La conoscenza di ciò che è davanti o intorno a noi, che fa appello alla nostra esperienza, alle nostre passioni o ai nostri progetti, al cuore e agli affari degli uomini, non è istruzione.
Nel turbine della vita sociale e nelle lotte delle passioni moltissime forze vanno miseramente perdute, perché si produce la forza senza il lavoro, e perché si obbligano a lavorare organi nati deboli o sdruciti dal mal uso di essi.
Innumerevoli come i granelli di sabbia sono le passioni umane, e tutte diverse l'una dall'altra; e tutte quante, meschine e nobili, da principio stan soggette all'uomo, e diventano poi le sue terribili tiranne.
Perciò gli uomini si immergono nelle passioni e, una volta che ne hanno fatto un'abitudine, non possono più farne a meno; e sono veramente infelici, poiché giungono a sentire come necessarie le cose prima superflue. Non godono dei piaceri, ma ne rimangono schiavi e, quella che è la peggiore disgrazia, amano anche il proprio male. Si raggiunge il colmo dell'infelicità quando le cose turpi non solo sono gradite, ma procurano un intimo compiacimento; e non c'è rimedio quando quelli che erano sentiti come vizi diventano abitudine quotidiana.
Chi conosce la complessità della natura umana sa che la gioia e il dolore, il buono e il bello, l'amore e l'odio, la pietà e la ferocia e altre passioni contrastanti finiscono spesso col confondersi fino a diventare indistinguibili.
In tutta la sua opera Spinoza non cessa di denunciare tre generi di personaggi: l'uomo dalle passioni tristi; l'uomo che sfrutta queste passioni tristi, che ha bisogno di esse per stabilire il suo potere; infine, l'uomo che si rattrista per la condizione umana e per le passioni dell'uomo in generale.
["Che valore hanno per te l'utopia, il sogno?"] Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura.
Soltanto le passioni simulate, i deliri finti hanno qualcosa a che fare con lo spirito, e con il rispetto di noi stessi; i sentimenti sinceri presuppongono una mancanza di riguardo verso di sé.
Probabilmente il periodo più felice nella vita è la mezza età, quando le passioni della giovinezza si sono raffreddate e le infermità dell'età non sono ancora iniziate; allo stesso modo possiamo vedere le ombre che al mattino e alla sera sono così grandi, mentre scompaiono quasi completamente a mezzogiorno.
Uno scrittore fecondo, vitale e debordante nella scrittura come nell'esistenza; letteralmente anche eccessivo. Storia di neve, con le sue 816 pagine, sembra scritto da tutti e da nessuno; una memoria collettiva, potenzialmente senza inizio e senza fine, perché, anche se l'omonima protagonista la magica, angelica e gelida eroina e vittima vive solo ventinove anni, ogni vita si ricollega, come le radici degli alberi si abbarbicano su quelle morte e marcite, a generazioni precedenti, a immemorabili maledizioni, a forze e passioni di tempi o secoli passati.
I contadini risalivano le strade con i loro animali e rifluivano alle loro case, come ogni sera, con la monotonia di una eterna marea, in un loro oscuro, misterioso mondo senza speranza. Gli altri, i signori, li avevo ormai fin troppo conosciuti, e sentivo con ribrezzo il contatto attaccaticcio della assurda tela di ragno della loro vita quotidiana; polveroso nodo senza mistero, di interessi, di passioni miserabili, di noia, di avida impotenza, e di miseria.
I filosofi considerano le passioni che ci travagliano come vizi dei quali gli uomini cadono vittime per propria colpa; ed è per questo che hanno l'abitudine a deriderle, deplorarle, biasimarle, o (se vogliono essere considerati più devoti) di maledirle. Essi si ritengono pertanto di fare opera divina e di toccare il vertice della saggezza, quando riescono a lodare in ogni modo una natura umana che non esiste in nessun luogo e a fustigare con le parole quella che realmente esiste.
Ogni volta che ha dovuto scegliere tra l'uomo ragionevole e il pazzo, il mondo ha sempre seguito il pazzo senza esitare. Perché il pazzo lusinga quello che è fondamentale nell'uomo, le passioni e gli istinti; la filosofia non si rivolge che a ciò ch'è superficiale e superfluo: la ragione.