"Sì, naturalmente, se domani sarà bello" disse la signora Ramsay. "Ma dovrai alzarti all'alba" aggiunse. Per suo figlio quelle parole furono messaggere di una gioia straordinaria, come fosse ormai deciso che la gita avrebbe avuto luogo, che il prodigio atteso con tanta ansia, per anni e anni gli sembrava fosse ora, dopo una notte di oscurità e un giorno di navigazione, a portata di mano.
Io sono come quella foglia, guarda,
sul nudo ramo, che un prodigio ancora
tiene attaccata.
Negami dunque. Non ne sia rattristata
la bella età che a un'ansia ti colora,
e per me a slanci infantili s'attarda.
Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
Morire è nulla; perderti è difficile.
Una delle mie prime scoperte di cos'è il cinema è legata al "Federale". In quel periodo io vivevo a Milano e venivo a Roma per trovare mio padre, e il mio primo ricordo legato a lui e alla scoperta dell' emozione cinematografica è dovuto alle visite sul set del "Federale". Ricordo che una volta assistetti alle riprese di un bombardamento: avevano montato delle torrette, che a me sembravano enormi, e poi passarono degli aerei e simularono un bombardamento: ricordo un pullman, delle biciclette, altre cose... e io ero piuttosto spaventato; e ricordo che mio padre si agitò per questo fatto e si arrabbiò, dicendo ai tecnici che avevano esagerato. Ma soprattutto ricordo un'altra emozione molto forte, legata alla volta che andai al cinema assieme a mio padre a vedere il film finito e a un certo punto c'era la famosa scena in cui lui è vestito da federale e lo picchiano: io ero bambino e vedendo mio padre lì sullo schermo che viene picchiato fui preso da un'ansia terribile; ma poi lo vedevo lì, vicino a me che mi tranquillizzava, mi diceva che è solo un film; e poi io ero stato anche sul set e avevo visto come si girano le scene... Sicché ricordo questo misto di emozioni, questo concatenarsi di eventi che fa sì che il cinema mi si riveli in tutte le sue forme: nel suo manufatto, nella sua visione e nella sua finzione, nella sua forte emotività.
Era l'aereo più romantico che fosse mai stato costruito.
Sul molo di Southampton, alle dodici e mezzo del giorno della dichiarazione di guerra, Tom Luther scrutava il cielo e attendeva l'aereo con il cuore colmo di ansia e di paura. Continuava a canticchiare sottovoce qualche nota di Beethoven: il primo movimento del concerto Imperatore, un motivo esaltante e battagliero, adatto al momento.
Attendeva paziente, quasi allegra, senza nessuna ansia, mentre i ricordi cedevano il posto a speranze e progetti. Speranze e progetti talmente complessi che non vedeva nemmeno più i cuscini bianchi su cui fissava lo sguardo, né si ricordava di cosa fosse in attesa.
Tutto quello che mi resta è la volontà di ricordare. Non c'è più il tempo: solo sogni febbrili. Mi sveglio con un senso d'ansia; ho paura di dimenticare.
Nel mio lavoro ora ho la sensazione rassicurante che io sono per così dire sul mio terreno e territorio e quasi certamente non competo in una gara ansiosa in cui non mi trovo improvvisamente a immergermi nella letteratura che qualcun altro aveva fatto molto tempo fa. È davvero a questo punto che il piacere della ricerca ha inizio, quando si è, per così dire, solo con la natura e non ci si deve più preoccupare delle opinioni umane, opinioni o esigenze. Per dirla in un modo che è più dotto che chiaro: l'aspetto filologico si ritira e solo quello filosofico rimane.
Era inevitabile: l'odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati. Il dottor Juvenal Urbino lo sentì non appena entrato nella casa ancora in penombra, dove si era recato d'urgenza a occuparsi di un caso che per lui aveva smesso di essere urgente già da molti anni. Il rifugiato antillano Jeremiah de Saint-Amour, invalido di guerra, fotografo di bambini e suo avversario di scacchi più compassionevole, si era messo in salvo dai tormenti della memoria con un suffumigio di cianuro d'oro.
Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato.
Ma era lì. Voleva trovare la verità, e la cercava con un'ansia appena paragonabile al terribile timore di trovarla, sospinta da un vento incontrollabile più imperioso della sua alterigia congenita, più imperioso persino della sua dignità: un supplizio affascinante.
Come vedi tutto è usuale, solo che il tempo stringe la borsa e c'è il sospetto che sia triviale l'affanno e l'ansimo dopo una corsa, l'ansia volgare del giorno dopo, la fine triste della partita, il lento scorrere senza uno scopo di questa cosa che chiami... vita.
I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l'ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c'è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l'insoddisfazione per l'esistenza del mondo.
Le vere domande e le vere risposte non sono fatte di parole: sono fatte di azioni, di gesti, di atti, di opere in cui possono anche essere compresse le parole. Eppure ogni cosa fatta in qualche modo la si paga in ansia, in insuccesso e, se tutto va bene, in nostalgia.
Come fa questo amore che dall'ansia di perdersi | ha avuto in un giorno la certezza di aversi.
Frasi sull'ansia
DiFabrizio De André
Se ansia di gloria, sete d'onore | spegne la guerra al vincitore, | non ti concede un momento per fare all'amore.
Frasi sull'ansia
DiFabrizio De André
...a un certo punto ho sentito una sensazione a cui non sono mai riuscito a dare un nome. È un misto di malinconia, tristezza, insoddisfazione, ansia, felicità. Quando la sento mi commuovo. Mi succedeva spesso in passato. Era qualcosa che mi sfuggiva e che provavo soprattutto quando restavo solo o mi fermavo un po' a pensare. Sentivo che saliva come il dolore dopo che hai preso una botta.
Siamo noi, siamo noi | che abbiamo ancora voglia di stupire noi | siamo noi | che la teniamo sempre accesa | quest'ansia leggerissima che abbiamo poi | di vivere la vita più che puoi.
La fortuna per il saggio non è una divinità come per la massa - la divinità non fa nulla a caso - e neppure qualcosa priva di consistenza. Non crede che essa dia agli uomini alcun bene o male determinante per la vita felice, ma sa che può offrire l'avvio a grandi beni o mali. Però è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti, e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato. Medita giorno e notte tutte queste cose e altre congeneri, con te stesso e con chi ti è simile, e mai sarai preda dell'ansia. Vivrai invece come un dio fra gli uomini. Non sembra più nemmeno mortale l'uomo che vive fra beni immortali.
Tutto è; niente è. L'una e l'altra formula arrecano uguale serenità. L'ansioso, per sua disgrazia, rimane a mezza strada, tremebondo e perplesso, sempre alla mercé di una sfumatura, incapace di insediarsi nella sicurezza dell'essere o dell'assenza di essere.
Ho paura di molte cose, come tutti. Vivo anche paure immotivate. Quando scrivevo uno dei primi film, fui preso da un'ansia enorme che decisi di uscire di casa in pigiama e pantofole, scappando non so davvero da che cosa. Ho paura anche delle mie fantasie che spesso scambio con delle profezie.
Roma è più bella di Parigi da un punto di vista di stretta estetica tradizionale. Ha sicuramente il centro storico più bello del mondo; penso alla zona dal Colosseo a piazza del Popolo, alla Roma seicentesca racchiusa nell'ansa del Tevere. Purtroppo le pesano addosso i guasti spaventosi della speculazione edilizia degli ultimi decenni, periferie senza storia e senz'anima. Chi conosce la città riesce a viverci comodamente, certe volte anche troppo, viene voglia di dire. Chi invece ci viene da forestiero temo che viva in un continuo stato di ansia, perché è una città dove non sono molte le cose che funzionano.
L'Inter è una forma di allenamento alla vita. È un esercizio di gestione dell'ansia, e un corso di dolcissima malinconia. È un preliminare lungo anni. È modo di ricordare che a un bel primo tempo può seguire un brutto secondo tempo. Ma ci sarà comunque un secondo tempo, e poi un'altra partita, e dopo l'ultima partita un nuovo campionato.