Spengiti, spengiti breve candela! La vita non è che un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla.
Ho lavorato con Eduardo, che scriveva delle commedie a volte drammaticissime, e in sala non volava una mosca. Ciò significava che stavano seguendo e lo spettacolo funzionava.
I grandi registi negli anni cinquanta e sessanta - gli anni della grande commedia allitaliana - hanno mostrato lItalia per quella che era e sono riusciti a fare grandi lavori. Nel dopoguerra cerano problemi seri, come ce ne sono oggi, la situazione allora, come ora, non era facile.
Poi venne il cristianesimo e con esso la maledizione della carne. Il cristianesimo ha spezzato il mandala, i quattro che compongono l'armonia. Tre si trovano raccolti e separati dal quarto, il diavolo, che l'iconografia prese a dipingere con i tratti di Pan, il dio greco del sesso che, nell'ora meridiana da lui preferita, rincorreva con i suoi zoccoli da capra e le sue corna mozze le ninfe del bosco. Il cristianesimo tenne le file della sessualità in Occidente, dove il cielo era separato dalla terra e lo spirito dalla carne. Se un bel giorno si smettesse di esecrare la pornografia, che poi altro non è se non la carne nella sua solitudine, e si incominciasse a esecrare chi ha ridotto la carne in solitudine, separandola dal cielo per farne l'anticamera dell'inferno, il primo girone della Commedia.
Una commedia dovrebbe darti qualcosa su cui pensare. Quando vedo per la prima volta una commedia e la comprendo pienamente, allora so che non è nulla di buono.
Nessuna cosa è per se stessa una sola; tu non puoi, correttamente, dar nome a una cosa né a una sua qualità; se tu, per esempio, chiami alcuna cosa grande, ecco che essa potrà apparire anche piccola; se la chiami pesante, potrà apparire anche leggera; e così via per tutto il resto, perché niente è uno, né sostanza, né qualità. Dal mutar luogo, dal muoversi, dal mescolarsi delle cose fra loro, tutto diviene ciò che noi, adoprando una espressione non corretta, diciamo che è; perché niente mai è, ma sempre diviene. Su questo punto tutti i filosofi, uno dopo l'altro, a eccezione di Parmenide, si deve ammettere che sono d'accordo, [...]; e anche sono d'accordo i migliori poeti dell'uno e dell'altro genere di poesia, Epicarmo della commedia, della tragedia Omero; il quale, dicendo "Padre fu Oceano a' numi e madre Teti", intese dire che tutte le cose hanno origine dal flusso e dal movimento.
Molti, quando provano a leggere la Commedia, si impantanano nell'Inferno e immaginano che la visione di Dante sia quella di una stanza degli orrori: persone affondate nella merda a testa in su; persone affondate nella merda a testa in giù; e un lago di ghiaccio (il che suggerisce influenze arabe: è l'inferno musulmano), ma questo è solo l'inizio del viaggio, il punto di partenza.
Anch'io avevo le mie illusioni. Pensavo che la vita sarebbe stata una commedia brillante, e tu uno dei suoi molti e affascinanti personaggi. Scopersi che era una tragedia repellente e ignobile e che la sinistra occasione del grande colpo di scena, sinistra nella concentrazione della sua mira e nell'intensità del suo maligno volere, eri tu, spogliato di quella maschera di gioia e piacere da cui non meno di me eri stato ingannato e fuorviato.
Ovunque un "tu" piacione e colloso, un clima da eterna rimpatriata (e si immaginano i ristoranti, i bavaglioli, le risate grasse) e una furbizia greve, da commedia dell'arte: quella stessa che poi vediamo, ripulita dei suoi quadri più inconfessabili, nei peggiori talk-show calcistici, dove "l'amico Moggi" da anni ammannisce a una platea spesso estasiata oscure facezie e sorridenti minacce, una specie di andreottisimo però imbertoldito, un'imitazione popolaresca del Potere che è parodia però senza saperlo. In fondo soprattutto penosa, e penosa non tanto perché rimanda a probabili prepotenze calcistiche, quando perché incarna (altro che calcio...) la vecchia furbizia contadina italiana appena appena camuffata, incravattata di fresco, e riscodellata in video per la gran gioia di chi non vuole fare la fatica di pensarci diversi, noi italiani, da questo stucchevole arrangiarci da subalterni: da servi, altro che da potenti. (Che la furbizia sia caratteristica servile, e mai signorile, è la sola fondamentale scoperta politica che milioni di italiani devono ancora fare).
Quando ho visto per la prima volta i film di Vittorio De Sica ho urlato: "Ecco! Voglio fare questo!". Nessuno come lui ha saputo fondere commedia e sentimenti. Io ho fatto un cinema più apertamente comico, ma certo in me c'è qualcosa della "lezione italiana", da Totò a Sordi. Inclusa, forse, la capacità di osservare una realtà anche non piacevole e deformarla sotto la lente della risata.
Tragedia è se mi taglio le dita... Commedia è se camminando cadi in una fogna aperta e muori.
Frasi sulla commedia
DiMel Brooks
«Beate le marionette,» sospirai, «su le cui teste di legno il finto cielo si conserva senza strappi! Non perplessità angosciose, né ritegni, né intoppi, né ombre, né pietà; nulla! E possono attendere bravamente e prender gusto alla loro commedia e amare e tener se stesse in considerazione e in pregio, senza soffrir mai vertigini o capogiri, poiché per la loro statura e per le loro azioni quel cielo è un tetto proporzionato.
Siamo il culo sulla sedia, il dramma, la commedia | il facile rimedio; | Siamo l'arroganza che non ha paura | siamo quelli a cui non devi chiedere fattura!
"Dove andremo a finire?" si domandano le direttrici dei collegi leggendo sulla Tribuna del ventun febbraio 1919 questa notizia: "Enrico Cavicchioli ha ultimato la sua nuova commedia in tre atti dal titolo: La danza del ventre, che ha per protagonista un eunuco."
Frank Sinatra Dopo Bogey, anzi con Bogey, è l'uomo più attraente che abbia conosciuto. E, mi creda, in campo maschile, i miei gusti sono difficili. Sul piano di Frankie metterei solo Adlai Stevenson, il regista John Huston e il commediografo Sherwood.
Da noi i film sono catalogati per genere: commedia o dramma. In Francia, invece, esiste un genere indefinibile e che io preferisco, e che si situa tra i due estremi: Coeurs di Resnais, per esempio, è un film malinconico ma anche molto buffo.
Arrivai a girare cinque film in un anno. La formula era abbinare l'erotismo, un erotismo più allusivo che altro, alla commedia, una commedia però di classe. Risultato: credo di essere stato l'unico attore italiano ad avere tre sue pellicole contemporaneamente nelle sale. Accadde nel 1975, con Il merlo maschio, Homo eroticus e Il vichingo venuto dal sud.
Mi sono fermato perché non mi piaceva più il genere, veniva fuori Banfi, quelle cose orrende con Pierino, con quei guardoni, o quei film con quelle donne tanto desiderate coi culi di fuori. Io non toccavo le donne nei film come facevano gli altri, con quei tocchetti vigliacchi, io le portavo a letto, era ben diverso. Quel cinema non mi piaceva, così ho deciso di non fare più quel genere di commedia erotica, rifiutando tante proposte.
Frasi sulla commedia
DiLando Buzzanca
I ruoli drammatici sono più naturali per me. La commedia è una cosa che è davvero necessario approfondire.
Non che manchi una sorta di Divina Commedia una drammatica mutazione e potenza nelle cose belle; la gioia della sorpresa e dell'accidente si mescola, in un modo nobile e durevole, nella musica, nella pittura, nell'architettura e nella stessa bellezza naturale con la perfezione di forma e colore eterni.
Il fine dell'arte è serio come quello di tutte le cose belle: dei cieli azzurri e dell'erba verde, delle nuvole e della rugiada. O sono inutili, oppure hanno una funzione molto più profonda di quella di dare divertimento. Qualunque maggiore o minore diletto noi troviamo in esse, è diverso da quello che traiamo da un gioco o riceviamo da una momentanea sorpresa. Sarebbe materia di una certa difficoltà metafisica il definire la differenza fra i due generi di piacere, ma è semplicissimo per ciascuno di noi avvertire che c'è una differenza di genere fra il piacere di assistere ad una commedia e quello di guardare il sorgere del sole.
Se penso ad un attore mi viene subito in mente Carlo Verdone. Egli ha avuto il merito di continuare la tradizione della commedia all'italiana senza mai scendere nella volgarità, come purtroppo accade spesso al giorno d'oggi. Inoltre, anche se non lo conosco personalmente, mi sembra una brava persona, il che non è cosa da poco.
Macbeth è un pezzo molto popolare tra il pubblico. Se vuoi vendere un teatro, basta montare una produzione di Macbeth. Si tratta di una breve commedia, è un gioco emozionante, è facile da capire, e attira grande recitazioni.