C'era, un po' in ombra, il focolaio; aveva
arnesi, intorno, di rame. Su quello
si chinava la madre col soffietto,
e uscivano faville.
C'era nel mezzo una tavola dove
versava antica donna le provviste.
Il mattarello vi allungava a tondo
la pasta molle.
C'era, dipinta di verde, una stia,
e la gallina in libertà raspava.
Due mastelli, là sopra, riflettevano,
colmi, gli oggetti.
C'era, mal visto nel luogo, un fanciullo.
Le sue speranze assieme alle faville
del focolaio si alzavano. Alcuna
-guarda!- è rimasta.
Prima non c'era niente! Solo una palla centrale grossa, molto grossa... come un enorme bombolone alla crema: La materia primordiale. Ma sopratutto c'era un silenzio bestiale. Non volava una mosca. Franco? Cosa c'è? Hai parlato? No, qui c'è un silenzio bestiale... infatti. BOOOMMMM. Improvvisamente c'è stata un'esplosione ancestrale che si è sentita fino a Cuneo. Tutta la crema che viaggiava nell'universo. E poi da questa crema si sono formate le prime cose. La prima cosa che si è formata è stato Il frigorifero, poi la lavastoviglie, i tavoli, le sedie, le posate e i piatti. E dentro i piatti la pasta. Ahhh, bella, buona, tanta... Solo che c'era un problema: chi se la mangiava quella pasta? Non c'era nessuno nell'universo. Allora Franco ha preso un po' di crema stellare, ha fatto così con le mani e ha creato l'uomo. E l'uomo si è mangiato tutta la pasta, ha fatto il ruttino e poi si è messo a dormire sul divano come un angioletto. Solo che c'era un altro problema: chi sparecchiava? Allora Franco c'ha pensato un po', poi ha preso un maccherone che era avanzato, lo ha lanciato in aria e ha inventato la donna che ha pulito tutto meno che il water.
Era una grande casa di provincia, con un portone sempre chiuso, quello nobile, pei signori, che vi davano un forte picchio col battente e un portone sempre spalancato, quello dove passavano i carri di grano, di vino, di carbone, di pasta. Sopra, gli stanzoni vasti, alti di soffitto, con le travi foderate di carta fiorata, coi muri dipinti di giallo chiaro o di lilla pallido.
Mi appassionano le storie legate a fatti di natura politica, Ustica, la strage di Piazza Fontana, quella di Bologna, che poi rappresentano la vergogna di un Paese che non riesce a dare risposte certe agli italiani. [...] Alcune storie di cronaca nera non mi interessano più di tanto. I gialli rock sono di tuttaltra pasta e poi io sono cresciuto con quella musica lì, Jimi Hendrix ce lho nel cuore.
Così ogni ubriacatura dà la pasta dell'uomo che la sostiene. Del resto con l'alcool si passano le ore, ci si diverte a contemplare la nostra natura, i ricordi, dai quali si possono trarre gli scopi, la conclusione del perché del nostro vivere; vengono fuori qualità e vizi che non si pensava avessero tali radici radicate.
Sono ottimista. Ci chiamavano quelli del miracolo, e io c'ero. Con il governo del Partito popolare in Europa ci guardavano con ammirazione. So come ci trattavano: con rispetto. Nel nostro Paese si creava gran parte del lavoro che si creava in Europa. Era un grande momento per il Paese ed è successo solo pochi anni fa. Oggi è la mia sfida. Dimostreremo ancora una volta al mondo chi siamo, di che pasta sono fatti gli spagnoli. Torneremo ad essere grandi, ma questa volta non chiamateci miracolati.
Mio padre è un medico illuminato che mi manda sms in latino maccheronico. Mia madre insegnava disegno e storia dellarte. Io ero una adolescente un po inquieta: mi ribellavo, scappavo di casa per andare alle feste, quelle robe lì. Eppure ho sempre frequentato le Orsoline. Anche Moana Pozzi andava a scuola dalle suore.
Ti do una valutazione un po' alla Gordon Ramsay, va bene? This dish is a piece of shit [lancia il vassoio con la pasta nel lavandino] and you, my friend, are an asshole! [Durante i provini di MasterChef]
Quando si utilizzano buoni ingredienti per fare piatti di pasta, insalate, stufati, hamburger, verdure grigliate, insalate di frutta e persino delle scandalose torte, tutte queste cose possono trovare un posto nella nostra dieta. Abbiamo solo bisogno di ritrovare il nostro senso comune: se ci si vuole rannicchiare e mangiare un poco di maccheroni e formaggio ogni tanto, va bene! Basta avere accanto una ragionevole porzione di una insalata fresca, senza mangiare una vecchia e grande porzione di torta al cioccolato dopo.
Il mio povero mucchio arde e già brilla:
pian piano appoggio sopra due mattoni
il nero testo di porosa argilla.
Maria, nel fiore infondi l'acqua e poni
il sale; dono di te, Dio; ma pensa!
l'uomo mi vende ciò che tu ci doni.
Tu n'empi i mari, e l'uomo lo dispensa
nella bilancia tremula: le lande
tu ne condisci, e manca sulla mensa.
Ma tu, Maria, con le tue mani blande
domi la pasta e poi l'allarghi e spiani;
ed ecco è liscia come un foglio, e grande
come la luna; e sulle aperte mani
tu me l'arrechi, e me l'adagi molle
sul testo caldo, e quindi t'allontani.
Io, la giro, e le attizzo con le molle
il fuoco sotto, fin che stride invasa
dal calor mite, e si rigonfia in bolle:
e l'odore del pane empie la casa.
Vado matto per la cucina di mia madre, per cui non c'è ristorante od osteria che valga un'uscita. Adoro il pesce e la cucina semplice, genuina. Ma è raro trovare un ristorante che cucini un normalissimo piatto di spaghetti al pomodoro.
Come erano tranquilli e beati gli altri, tutti gli altri! tornava a ripetersi, riabbassata la testa sul piatto . Come erano bravi a godersi la vita! La sua pasta si vede era diversa, inguaribilmente diversa, da quella della gente normale che una volta mangiato e bevuto non bada che a digerire. Accanirsi a mangiare e a bere a lui non sarebbe servito, no. Quando dopo l'antipasto avesse trangugiato anche il resto, il rombo lesso, il gorgonzola, l'arancia, il caffè, sarebbe ricascato in pieno a ruminare sulle sue solite cose, le vecchie e le nuove. Le sentiva in agguato, già pronte a saltargli addosso come prima, come sempre: e tutte quante insieme.
Non mi prendo sul serio nella vita, figuriamoci nella finzione. Non capisco il regista che ti dice vivi il personaggio. Tu devi divertirti in quello che stai facendo. Che significa anche andare a fine riprese al ristorante tutti assieme e continuare a parlare del film. A vivere il film. Divertendoti. A volte serve di più un piatto di pasta consumato insieme.
La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza.
La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature.
Adoro i primi e qui vince la metà del mio sangue beneventano. Sono cresciuta con la pasta fatta in casa, amo mangiarla talmente al dente che pare cruda. E poi le salse, un gran gusto! Mi tratto bene, anche perché ho il mio personal chef [riferendosi al fidanzato Fabio Fulco]
Ho tante colleghe che davanti a un piatto di pasta si intristiscono e cercano la distanza. Io dico che non bisogna precludersi nulla, perché il segreto sta in due parole: equilibrio e misura.
Frasi sulla pasta
DiCristina Chiabotto
Lo sapevate? La polvere da sparo è stata importata dai cinesi insieme agli spaghetti. Eppure né l'una né gli altri hanno avuto veramente successo finché a uno non gli è venuta l'idea di separare i due prodotti! Intuizioni, su... Rieducational Channel.
Il lusso, la spensieratezza e lo spettacolo consueto della ricchezza fanno quei ragazzi così belli, che si direbbero d'una pasta diversa da quella dei figli della mediocrità e della povertà.
1. I soufflé gonfiano solo per la famiglia.
2. L'uovo marcio è quello che rompi nella pasta della torta.
3. Non appena finisci di usare un utensile per qualcosa di liquido, ti servirà per qualcosa di asciutto.
4. Il tempo impiegato a consumare un piatto è inversamente proporzionale al tempo impiegato a prepararlo.
5. Qualunque cosa sia, qualcuno l'ha mangiato a pranzo lo stesso giorno.
[Leggi di Hammond per la cucina]
Lo scirocco è uno dei momenti più belli che possano essere concessi all'uomo, in quanto l'incapacità di movimento in quei giorni ti porta a stare immobile a contemplare una pietra per tre ore, prima che arrivi un venticello. Lo scirocco ti dà questa possibilità di contemplazione, di ragionare sopra alle cose, anche se è un po' difficile, in quelle circostanze, sviluppare il pensiero che è un po' "ammataffato", collosa, come la pasta quando scuoce.
Le corse rappresentano una bella fetta della mia storia, ma non sono di certo la parte più importante. Le mie più grandi passioni sono mio figlio Nicolò, le tagliatelle al ragù di mia madre e mia moglie Daniela, non necessariamente in questordine.
In tutte le epoche, insomma, avere figli ha sempre significato sacrificio, almeno fin che non viene il giorno in cui col colapasta e il grembiule si apre un periodo nuovo: cioè l'età scolare.