In quel periodo uscivo con una ragazza e dovevamo sposarci, ma c'era un conflitto religioso. Lei era atea e io agnostico. Non sapevamo senza quale religione educare i figli.
La Bibbia è il libro più bello che sia mai stato scritto. Anche il Corano è bello, lo conosco meno perché non è della mia cultura. Credo che tutte le religioni e tutte le opinioni abbiano lo stesso valore e vadano rispettate, conosciute e amate. Non importa se sei cristiano, musulmano, ebreo o ateo. È importante essere una buona persona. E poi, chi legge davvero questi libri sacri sa che insegnano tutti a non uccidere ma ad amare.
I sette pericoli per l'integrità dell'uomo sono:
1. la politica senza principi;
2. gli affari senza moralità;
3. la scienza senza umanità;
4. la conoscenza senza carattere;
5. la ricchezza senza lavoro;
6. il divertimento senza coscienza;
7. la religione senza sacrificio;
Arun Gandhi, fondatore dell'Istituto Gandhi per la nonviolenza e nipote del Mahatma, ne aggiunse in seguito uno:
8. i diritti senza responsabilità.
Un prete cattolico che violenti fanciulle... è molto meno pericoloso per la democrazia di un prete senza abiti sacri, un prete senza religione grossolana, un prete ideale e democratico che predica la creazione di un nuovo Dio. Poiché smascherare il primo prete è facile, non è difficile condannarlo e scacciarlo ma il secondo non si lascia scacciare così semplicemente; è mille volte più difficile smascherarlo, e nessun piccolo borghese "Fragile e incostante" si dichiarerà disposto a condannarlo.
La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. È l'oppio dei popoli.
La fede è qualcosa di assolutamente individuale, e non possiamo e non dobbiamo istituzionalizzarla. Se lo facciamo diventa una cosa morta, cristallizzata; diventa un credo, una setta, una religione che viene imposta ad altri.
L'islamismo può esistere solo come religione ufficiale; quando lo si ridurrà allo stato di religione libera e individuale, perirà. L'islamismo non è solo una religione di Stato, come è stato il cattolicesimo in Francia sotto Luigi XIV, come lo è ancora in Spagna, è la religione che esclude lo Stato. Là risiede la guerra eterna, la guerra che cesserà solo quando l'ultimo figlio d'Ismaele sarà morto di miseria o sarà stato relegato dal terrore in fondo al deserto. L'Islam è la più completa negazione dell'Europa; l'Islam è il fanatismo, come la Spagna dell'epoca di Filippo II e l'Italia dell'epoca di Pio V hanno conosciuto appena; l'Islam è il disdegno della scienza, la soppressione della società civile; è la spaventosa semplicità dello spirito semitico, che restringe il cervello umano, chiudendolo a ogni idea delicata, a ogni sentimento fine, a ogni ricerca razionale, per metterlo di fronte a una eterna tautologia: Dio è Dio. (dal discorso Che cos'è una nazione?)
La disciplina è il rispetto delle regole di una forma di religione che noi sottoscriviamo e l'educazione è non il rispetto delle regole ma il rispetto degli uomini.
Se esiste una verità che la storia ha reso indubbia, questa è proprio l'estensione sempre minore della porzione di vita sociale che la religione ricopre.
Le religioni storiche mondiali portano nel sangue un presentimento delle insidie della massa. [ ] Ciò che esse desiderano è, al contrario, un gregge duttile. È consueto considerare i fedeli come pecore e lodarli per la loro ubbidienza.