Ecci una cosa, che quanto più se nha di bisogno, più si refiuta; e questo è consiglio, mal volentieri ascoltato da chi ha più bisogno, cioè dagli ignoranti. Ecci una cosa che quanto più nhai paura e più la fuggi, più te lavvicini; e questo è la miseria , che quanto più la fuggi più ti fai misero e sanza riposo.
Fuggi e precetti di quelli speculatori che le loro ragioni non son confermate dalla isperienzia.
Frasi sulla fuga
DiLeonardo da Vinci
Il dubbio e l'orrore sconvolgono | i suoi pensieri turbati, e dal profondo in lui | si agita l'inferno, ché egli si porta l'inferno | dentro di sé ed attorno, e non si può staccare | dall'inferno o da sé di un solo passo, fuggire | mutando luogo.
Abbiamo trovato un nuovo sistema per sfondare i cordoni... Quando si muovono gli squadroni a cavallo, i fascisti non devono fuggire, ma restare fermi, agitando fazzoletti bianchi e cappelli.
Ho effettuato innumerevoli fughe da porte secondarie, da uscite di emergenza o via su per i tetti. Ho lasciato più armadi io nel corso di cinque anni che quelli acquistati dalla maggior parte degli uomini nel corso dell'intera loro vita. Ero più scivoloso di una lumaca imburrata.
Tanto piú si cade in quello estremo che tu fuggi, quanto piú per discostartene ti ritiri in verso l'altro estremo, non ti sapendo fermare in sul mezzo.
Protettore dei supplici, Giove, | volgi l'occhio benevolo a questa | nostra schiera, che giunge per mare | dalle foci e le sabbie del Nilo. | La divina contrada finitima | della Siria fuggiamo; né bando | contro noi per delitto di sangue | decretava la nostra città. | Ma spontanee fuggiamo da sposi | consanguinei, schiviam l'abominio | d'empie nozze coi figli d'Egitto.
Noi non corriamo, verso la morte, fuggiamo la catastrofe della nascita, ci affanniamo, superstiti che cercano di dimenticarla. La paura della morte è solo la proiezione nel futuro di una paura che risale al nostro primo istante.
Fin dall'infanzia percepivo lo scorrere delle ore indipendente da ogni riferimento, da ogni atto e da ogni evento, la disgiunzione del tempo da ciò che tempo non era, la sua esistenza autonoma, il suo statuto singolare, il suo imperio, la sua tirannia. Ricordo con estrema chiarezza quel pomeriggio in cui, per la prima volta, di fronte all'universo vacante, non ero più che fuga di istanti ribelli ad adempiere ancora la loro particolare funzione. Il tempo si separava dall'essere a mie spese.
Mia madre mi ha convinto a inseguire ciò che volevo, a fuggire da un paesino sperduto dellAfrica. In casa non cera la tv, e nella città più vicina non cera nemmeno un cinema. Laggiù Hollywood era una leggenda, non un quartiere di Los Angeles. Nonostante questo isolamento mia madre è stata capace di insegnarmi il coraggio. Mi ha regalato uno spirito indipendente. Ha reso possibile il mio, anzi, il nostro, viaggio.
Nell'alta gastronomia ci sono mode fuggevoli, tendenze che si sviluppano rapidamente e altrettanto in breve si esauriscono, pur lasciandoci preziose eredità. Pensiamo allo stile dettato dalla nouvelle cuisine o, in tempi più recenti, alle innovazioni introdotte dai grandi chef spagnoli Noi italiani invece abbiamo una storia diversa: la nostra è una cucina strutturata, che declina gli ingredienti in infiniti modi; così a voler analizzare le ricette di un tempo c'è materiale da rielaborare sufficiente per decenni senza ripetersi.
Perfino l'ingegno degli animali si aguzza considerevolmente con il bisogno, cosicché in casi difficili essi fanno cose che ci stupiscono; quasi tutti, per esempio, considerano più prudente non darsi alla fuga, se credono di non essere stati visti: ecco perché la lepre si acquatta nel solco del campo e lascia che il cacciatore la sfiori nel passare oltre; mentre gli insetti, quando non hanno via di scampo, fanno finta di essere morti; e così via.
Udite, selve, mie dolce parole, | poi che la ninfa mia udir non vuole. | Ben si cura l'armento del pastore: | la ninfa non si cura dell'amante, | la bella ninfa che di sasso ha 'l core, | anzi di ferro, anzi l'ha di diamante. | Ella fugge da me sempre davante | com'agnella dal lupo fuggir suole.
Ah quanto è uom meschin, che cangia voglia | per donna, o mai per lei s'allegra o dole, | e qual per lei di libertà si spoglia | o crede a sui sembianti, a sue parole! | Ché sempre è più leggier ch'al vento foglia, | e mille volte el dì vuole o disvuole: | segue chi fugge, a chi la vuol s'asconde, | e vanne e vien, come alla riva l'onde.