L'umanità rischia un effetto a catena distruttivo: esaurimento di energia, di acqua potabile, di alimenti base per soddisfare consumismi alimentari errati.
Come puoi decidere di fare un figlio se non fanno altro che dire che fra vent'anni finisce l'acqua, tra trentacinque arriva l'asteroide e tra mille si spegne il sole. A questo lo lascio senza luce, acqua e gas?
Anna che in bianco drappo si avvolge e abbandona | i dormenti capelli sugli occhi male aperti, | contempla le sue braccia mollemente adagiate | sulla pelle incolore del ventre discoperto. || Ella vuota, ella riempie d'ombra il suo petto lento, | e come un ricordo che preme le sue carni, | una bocca spezzata e piena d'acqua ardente | svolge il sapore immenso ed il riflesso dei mari. || Alfine in abbandono, libera d'esser nuova, | l'addormentata sola dall'ombre colorate | fluttua sul grigio letto e con un labbro riarso | nella tenebra sugge un soffio amaro di fiore. || E sul lenzuolo dove increspa l'alba insensibile, | cade, d'un braccio gelido sfiorato di carminio, | la rilassata mano cui sfugge la delizia | tra le sue dita ignude spogliate dall'umano. (da Anna)
Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l'acqua. Niente ostacoli - essa scorre. Trova una diga, allora si ferma. La diga si spezza, scorre di nuovo. In un recipiente quadrato, è quadrata. In uno tondo, è rotonda. Ecco perché è più indispensabile di ogni altra cosa. Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.
Com'è bello questo piccolo paesaggio / Questi due scogli questi pochi alberi / e poi l'acqua e poi il fiume / com'è bello / Pochissimo rumore un po' di vento / e molta acqua / È un piccolo paesaggio di Bretagna / può stare nel palmo della mano / quando lo si guarda da lontano / Ma avvicinandosi / non si vede più nulla / si urta contro uno scoglio / o contro un albero / ci facciamo male è peccato / [...]
In mezzo al mare l'acqua è azzurra come i petali dei più bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro; ma è molto profonda, così profonda che un'anfora non potrebbe raggiungere il fondo; bisognerebbe mettere molti campanili, uno sull'altro, per arrivare dal fondo fino alla superficie. Laggiù abitano le genti del mare.
Raggiungemmo Napoli, proprio mentre il Vesuvio era in piena attività: la lava scendeva dal monte oscuro, tracciando radici di fuoco al pino di fumo. Andai a vedere l'eruzione con Hertz e qualche altro scandinavo: la strada sale tra i vigneti e oltrepassa edifici isolati. Ben presto la vegetazione diede luogo ad arboscelli non più grandi di giunchi, e il crepuscolo era una meraviglia per gli occhi.