C'è una povertà in questo tipo di vita, una povertà diversa da quella materiale di una volta. Una povertà interiore che, più che far paura, umilia. Umilia la grande ricchezza, la grande potenzialità che c'è in ognuno di noi.
Era insieme terribile e stranamente umiliante rendersi conto della facilità con cui il disagio fisico poteva avere il sopravvento sulla mente, dilagando come gas velenoso fino a impossessarsi di ogni piccolo angolo dell'organismo. Cordoglio? Lutto? Che cos'erano mai quando sentivi il freddo in marcia dalla punta delle dita di mani e piedi su, verso il naso, Dio del cielo, e poi dove ancora? Al cervello, di grazia. E al cuore. Nella morsa di un freddo così, cordoglio e lutto erano solo parole. Ma no, nemmeno, erano suoni. Erano blablà privi di significato, quando stavi seduto a rabbrividire sotto le stelle in attesa di una mattina che non arrivava mai.
La verità è nell'occhio di chi guarda, ma se si parla di narrativa, la sola responsabilità dello scrittore è quella di cercare la verità nel proprio cuore. Non sarà sempre la verità del lettore, e nemmeno quella del critico, ma finché sarà la verità dello scrittore (e finché quest'ultimo non si umilierà né si toglierà il cappello in ossequio alle mode), tutto andrà bene. Per gli scrittori che mentono di proposito, per quelli che sostituiscono comportamenti non credibili al modo in cui le persone agiscono davvero, io non provo altro che disprezzo. Scrivere male non è solo questione di cattiva sintassi o scarso spirito d'osservazione: si scrive male quando ci si rifiuta di raccontare storie su quel che la gente fa realmente.
[Dalla Postilla]
Egli non trovava pace fin quando non aveva perduto tutto. Il giuoco era per lui anche un modo di punirsi. [...] Quando con la sua perdita aveva gettato sé stesso e la moglie nella miseria più nera ne traeva un secondo soddisfacimento patologico. Poteva coprirsi dingiurie al suo cospetto, umiliarsi, intimarle di disprezzarlo, recriminare chella avesse sposato lui, vecchio peccatore, e dopo essersi così sgravato la coscienza ricominciava da capo il giorno successivo.
Quando non ho avuto più niente da perdere, ho ottenuto tutto. Quando ho cessato di essere chi ero, ho ritrovato me stesso. Quando ho conosciuto l'umiliazione ma ho continuato a camminare, ho capito che ero libero di scegliere il mio destino.
Chiudere un'anima in uno scatolone buio non è giusto. È quello che accade quando muori, ma finché vivi, finché ti resta dentro un po' di energia, hai l'obbligo verso te stesso e verso tutto quanto c'è di più sacro al mondo di non cedere a queste umiliazioni.
Vi dico due parole importanti: "Sinistra" che significa la casa dei diritti, che significa accendere le luci sugli angoli del dolore sociale, che significa parlare degli invisibili, di tanta gente smarrita e perduta! E l'altra parola: "Libertà"! Dobbiamo liberare la libertà. Dobbiamo liberarla: ne han fatto un mercimonio, l'hanno sequestrata in un supermarket, l'hanno messa in una prigione: è la libertà dei potenti di fare ciò che credono e ciò che vogliono, di umiliare la giustizia, di umiliare un popolo! Non è questa la libertà! La libertà è un'altra!
[...]Non vale niente se non hai condivisione del dolore del mondo! Non vale niente la politica se non sente le ferite dell'umanità! Non vale a niente niente! Non vale niente studiare! Non vale pettinarsi... Non vale presentarsi bene al mondo... Non vale innamorarsi... non vale inebriarsi nella buona musica... non vale conoscere la bellezza di un sonetto di Shakespeare... non vale innamorarsi del chiaro-scuro di una pittura di Caravaggio... non vale niente e niente se non sai piangere le lacrime del mondo quando quando l'umanità è ferita, vilipesa, umiliata, uccisa! Non vale niente! È inutile andare in Chiesa alla domenica e farsi il segno della croce per poi tradirlo tutti i giorni! È inutile! Siamo ipocriti!
Il fondamento della vergogna non è un nostro sbaglio personale ma l'oltraggio, l'umiliazione che proviamo per essere costretti ad essere ciò che siamo senza averlo scelto, e l'insopportabile sensazione che questa umiliazione sia visibile da ogni parte.
Capita alle persone veramente sapienti quello che capita alle spighe di grano: si levano e alzano la testa dritta e fiera finché sono vuote, ma quando sono piene di chicchi cominciano a umiliarsi e ad abbassare il capo.
Aspettavamo i giorni di tirocinio con una ansietà segreta. I giorni di lezione erano monotoni, spesso tristi. Noi studiavamo senza voglia, malamente, con programmi incerti, con professori troppo severi o assolutamente inetti. Eravamo già maestre e l'essere trattate da scolarette ci umiliava, ci stizziva. A casa, qualcuna di noi aveva la povertà, quasi tutte una miseria decente e chi un fratello ebete, chi un padre paralizzato, chi una matrigna tormentatrice, qualche piaga celata con cura, qualche vergogna nascosta con una nobile pietà, qualche infelicità, qualche ingiustizia del destino, a cui la rassegnazione era completa.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.
Tradito umiliato lasciato | Offeso e mortificato | Ma molto peggio ignorato | Col cuore spezzato | Ma sicuro di aver amato anche se non ricambiato | consapevole di aver vissuto una passione che rivivrei.
Come succede in tutte le comunità gli sconfitti fanno lega e tentano con tutti i mezzi, ma soprattutto in ragione del numero, di umiliare il più forte.
Questa Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall'Italia. Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore, ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento. Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l'aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire perfino l'ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato, ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio.
Tutti dovrebbero guardare con rispetto come un popolo venga liberato dall'umiliazione di infliggere la sofferenza; come la vittima sia riscattata dal suo tormento e l'aguzzino dalla maledizione, che è peggio di qualsiasi tormento.
Non stiamo legiferando per gente remota e sconosciuta; stiamo allargando la possibilità di essere felici per i nostri vicini, i nostri compagni di lavoro, i nostri amici e i nostri famigliari ed allo stesso tempo stiamo costruendo un paese più onesto, perché una società onesta è una società che non umilia i suoi membri.
Frasi sull'umiliazione
DiJosé Luis Zapatero
Ogni scrittore, ogni uomo deve vedere in tutto ciò che gli accade, ivi compreso lo scacco, l'umiliazione e la sventura, uno strumento, un materiale per la sua arte, da cui deve trarre profitto.
E la Morte parlò a loro. Era arrabbiata perché tre nuove vittime l'avevano appena imbrogliata: di solito i viaggiatori annegavano nel fiume. Ma la Morte era astuta. Finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che ciascuno di loro meritava un premio per essere stato tanto abile da sfuggirle.
Così il fratello maggiore, che era un uomo bellicoso, chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo [...].
Il secondo fratello, che era un uomo arrogante, decise che voleva umiliare ancora di più la Morte e chiese il potere di richiamare gli altri dalla Morte. [...]
Infine la Morte chiese al terzo fratello, il minore, che cosa desiderava. Il fratello più giovane era il più umile e anche il più saggio dei tre, e non si fidava della Morte. Perciò chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. E la Morte, con estrema riluttanza, gli consegnò il proprio Mantello dell'Invisibilità.
Le intercettazioni dovrebbero essere segrete, io non ho avuto accesso a questo genere di documentazione, poi leggo sul giornale di tutto di più, intercettazioni che mi vorrebbero coinvolto in festini, in orge, in tutta una serie di comportamenti che dovrebbero favorire alcune imprese rispetto ad altre. Dopo anni di duro lavoro per cercare di dare l'esempio e mantenere un comportamento rigoroso da servitore dello Stato, francamente mi sembra umiliante.