Dev'essere un'essenza concentrata, un rappresentante ben truccato e incipriato dei vizi, delle assurdità, dell'ipocrisia, della gelosia, dell'orgoglio e della presunzione del suo partito. Un individuo del genere, a forza di intrigare, darsi importanza e distribuire lodi sperticate, adulando i presenti e denigrando gli assenti, prestandosi alle debolezze di alcuni, e incoraggiando le cattive inclinazioni di altri, in una società ristretta passerà per un grand'uomo.
È stata colpa mia, | solo colpa mia... | accidenti all'ipocrisia, | alla malinconia, | alla noia che ci prende | e che non va più via... | Eheheheh! | Com'è simpatica?! | Questa vita | cosi lunatica?!
È una vita che vivo da clandestino. Un artista vive sempre in fuga, ma non in fuga da se stesso o dalla realtà, vive in fuga dai posti di blocco del conservatorismo, dall'omologazione, dall'ipocrisia. L'artista è l'unico che racconta le cose senza strumentalizzarle perché non ne ha bisogno. Ed è in fuga da tutte queste forze che lo vogliono bloccare, far star zitto.
Lei crede davvero che [...] la felicità sia solo etero? Che davvero un gay non possa essere felice? No, non è così, non può essere così. Quello che rende infelici è l'ipocrisia, la clandestinità, la paura di essere quel che si è. Dichiararsi può essere dolore, anche emarginazione, anche violenza, ma io non ho mai avuto paura di essere quello che sono. E se c'è un pensiero che mi trasmette ancora angoscia è immaginare di vivere nella menzogna... Questo è infelicità. Solo questo.
Il fenomeno dei giornalisti tifosi è troppo patetico perché io vi ammorbi con la mia opinione sulla controversa Terza Stella della Juventus. Mi limito ad un'osservazione strettamente tecnica. Inoppugnabile. La Juventus ha tutto il diritto di sentirsi vittima di una sentenza sbagliata e cucirsi sulla maglia la terza stella. Ma un secondo dopo la Figc dovrebbe dichiararsi sciolta, perché il suo operato e quello della giustizia sportiva sono ritenuti carta straccia, e giudicati nulli, da una delle società più autorevoli e note del calcio italiano. Terze vie non ce ne sono, persino in un Paese di ipocrisie e di pateracchi. Perché attribuirsi due scudetti revocati per frode sportiva non è solo un gesto di 'orgoglio ritrovato' come pensa abbastanza puerilmente Andrea Agnelli. È a tutti gli effetti, un gesto che sconquassa dalle fondamenta le istituzioni del calcio, le sconfessa, le rifiuta. È un durissimo chiamarsi fuori dal mondo in cui si opera e dalle sue regole. Nella vita, ovviamente, ci si può anche ribellare. Quello che non si può fare è credere che ci si possa ribellare al modico prezzo di qualche titolo di giornale, e cavarsela temperando le polemiche con un paio di interviste diplomatiche.
Le nostre vecchie religioni, che non impongono all'uomo il gioco di alcun dogma, si prestano a interpretazioni tanto varie quanto la natura stessa, e lasciano che i cuori austeri si foggino, se lo vogliono, una morale più alta, senza costringere le masse a precetti troppo rigidi per evitare che ne scaturiscano subito costrizione e ipocrisia.
Esageri l'ipocrisia degli uomini. [...] La maggior parte pensa troppo poco per pensare doppio.
Frasi sull'ipocrisia
DiMarguerite Yourcenar
Il governo è più papista del papa perché finanzia soltanto i progetti in cui si usano cellule staminali adulte, sebbene gli studi sulle cellule staminali embrionali siano legali purché «la distruzione degli embrioni non avvenga in Italia e le cellule siano importate dall'estero». Un bell'esempio di ipocrisia!
Non è una novità che i relativisti italiani, e non solo, tentino di usare l'Europa, dove il relativismo è dominante, per raggiungere i loro obiettivi a livello nazionale. È l'ipocrisia con la quale molti parlano di Europa. Purtroppo questa Europa è sminuita di per sé e da questa Europa si importano i peggiori vizi aggirando la sovranità nazionale.
I tribunali devono non già abolire il terrore una simile promessa sarebbe illusoria, bensì, all'opposto, sancire il terrore in linea di principio, in modo chiaro e netto, senza ipocrisie e senza orpelli. Bisogna che le formulazioni del principio del terrore siano il più possibile ampie, giacché soltanto la legalità e la coscienza rivoluzionarie fisseranno le condizioni in maniera più o meno ampia, della sua applicazione.
[Su Silvio Berlusconi] Mi è simpatico. Non nega se stesso, parla un linguaggio franco, non si è piegato alle forche caudine dell' ipocrisia. Ma non è un leader politico. È un miliardario che investe i suoi denari nella politica.
Gli italiani hanno generalmente deciso di fingere obbedienza e poi fare come gli pare, sviluppando un'ipocrisia collettiva che non ha uguale neanche negli altri paesi cattolici.
La paura della morte, che è all'origine della religiosità di tanti, viene incrementata dal cristianesimo con la minaccia delle tremende pene dell'inferno. [ ] Quella di fingersi pentiti fu una costrizione durata secoli, che spiega bene tanta furberia, ipocrisia e finta religiosità che ancora permane nella società italiana.
Ci sono ingiustizia, confusione, criminale ignoranza, virtù corrotta e invertita, ipocrisia e cecità di pietra in ogni sfera della vita. Se soltanto per un momento il mondo occidentale potesse far cadere i veli che, fin dai tempi della Riforma, gli si sono attaccati addosso come le croste di una malattia, e guardare, con occhi illuminati, il cesso che ha creato, la grandezza che ha spaccato e strangolato, l'inedia che ha promosso, le perversioni e le ignoranze che ha insegnato, alla fine morirebbe di vergogna. E noi, che non abbiamo vissuto abbastanza per essere completamente corrotti, potremmo costruire con le sue ossa, buone per concime, la base di una civiltà giusta e ragionevole.
Se ho una qualità è quella di saper scegliere i miei abiti mentali. Non posso assumere un modo di essere che non è il mio. Non riesco a fingere, a mordermi la lingua, a mettere su il disco dell'ipocrisia
Nella tragedia di Otello, il male volge un'altra delle sue facce; e il sentimento che gli risponde è, questa volta, non la condanna mista di pietà, non l'orrore per l'ipocrisia e per la crudeltà, ma lo stupore. Jago non è il male commesso per un sogno di grandezza, non è il male per l'egoistico soddisfacimento delle proprie voglie, ma il male per il male, compiuto quasi per un bisogno artistico, per attuare il proprio essere e sentirlo potente e denominatore e distruttore anche nella subordinata condizione sociale in cui esso è posto.
Bontà e generosità erano anche la sostanza del suo sentimento politico, da onest'uomo di tutti i tempi, che piange sulle sventure della patria, aborre il dominio degli stranieri, giudica severamente le oppressioni dei signori, si scandalizza per la corruttela ed ipocrisia dei preti e Chiesa, lamenta che le armi unite di Europa non si volgono contro il Turco ossia contro il barbaro infesto.