È evidente che più la società si fa tecnologica, più si riducono i posti di lavoro. E paradossalmente quello che è sempre stato il sogno più antico dell'uomo: la liberazione dal lavoro si sta trasformando in un incubo.
Il nostro obiettivo principale è l'eliminazione dell'analfabetismo. Nella vecchia società vi erano delle scuole e licei e un certo numero di facoltà ma in campagna il 75% della popolazione, in particolare i contadini poveri e medio poveri non sapevano né leggere né scrivere, e anche in città il 60% dei lavoratori erano analfabeti. Appena due anni dopo la liberazione, solo il 10% della popolazione è analfabeta.
La maggioranza e l'opposizione sono chiamate a rendere più forte la Repubblica italiana nata da una lotta di liberazione di cui ormai oggi tutti riconoscono il valore fondante della nostra democrazia e della nostra libertà.
Qualsiasi desiderio è una schiavitù; anche se desideri Dio o la liberazione è una schiavitù. Né la liberazione può accadere se questo desiderio non sparisce totalmente. Per cui, ricorda, non puoi desiderare la liberazione: è impossibile, contraddittorio.
[Riferendosi alla Festa della Liberazione] Si dice che è una festa che dovrebbe unificare gli italiani. Ci sono dei connazionali con cui non mi sento unito; se in alcune parti d'Italia si può immaginare una propensione naturale alla pulizia etnica, io non mi sento unito. Se trovo un sindaco che immagina di dover punire dei bambini per stigmatizzare l'atteggiamento delle loro famiglie, io non mi sento unito a quel sindaco. Se c'è chi pensa che l'omofobia, il razzismo, la xenofobia, la mitologia negativa del diverso, siano ingredienti con cui convivere, io non mi sento di unirmi a chi pensa che l'intolleranza sia un fatto naturale.
Lo sforzo titanico che ha portato la liberazione in Sud Africa, e ha assicurato la totale liberazione dell'Africa, costituisce un atto di redenzione per i neri del mondo.
In Italia non c'è più opinione pubblica. Non parlo dell'opposizione, ma di qualcosa o qualcuno trasversale ai partiti, che comunque si riconosca in comuni valori democratici. E che, come succede in altri paesi, dovrebbe "punire" - mettiamoci le virgolette, per carità - un capo del governo che non ha senso dello Stato, che non va alle celebrazioni del 25 aprile, che aggredisce la magistratura, che ha come braccio destro un condannato per corruzione e come braccio sinistro un condannato per concorso in associazione mafiosa. E invece passano concetti come "agli italiani non interessa il conflitto di interessi, visto che hanno fatto vincere Berlusconi". Sì, ma interessa alla democrazia... La maggioranza delle persone, e non solo a destra, ormai considera normale che un uomo abbia il monopolio della tv, faccia politica e sia anche capo del governo. La sua vittoria è questa: ormai la bassa qualità della democrazia italiana è considerata un fatto normale, marginale.
Karl Marx diede un grande contributo alla causa per la liberazione dell'umanità ed a causa dei suoi immortali sforzi il suo nome è ancora conservato nel cuore della classe lavoratrice e della gente di tutti i Paesi.
In quel momento, alcune acqueforti appese alle pareti, e che non avevo notato nella prima visita [nella stanza di Nemo] mi colpirono. Erano ritratti di quei grandi uomini della storia la cui esistenza non è stata dedicata che a una grande idea umana. Kosciusko, l'eroe caduto al grido Finis Poloninniae; Botzaris, il Leonida della Grecia moderna; O' Connell, il difensore dell'Irlanda; Manin, il patriota italiano; Lincoln, caduto sotto la palla di uno schiavista, e infine quel martire della liberazione della razza negra, John Brown, appeso al patibolo, come l'ha terribilmente disegnato la penna di Victor Hugo.
C'è una cosa che in prigione s'impara: mai pensare al momento della liberazione, altrimenti c'è da spaccarsi la testa nel muro. Pensare all'oggi, al domani, tutt'al più alla partita di calcio del sabato; ma mai più in là. Prendere il giorno come viene.
Frasi sui muriFrasi sulla liberazioneFrasi sulla prigione
Il movimento femminista, figlio della rivoluzione sessuale di cui Playboy è stato parte integrante, a un certo punto si è confuso le idee pensando che liberazione sessuale ed emancipazione della donna fossero due idee in conflitto tra loro. Una follia oggi professata solo da una minuscola fetta, antistorica e anti-Playboy, del femminismo. Che si rifiuta di ammettere che la prima beneficiaria della nostra rivoluzione è stata la donna, storicamente cittadina di serie B anche a letto.
Oggi si assiste alla nascita di una nuova ondata di interesse per la speculazione filosofica. Per un certo periodo, nel diciannovesimo secolo, la dissoluzione di antiche dottrine sotto l'influenza della scienza, favorì la diffusione di un materialismo razionale, di cui furono cospicui esempi Huxley ed Haeckel, ma il successivo infrangersi degli standard morali, nella confusione della liberazione mentale, ha provocato un senso di inquietudine e di panico cerebrale, e per il momento assistiamo al divertente spettacolo di un brancolare alla ricerca di rifugio sotto l'ala di credenze soprannaturali concepite ciecamente al di fuori della riflessione intelligente, o tenuamente modificate così da accordare un sistema di origine extrarazionale con quante più verità scientifiche possibili.
L'irreligiosità moderna è una nuova freschezza di spirito, un atto morale, una liberazione. L'irreligiosità è una difficoltà, un carico, un obbligo, un dovere maggiore. In questo senso ci rende nobili. È l'emulazione con la virtù passata. Noi, irreligiosi, possiamo e dobbiamo essere da tanto quanto gli uomini passati, religiosi. Anzi di più; o meglio: altrimenti.
[Il Futurismo] è guerra contro l'accademia, contro l'università, contro lo scolarismo, contro la cultura ufficiale, è liberazione dello spirito dai vecchi legami, dalle forme troppo usate...è forsennato amore dell'Italia e della grandezza d'Italia... è odio smisurato contro la mediocrità, l'imbecillità, la vigliaccheria, l'amore dello status quo e del quieto vivere, delle transazioni e degli accomodamenti.
Per vent'anni l'Italia è stata governata da un regime fascista in cui ogni dialettica democratica era stata abolita. E successivamente un unico partito, la Democrazia cristiana, ha monopolizzato, soprattutto in Sicilia, il potere, sia pure affiancato da alleati occasionali, fin dal giorno della Liberazione. Dal canto suo, l'opposizione, anche nella lotta alla mafia, non si è sempre dimostrata all'altezza del suo compito, confondendo la lotta politica contro la Democrazia cristiana con le vicende giudiziarie nei confronti degli affiliati a Cosa Nostra, o nutrendosi di pregiudizi: "Contro la mafia non si può far niente fino a quando al potere ci sarà questo governo con questi uomini".
C'è una campagna di denigrazione della Resistenza: diretta dall'alto, coltivata dal cortigiano. Il loro gioco preferito è quello dei morti, l'uso dei morti: abolire la festa del 25 aprile e sostituirla con una che metta sullo stesso piano partigiani e combattenti di Salò, celebrare insieme come eroi della patria comune Giacomo Matteotti, ucciso dai fascisti e il filosofo Gentile, presidente dell'accademia fascista, giustiziato dai partigiani, onorare insieme le vittime antifasciste della risiera di San Sabba e quelle delle foibe titine. Proposte da comitati di reduci che evidentemente non hanno mai sentito parlare dei lager in cui i fascisti, prima e dopo l'armistizio, hanno chiuso migliaia di cittadini colpevoli unicamente di essere di etnia slovena.
Eppure, penso che sia tuttora di grande significato politico e morale rammentare il valore insostituibile della libertà, bene supremo per ogni essere umano, precondizione per ogni democrazia, e penso sia lecito domandarsi se ancora oggi - sessantatré anni dopo la liberazione - la nostra libertà corra pericoli e sia davvero minacciata. La minaccia non viene di certo dalle ideologie antidemocratiche del secolo scorso, che sono ormai sepolte con il Novecento che le ha generate. I rischi per la nostra libertà sono oggi di tutt'altra natura. L'insidia maggiore viene dal diffuso e crescente relativismo culturale, dalla errata convinzione che libertà significhi assoluta pienezza di diritti e pressoché totale assenza di doveri e finanche di regole. La libertà è minacciata nello stesso momento in cui - come sta avvenendo per alcune questioni - nel suo nome si teorizza una presunta impossibilità di definire ciò che è giusto e ciò che non lo è.
Come pensate che possa essere effettuata la transizione dalla situazione attuale alla comunanza della proprietà? La prima, fondamentale condizione per l'introduzione della comunanza della proprietà è la liberazione politica del proletariato attraverso una costituzione democratica.
Di scioperi ne ho visti tantissimi, anche di problematici e difficili. L'aria che si respira è sempre di liberazione, di gioia per avere conquistato uno spazio di libertà.
Attendo dagli dèi la liberazione da questo fardello: | da lunghi anni ogni notte dal tetto degli Atridi, | appoggiato come un cane sui gomiti, | contemplo i convegni notturni degli astri, | e quelli che portano inverni e quelli che portano estati | agli uomini, sovrani corruschi dell'etere, | e il loro levarsi e il loro tramontare. | E sono ancora qui a spiare il segnale, | il guizzare del fuoco che porterà da Troia | la voce della vittoria.
Voglio dimostrare che lo spogliarello non è una cosa sporca. Alcune persone dicono che quello che faccio non è sinonimo di liberazione sessuale. Io sostengo invece che è davvero liberatorio guadagnare 20 mila dollari per dieci minuti di lavoro.
Tu, che nell'ora di Amore estaticamente sempre presenti al mio cuore - ravvolto nel suo fuoco - il tuo cuore, suo testamento; tu, di cui nell'accostarmi sentii che il respiro era l'intimo incenso del santuario d'Amore, tu, che in silenzio lo hai posseduto e, attenta al suo desiderio, hai unito la tua e la mia vita mormorando: "Io sono tua, e tu sei uno con me", quale grazia da te, quale premio per me, quale gloria viene ad Amore - quando tutte le profonde scale tu scendi, fino all'oscura secca e alle lamentose acque della plaga dei sospiri, e colà i tuoi occhi, in liberazione, innalzano il mio spirito prigioniero alla tua anima!
Sono orgogliosa della decisione di questa amministrazione di rovesciare il regime di Saddam Hussein. Sono orgogliosa della liberazione di 25 milioni di iracheni. E sono orgogliosa di vedere un Iraq che sta ora emergendo con un governo più forte, veramente multietnico, con un governo che sta per avere la sua seconda serie di elezioni, che invita gli investitori privati a investire in Iraq, e che sta gettando solide basi di pace con i suoi vicini arabi.