In una pensione di montagna andrebbe, | nella sala da pranzo scenderebbe, | i quattro abeti di ramo in ramo, | senza scuoterne la neve fresca, | dal tavolino accanto alla finestra guarderebbe.
Noi costruiamo statue di neve e piangiamo nel vederle sciogliersi.
Frasi sulla neve
DiWalter Scott
[L'inverno] È la mia stagione preferita. In estate non vedo l'ora che venga il momento di infilarsi il maglione e uscire a passeggiare. Da bambino adoravo la neve perché, quando nevicava, era tutto più magico. Sono cresciuto in una città industriale, quindi non esattamente bella o poetica, ma con la neve si trasformava in un posto incantato.
Amor, tu menvesscasti con doi lumi
de doi beli occhi dovio me strugo e [s]face,
da bianca neve e da rosa vivace,
da un bel parlar in donnessi costumi.
Tal che tanto ardo, ch[e] né mar né fiumi
spegnar potrian quel foco; ma non mi spiace,
poiché l mio ardor tanto di ben mi face,
chardendo onior più darder me consu[mi].
Quanto fu dolce el giogo e la catena
de toi candidi braci al col mio vòl[ti],
che, sogliendomi, io sento mortal pen[a].
Daltre cose io non dico, che fôr m[olti],
ché soperchia docenza a mo[r]te men[a],
e però tacio, a te i pens[e]r rivolti.
Neve Corona Menin venne al mondo nel tempo cattivo dell'inverno. Era il giorno dell'Epifania del 1919. Nella contrada San Rocco e nel paese stavano tutti in casa perché fuori nevicava, ed era già due metri alta e tutto rimaneva sepolto da quella grande quantità di bianco. Ma non era solo la neve a tenere la gente nelle case accanto ai fuochi di carpino, c'era anche il grande freddo.
Scorrono gli anni, volano i mesi e i giorni. Quanta pioggia è caduta, quanta neve! Ti svegli una mattina, e pare che sia finito un altro anno, ma è soltanto un nuovo giorno, e qua e là è spuntata una nuova ruga: sulla schiena, sul soffitto, sulla guancia.
L'amore è un fiore che sboccia dovunque, compie i suoi dolci miracoli sfidando il gelo dell'autunno e la neve dell'inverno e torna a rifiorire, turgido e fragrante durante il corso dell'anno, rendendo felice chi lo dona e chi lo riceve.
Ma io l'ho accolto. A braccia aperte. Perché la primavera scioglie la neve fiocco dopo fiocco e forse io ero stato testimone dello sciogliersi del primo fiocco. Correvo. [Amir]
Lo straniero arrivò ai primi di febbraio, in una giornata gelida, sferzata da un vento tagliente e battuta da una fitta nevicata, l'ultima della stagione. Veniva a piedi dalla stazione di Brumblehurstm, e teneva in mano, una mano pesantemente guantata, una valigetta nera. Era imbacuccato dalla testa ai piedi, e la tesa del suo morbido cappello di feltro gli scendeva sul viso, nascondendolo quasi interamente alla vista, L'unica cosa visibile era la punta lucida del suo naso. La neve gli si era ammucchiata contro il petto e sulle spalle e aveva ricamato una cresta bianca sul bagaglio. Più morto che vivo, entrò nell'albergo "Carrozza e cavalli" e lasciò cadere in terra la valigia.
Lo sconosciuto giunse ai primi di febbraio, in un giorno invernale, venendo dalla brughiera attraverso il vento pungente e la fitta neve, l'ultima nevicata dell'anno. Proveniva, a quanto sembrava, dalla stazione ferroviaria di Bramblehurst, reggendo nella mano infilata in un grosso guanto una piccola valigia nera. Era imbacuccato dalla testa ai piedi, e la tesa del morbido cappello di feltro gli nascondeva ogni pollice del volto eccetto la punta lucida del naso; la neve accumulatasi sulle spalle e sul petto profilava di bianco il fardello che portava. Entrato che fu barcollante nella locanda Carrozze e Cavalli, più morto che vivo all'apparenza, lasciò cadere a terra la valigia. "Un fuoco" gridò "per carità cristiana! Una stanza e un fuoco!"
Tra i monti viola dorme | Napoli bianco vestita, | Ischia sul mare fluttua | Come nube purpurea; | La neve tra i crepacci | Sta come studio candido di cigni; | Il nero Vesuvio leva il capo | Cinto di rossi riccioli.
Exercitum in hiberna deduxit, condusse le truppe nei quartieri d'inverno... Così Cesare termina ciascuno dei commentari gallici. È probabile che aspettasse quei giorni d'ozio e quella luce di neve per dettare le sue gesta a uno scriba. Altrettanto dovrebbe ciascuno di noi, serbando all'azione le rimanenti stagioni.
In una mattina d'inverno fuori la neve cadeva nella luce cupa K. sedeva nel suo ufficio, straordinariamente stanco già nelle prime ore. Per difendersi almeno dagli impiegati di livello inferiore aveva dato al commesso l'ordine di non lasciar passare nessuno di loro perché era occupato in un lavoro importante. Ma invece di lavorare si rigirava sulla sedia, spostava lentamente qualche oggetto sul tavolo, poi senza avvedersene fece cadere il braccio disteso lungo il piano del tavolo e rimase immobile con la testa china.
Mi sono spiato illudermi e fallire | abortire i figli come i sogni | mi sono guardato piangere in uno specchio di neve | mi sono visto che ridevo | mi sono visto di spalle che partivo.
Com'è bello giocare con la neve quando è pulita e bianca. Anche Gesù gioca volentieri con le anime dei bimbi quando sono bianche e pulite; ma se diventano sporche a Gesù non piacciono più.
Storia di neve vuol essere una specie di Cent'anni di solitudine ossia un epos, genere che alla letteratura europea sembra interdetto da più di un secolo.