A quelli di noi che parteciparono allo sviluppo della teoria atomica, i cinque anni seguenti la Conferenza Solvay a Bruxelles nel 1927 sembrarono così meravigliosi che parlammo spesso di quelli come l'era d'oro della fisica atomica. I grandi ostacoli che avevano occupato tutti i nostri tentativi negli anni precedenti furono chiariti; l'ingresso a un campo del tutto nuovo, la meccanica quantistica dei gusci atomici era del tutto aperto, e frutti freschi sembravano pronti per essere raccolti.
In fretta, come se qualcosa l'avesse richiamata là, si volse verso il cavalletto. Eccolo il suo quadro. Sì, con tutti i verdi e gli azzurri, le linee verticali e diagonali, i tentativi di raggiungere qualcosa. Lo avrebbero appeso in soffitta, pensò; sarebbe stato distrutto. Ma che importanza aveva? si chiese tornando a prendere il pennello. Guardò i gradini: erano vuoti; guardò la tela; era una macchia confusa. Con improvvisa intensità, come se per un istante lo vedesse con chiarezza, tracciò una linea al centro. Era finito; era completo. Sì, pensò, posando il pennello con estrema fatica, ho avuto la mia visione.
La coscienza è il caos delle chimere, delle cupidigie e dei tentativi, la fornace dei sogni, l'antro delle idee di cui si ha vergogna; è il pandemonio dei sofismi, è il campo di battaglia delle passioni. Penetrate, in certe ore, attraverso la faccia livida d'un uomo che sta riflettendo, guardate in quell'anima, in quell'oscurità; sotto il silenzio esteriore, vi sono combattimenti di giganti come in Omero, mischie di dragoni ed idre e nugoli di fantasmi, come in Milton, visioni ultraterrene come in Dante. Oh, qual abisso è mai quest'infinito che ogni uomo porta in sé e col quale confronta disperatamente la volontà del cervello e gli atti della vita!
La filosofia svolge un ruolo decisamente importante, non perché sia competente di qualcosa, ma semplicemente perché non accetta qualcosa. E questa non accettazione di ciò che c'è non la esprime attraverso revolverate o rivoluzioni, l'esprime attraverso un tentativo di trovare le contraddizioni del presente e dell'esistente, e argomentare possibilità di soluzioni: in pratica, pensare.
Non c'è incontro di mentalità, tentativo di comprensione con questo terrore. Solo una scelta: sconfiggerlo o essere sconfitti da esso. E noi dobbiamo sconfiggerlo.
Evocare, in un'ombra apposita, l'oggetto taciuto, con parole allusive, mai dirette, che si riducono a silenzio uguale, comporta tentativo vicino a creare.
Mi vogliono colpire alla vigilia delle elezioni. Sono amareggiato e sconcertato per il tentativo di infangare l'uomo per colpire il Presidente. Quel filmato, se davvero esiste, è un falso. È stato sventato un tentativo di estorsione basato su una bufala. Non ho mai pagato, nego di aver mai versato soldi. Bisogna vedere se l'assegno che dimostrerebbe il pagamento l'ho firmato io. Occorrerà attendere l'esito delle perizie calligrafiche.
[cit. "Marrazzo ricattato per un video hard" Il Governatore: È una bufala. Non mollo (la Repubblica, 23 ottobre 2009)]
La riflessione rappresenta il tentativo di appropriazione del proprio sforzo di esistere e del proprio desiderio di essere attraverso le opere che testimoniano quello sforzo e quel desiderio.
Noi siamo impegnati a riaffermare il valore della civiltà occidentale come fonte di princìpi universali e irrinunciabili, contrastando, in nome di una comune tradizione storica e culturale, ogni tentativo di costruire un'Europa alternativa o contrapposta agli Stati Uniti.
Nell'anno 1913, nel mio disperato tentativo di liberare l'arte dalla zavorra dell'obiettività, mi rifugiai nelle forme quadrate ed esposi un quadro che consisteva in nient'altro che un quadrato nero su sfondo bianco. I critici e insieme a loro il pubblico, sospirarono: "Tutto ciò che abbiamo amato è stato perso. Siamo in un deserto... Davanti a noi non c'è altro che un quadrato nero su sfondo bianco!".
Noi non sappiamo, possiamo solo tirare a indovinare. E i nostri tentativi di indovinare sono guidati dalla fede non-scientifica (e quindi metafisica) nelle leggi, nelle regolarità che possiamo svelare, scoprire.
Per la soluzione dei problemi le scienze utilizzano fondamentalmente lo stesso metodo, quello usato dal comune buon senso: il metodo del tentativo e dell'errore. Detto più precisamente: è il metodo consistente del proporre tentativi di soluzione del nostro problema, e nell'eliminare le soluzioni false come erronee. Questo metodo presuppone che noi lavoriamo con un gran numero di tentativi di soluzioni. Una soluzione dopo l'altra viene messa a prova ed eliminata.
La dittatura è moralmente cattiva perché condanna i cittadini dello Stato, contro la loro migliore coscienza, contro il loro convincimento morale, a collaborare con il male se non altro con il silenzio. Essa solleva l'uomo dalla responsabilità morale senza la quale è solo la metà, un centesimo di uomo. Essa trasforma qualsiasi tentativo di portare la propria responsabilità umana in un tentativo di suicidio.
Mi sono interessato a fondo della dignità umana: ho disposto nel mio laboratorio le analisi più disparate sull'argomento. Tutti i tentativi sono falliti miseramente a causa della difficoltà che ho incontrato a procurarmi il materiale occorrente.
La scrittura per me è un tentativo disperato di preservare la memoria. I ricordi, nel tempo, strappano dentro di noi l'abito della nostra personalità, e rischiamo di rimanere laceri, scoperti.
Tutto era cambiato in modo tanto rapido, inaspettato, che i giochi di un tempo si rivelavano per quello che erano in effetti, degli inutili e frustranti tentativi di prolungare l'adolescenza.
Il coraggio era anche quello. Era la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.
Non vorrei indicare formule politiche o soluzioni di larghe intese. E tantomeno evocare lo spettro dell'inciucio, come fu giustamente catalogato il tentativo limpido avviato ai tempi della Bicamerale. Mai un romanista diventerà un laziale, eppure nessuno, neanche il tifoso più accanito, ha mai gridato all'inciucio se e quando la sua squadra o la sua società contribuisce, insieme alle altre, a definire le regole del gioco, a stabilire il numero e le caratteristiche dei partecipanti l'organizzazione del campionato, il campo e l'ora della sfida.
Ogni vivente isolato rimane nella contraddizione di essere a sé per se stesso come questo conchiuso uno, ma di dipendere al contempo da ciò che è altro: la lotta per la soluzione della contraddizione non va oltre il tentativo di questa guerra permanente.