto all'amore.
[I libri] Ora questi, ora quelli io interrogo, ed essi mi rispondono, e per me cantano e parlano; e chi mi svela i segreti della natura, chi mi dà ottimi consigli per la vita e per la morte, chi narra le sue e le altrui chiare imprese, richiamandomi alla mente le antiche età. E v'è chi con festose parole allontana da me la tristezza e scherzando riconduce il riso sulle mie labbra; altri m'insegnano a sopportar tutto, a non desiderar nulla, a conoscer me stesso, maestri di pace, di guerra, d'agricoltura, d'eloquenza, di navigazione; essi mi sollevano quando sono abbattuto dalla sventura, mi frenano quando insuperbisco nella felicità, e mi ricordano che tutto ha un fine, che i giorni corron veloci e che la vita fugge. E di tanti doni, piccolo è il premio che mi chiedono: di aver libero accesso alla mia casa e di viver con me, dacché la nemica fortuna ha lasciato loro nel mondo rari rifugi e pochi e pavidi amici. (da Rime, trionfi, e poesie latine, a cura di Ferdinando Neri, Ricciardi, 1951)
Diciannove secoli vedono la legge del Vangelo come una bandiera in mezzo alla battaglia inoltrarsi gloriosa e trionfale per le vinte contrade, avanzarsi per lo universo e bandirvi lo amore. Questo divino vessillo candido di fede, verde di speranza, vermiglio del sangue dei martiri ha superato il volo delle aquile romane. Alla spada della superbia vennero meno il taglio e la punta; le catene di ferro caddero logorate dalle ire dei popoli, ma la legge della carità nelle procelle acquista vigore, ingagliardisce per contrasto, la persecuzione disperde e lo errore. Quelli che l'acquistarono se la stringono al seno con lo affetto della madre che abbraccia il suo primogenito, e quelli che ancora non la posseggono vi volgono desiosi lo sguardo tardando loro che appaia questo segno di pace su lo emisfero della libertà.
La razionalità non fa più parte del nostro bagaglio intellettuale e morale. È stata picconata da tutte le parti la razionalità; accusata di essere all'origine dei delitti e del più grave tra tutti quello della superbia. Così la luce della ragione è stata spenta, nuove ideologie si sono installate al posto di quelle crollate in rovina, fondamentalismi d'ogni tipo hanno preso il posto della tolleranza e della certezza del diritto.
Gli abitanti delle colonie meridionali sono più fortemente attaccati alla libertà di quelli delle colonie settentrionali. Tali furono tutti gli antichi Stati, tali furono i nostri antenati gotici, tali furono i polacchi della nostra era, e tali saranno tutti i padroni di schiavi che non siano schiavi essi stessi. In questi popoli la superbia dell'imperio si combina con lo spirito di libertà, lo fortifica o lo rende invincibile.
E chi per esser suo vicin soppresso spera eccellenza e sol per questo brama ch'el sia di sua grandezza in basso messo(superbia); è chi podere, grazia, onore e fama teme di perder perch'è altri sormonti, onde s'attrista sì che'l contrario ama (invidia); ed è chi per ingiuria par ch'aonti, sì che si fa de la vendetta ghiotto e tal conviene che 'l male altrui impronti (ira).