L'incertezza è l'habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all'incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità "autentica, adeguata e totale" sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso.
Il Web è più un'innovazione sociale che un'innovazione tecnica. L'ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo. Di solito noi ci agglutiniamo in famiglie, associazioni e aziende. Ci fidiamo a distanza e sospettiamo appena voltato l'angolo.
Luomo potrebbe modificare la massa di questo pianeta, controllare le stagioni, modificare la sua distanza dal sole, guidarlo sul suo viaggio eterno lungo ogni percorso che decida di scegliere, attraverso la profondità dell'universo.
Il giudizio nostro non giudica le cose fatte in varie distanzie di tempo nelle debite e propie lor distanzie, perché molte cose passate di molti anni parranno propinque e vicine al presente, e molte cose vicine parranno antiche, insieme collantichità della nostra gioventù, e così fa locchio infra le cose distanti, che per essere alluminate dal sole, paiano vicine allocchio, e molte cose vicine paiano distanti.
[...] di Salvatore Quasimodo nella cui poesia il tema dell'esilio (l'esilio che generazioni di siciliani, per sfuggire alla povertà dell'isola, hanno sofferto e soffrono) si lega amaro e dolente, ma splendido nella memoria dei luoghi perduti, a quello del poeta arabo Ibn Hamdis, siciliano di Noto. E questa può anche essere una chiave per capire la Sicilia: che alla distanza di più di otto secoli un poeta di lingua araba e un poeta di lingua italiana hanno cantato la loro pena d'esilio con gli stessi accenti: "vuote le mani, dice Ibn Hamdis, ma pieni gli occhi del ricordo di lei".
Miei cari ascoltatori, a stare a sentire certi cervelli limitati (mai aggettivo è stato più adatto), l'umanità sarebbe rinchiusa in un cerchio di Popilio che mai essa riuscirebbe a superare, essendo condannata a vegetare su questo globo senza alcuna speranza di slanciarsi un giorno negli spazi planetari! Sciocchezze! Si andrà sulla Luna e poi sui pianeti e sulle stelle come oggi si va da Liverpool a New York, facilmente, rapidamente, sicuramente, e l'oceano atmosferico sarà tra breve attraversato come gli oceani terrestri. La distanza non è che una parola relativa, e finirà per essere ridotta a zero.
Le metropoli sono i veri palcoscenici di questa cultura che eccede e sovrasta ogni elemento personale. Qui, nelle costruzioni e nei luoghi di intrattenimento, nei miracoli e nel comfort di una tecnica che annulla le distanze, nelle formazioni della vita comunitaria e nelle istituzioni visibili dello Stato, si manifesta una pienezza dello spirito cristallizzato e fattosi impersonale così soverchiante che per così dire la personalità non può reggere il confronto.
Ma sopra tutte le invenzioni stupende, qual eminenza fu quella di colui che s'immaginò di trovar modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benché distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? Parlare con quelli che son nell'Indie, parlare a quelli che non sono ancora nati né saranno se non di qua a mille e dieci mila anni? E con qual facilità? Con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta.
La distanza non è più un limite, prima era un limite e questo stravolge totalmente i canoni del giornalismo e dell'informazione. Per cui adesso in qualche modo possiamo essere presenti con lo stesso media in tutto il mondo allo stesso momento e naturalmente anche il tempo è un tempo che in qualche modo è stato annullato. Quindi viviamo in una era di distanza zero e di tempo zero. Cioè, nello stesso tempo reale posso essere in tutto il mondo, incurante del fatto che ci sia una distanza geografica che prima condizionava fortemente. Queste rivoluzioni non faranno scomparire la carta stampata, che resterà, caso mai cambierà il tipo di lavoro giornalistico, che sarà in qualche modo declinato su vari mezzi di informazione. Cioè il giornalista lavorerà contemporaneamente per la televisione, per una rete Internet e per la carta stampata.
Un libro di poesie | è un autunno morto: | i versi son le foglie | nere sulla bianca terra, |e la voce che li legge | è il soffio del vento | che li affonda nei cuori | intime distanze.
Sono uno che scrive, perciò sto in disparte. Questa intrusione sulla tua traccia finirà scritta, lontana da qui. Non somiglierà a un disegno, la scrittura ha bisogno di distanza.
Il coraggio percorre una distanza breve; dal cuore alla testa, ma quando se ne va non si può sapere dove si ferma; in un'emorragia, forse, o in una donna, ed è un guaio essere nella corrida quando se n'è andato, dovunque sia andato.
Il fatto di poter misurare tutte le dimensioni e le distanze dell'Universo (da quelle dei corpi celesti a quelle dei corpi che costituiscono il mondo atomico) riportando una volta dopo l'altra una data lunghezza terrestre, non è per niente una pura conseguenza logica dei nostri teoremi sulle congruenze o della configurazione geometrica, ma è piuttosto un dato dell'esperienza. La validità dell'assioma di Archimede nel mondo della natura richiede una conferma sperimentale, esattamente come la richiede il postulato delle parallele.
La Sardegna è un'altra cosa: più ampia, molto più consueta, nient'affatto irregolare, ma che svanisce in lontananza. Creste di colline come brughiera, irrilevanti, che si vanno perdendo, forse, verso un gruppetto di cime... Incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. È come la libertà stessa.
Per essere ammessi in tv bisogna appartenere alla nuova specie televisiva creata negli anni berlusconiani, ma che va ancora di moda. La figura del paraculo, sì, scriva pure così, quello che non si schiera mai, che si mimetizza, che fa del qualunquismo una bandiera. [...] Nomi e cognomi, come faccio nello spettacolo. Bonolis che dichiara di non sentirsi né di destra né di sinistra, Fabio Volo che si vanta di essere qualunquista, Simona Ventura che si definisce equidistante, aggiungendo candidamente di aver lavorato a Mediaset inseguita dal pettegolezzo di essere l'amante di Galliani e di averlo lasciato credere. [...] Gene Gnocchi, Fiorello, Fabio Fazio, Baudo stesso. [...] Sono gli eroi dell'opportunismo tv, quelli con la maschera patinata. Lavorano rispettando la condizione di non disturbare, non accorgendosi che l'opportunismo è una forma di corruzione.
Che la gravità debba essere innata, inerente e essenziale alla materia, cosicché un corpo possa agire su di un altro a distanza attraverso il vuoto senza la mediazione di qualcosa daltro è per me unassurdità tanto grande da ritenere che nessuno, competente nel pensare in materia filosofica, possa mai cadere in questa opinione. La gravità deve essere causata da un agente che agisca in modo costante e secondo certe leggi; ma se questagente sia materiale o immateriale, lho lasciato alla considerazione dei miei lettori.
La distanza del binario di partenza è inversamente proporzionale al tempo a disposizione per prendere il treno.
[Prima legge di Kauffman sulle stazioni]
Il telefono è uninfernale invenzione che elimina purtroppo parte dei vantaggi inerenti alla saggia abitudine di tenere a distanza le persone sgradevoli.