La bellezza è estasi; è semplice come il desiderio del cibo. Non si può dire altro sostanzialmente, è come il profumo di una rosa: lo puoi solo odorare.
L'amore vero si dispera o va in estasi per un guanto perduto o per un fazzoletto trovato, e ha bisogno dell'eternità per la sua devozione e le sue speranze. Si compone insieme dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo.
In un'estasi mi apparve un angelo tangibile nella sua costituzione carnale e era bellissimo; io vedevo nella mano di questo angelo un dardo lungo; esso era d'oro e portava all'estremità una punta di fuoco. L'angelo mi penetrò con il dardo fino alle viscere e quando lo ritirò mi lasciò tutta bruciata d'amore per Dio. [ ] Nostro Signore, il mio sposo, mi procurava tali eccessi di piacere da impormi di non aggiungere altro oltre che a dire che i miei sensi ne erano rapiti.
Frasi sull'estasi
Sembra che il sesso sia l'unico grande pensiero dei nostri giorni e il piacere il pifferaio magico a cui tutti corriamo dietro estasiati.
Quella di Beethoven [Settima Sinfonia] si confondeva in me con l'immagine di Shakespeare: nell'estasi dei signi ricorrevano entrambi, li vedevo, parlavo con loro; al risveglio mi trovavo in lacrime.
Mia moglie Vera mi dice: «Sulle strade francesi ogni cinquanta minuti muore un uomo. Guardali, tutti questi pazzi che corrono accanto a noi. Sono gli stessi che sanno essere così straordinariamente prudenti quando sotto i loro occhi viene scippata una vecchietta. Com'è possibile che quando guidano non abbiano paura?». Che cosa rispondere ? Questo, forse: che l'uomo curvo sulla motocicletta è tutto concentrato sull'attimo presente del suo volo; egli si aggrappa a un frammento di tempo scisso dal passato come dal futuro; si è sottratto alla continuità del tempo; è fuori del tempo in altre parole, è in uno stato di estasi: in tale stato non sa niente né della sua età, né di sua moglie, né dei suoi figli, né dei suoi guai, e di conseguenza non ha paura, poiché l'origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere.
Ovunque un "tu" piacione e colloso, un clima da eterna rimpatriata (e si immaginano i ristoranti, i bavaglioli, le risate grasse) e una furbizia greve, da commedia dell'arte: quella stessa che poi vediamo, ripulita dei suoi quadri più inconfessabili, nei peggiori talk-show calcistici, dove "l'amico Moggi" da anni ammannisce a una platea spesso estasiata oscure facezie e sorridenti minacce, una specie di andreottisimo però imbertoldito, un'imitazione popolaresca del Potere che è parodia però senza saperlo. In fondo soprattutto penosa, e penosa non tanto perché rimanda a probabili prepotenze calcistiche, quando perché incarna (altro che calcio...) la vecchia furbizia contadina italiana appena appena camuffata, incravattata di fresco, e riscodellata in video per la gran gioia di chi non vuole fare la fatica di pensarci diversi, noi italiani, da questo stucchevole arrangiarci da subalterni: da servi, altro che da potenti. (Che la furbizia sia caratteristica servile, e mai signorile, è la sola fondamentale scoperta politica che milioni di italiani devono ancora fare).
Il mio obiettivo nella vita è quello di dare al mondo ciò che ho avuto la fortuna di ricevere: l'estasi della divina unione attraverso la mia musica e la mia danza.
Posso dire di avere conosciuto giorni d'estasi tra gli anni 15 e 20 della mia vita, per virtù delle matematiche, e quando mi capita di poter ricordare quei giorni, quelle semplici immagini, quelle costruzioni di modelli impenetrabili alla malinconia, alle lacrime, alle debolezze del sesso e del cuore, un incanto inesprimibile, una pena soave, una musica accorata mi quieta tutte le voglie.
Dopo le esecuzioni che io chiamo buone (un'esperienza incredibile come se componessi in quel momento...), devono passare alcuni minuti prima che riesca a ricordare dove mi trovo, in quale sala o teatro, in quale Paese, o chi sono. Una sorta di estasi che corrisponde in tutto e per tutto alla perdita di coscienza.
Spesso mi tornano in mente cose che ho dimenticato negli anni. Ad esempio, laltro giorno ho rivisto un mio duetto con Lionel Hampton, che serata. E quando mi ritrovai in un pianobar di via Veneto a Roma con Ella Fitzgerald e Oscar Peterson al pianoforte? Ero estasiato.
La donna ha un momento significativo in cui il destino di essere destinata al momento più insignificante dell'uomo, le fa assumere un'espressione del viso estasiata e spaventata, che rispecchia un piacere realmente tragico.
L'Inter è sempre sola nel senso di solitaria, staccata da tutto il resto, al confine; è sola nel senso di unica, nel modo di pensare, di agire e di rapportarsi con il mondo. Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di sembrare banale: l'Inter è una creatura diversa rispetto a tutte le altre squadre. Nel nostro DNA c'è una piccola dose, o forse qualcosa di più, di sana, lucida follia; l'Inter è genio e sregolatezza, l'Inter è sofferenza, l'Inter è dolore, l'Inter è estasi. Dall'Inter ci si può aspettare tutto e il contrario di tutto. Vittorie impossibili e tonfi clamorosi, partite della vita e passaggi a vuoto inimmaginamili. È così, storicamente.
Un'ondata di gioia ancora più tenera gli sfuggì dal cuore e gli scorse come un caldo flusso nelle arterie. Come il tenero fuoco di stelle, attimi della loro vita insieme, di cui nessuno sapeva o avrebbe mai saputo, si scagliarono nella sua memoria illuminandola. Desiderava rammentarle quegli attimi, farle dimenticare gli anni della noiosa vita in comune e ricordarle soltanto gli attimi di estasi. Perché gli anni, sentiva, non avevano spento la sua anima o quella di lei. I bambini, lo scrivere, le cure della famiglia non avevano spento del tutto il tenero fuoco delle loro anime. In una lettera che le aveva scritto allora aveva detto: "Come mai parole come queste mi sembrano tanto fiacche e fredde? Forse perché non esiste per il tuo nome parola abbastanza tenera? Le parole scritte anni prima gli giunsero dal passato come una musica lontana. Moriva dal desiderio di rimanere solo con lei. Quando, andati via gli altri, lui e lei sarebbero stati nella loro camera in albergo, allora sarebbero stati soli, e insieme.
Frasi sull'estasi
DiJames Joyce
E per un istante raggiunsi l'estasi che avevo sempre desiderato conoscere: consisteva nell'entrare di netto nelle ombre eterne superando il tempo cronologico e nell'osservare stupefatto da lontano lo squallore del regno mortale, nella sensazione della morte che mi incalzava spingendomi ad andare avanti, con un fantasma alle spalle che la incalzava a sua volta, e correvo verso un trampolino dal quale si tuffavano gli angeli per lo volare nello spazio sacro del vuoto della non-creazione, nel potente e inconcepibile fulgore che si sprigionava dalla luminosa Essenza della Mente, con gli innumerevoli regni dell'oblio che si aprivano nel magico firmamento del paradiso.
Una libertà oscena, gioiosa, nuda, che nella sua fantasia si ergeva come un'immensa cattedrale spaziosa, magari in rovina, magari scoperchiata, spalancata verso la volta del cielo, nella quale lui e lei sarebbero ascesi in assenza di peso verso un poderoso abbraccio per perdersi, per annegare in ondate di purissima estasi dimentiche di tutto. Era talmente semplice! Come mai non vi si trovavano già, e invece stavano ancora seduti lì, intrappolati da tutte le cose che non sapevano dire, o che non osavano fare?
L'opera di Adrienne von Speyr è basata su alcuni presupposti. Essi sono essenzialmente i seguenti: 1) l'autore dell'Apocalisse è il discepolo prediletto Giovanni, che l'ha scritta come sua ultima opera dopo il Vangelo e le lettere; 2) le sue affermazioni vanno prese sul serio. Egli ha realmente visto quel che dice d'aver contemplato, e l'ha visto precisamente nel modo in cui lo riferisce: perciò non ha finto né il fatto del rapimento, perché una cosa del genere fa parte del modo di esprimersi del genere letterario apocalittico, né ha fatto ricorso a forme e immagini letterarie esistenti, magari per esprimere un'estasi effettiva; la sua opera è originaria ed autonoma. Essa, qualora qui si possa seriamente parlare di un genere letterario, costituisce al riguardo l'analogatum princeps; se l'Apocalisse conclude la serie delle visioni e predizioni bibliche genuine, allora queste (soprattutto in Ezechiele e Daniele) nell'economia salvifica divina erano orientate alla "rivelazione" conclusiva "di Gesù Cristo concessagli da Dio". Erano predizioni preparatorie e parziali di quanto Dio volle ora rivelare per mezzo di Cristo ai suoi servi nella Chiesa e che manifestò "inviando il suo angelo al suo servo Giovanni" (Ap 1,1).
Frasi sull'estasi
DiHans Urs von Balthasar
Se la loro voglia di farsi del male e di procurarne agli altri avesse tregua (pur non cessando i dubbi sul che fare e il rifiuto della famiglia e dell'esistenza così com'è oggi) folle di giovani, invece di intossicarsi orribilmente nei modi che sappiamo, cercassero estasi e oblio, con dosi quotidiane, anche forti, di ragione e di bellezza, le città di notte si riempirebbero di pensatori che bisbigliano, di solitari persi in un libro, di filosofi in agguato dietro un angolo Qualcuno morrebbe, verso il mattino, per overdose di conoscenza.
La bellezza dell'estasi orrorifica consolida l'orrore estatico in una metafisica pazienza: quando morirò vivrò nei miei romanzi.
[da un'intervista; Corriere della sera, 13 gennaio 2009]
Tutte le cose apparivano definite e distinte, ma in una maniera innaturale. Esistevano, come simboli, in un'estasi di isolamento. Ogni oggetto diventava ognor più particolare e prezioso, perché il quadro stava per frantumarsi. Le cose splendono così, appunto un'istante prima di esplodere.
O quando tutte le notti - per pigrizia, per avarizia - ritornavo a sognare lo stesso sogno: una strada color cenere, piatta, che scorre con andamento di fiume fra due muri più alti della statura di un uomo; poi si rompe, strapiomba sul vuoto. Qui sporgendomi da una balconata di tufo, non trapela rumore o barlume, ma mi sorprende un ribrezzo di pozzo, e con esso l'estasi che solo un irrisorio pedaggio rimanga a separarmi... Da che? Non mi stancavo di domandarmelo, senza però che bastasse l'impazienza a svegliarmi; bensì in uno stato di sdoppiata vitalità, sempre più retratto entro le materne mucose delle lenzuola, e non per questo meno slegato ed elastico, cominciavo a calarmi di grotta in grotta, avendo per appiglio nient'altro che viluppi di malerba e schegge, fino al fondo dell'imbuto, dove, fra macerie di latomia, confusamente crescevano alberi (degli alberi non riuscivo a sognare che i nomi, ho imparato solo più tardi a incorporare nei nomi le forme).
C'è una gioia nei boschi inesplorati, / C'è un'estasi sulla spiaggia solitaria, / C'è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, / e c'è musica nel suo boato. Io non amo l'uomo di meno, ma la Natura di più.
José Palacios, il suo domestico più antico, lo trovò che galleggiava sulle acque depurative della vasca da bagno, nudo e con gli occhi aperti, e credette che fosse annegato. Sapeva che era uno dei suoi molti metodi per meditare, ma lo stato di estasi in cui giaceva alla deriva sembrava quello di chi non appartiene più a questo mondo. Non si azzardò ad avvicinarsi, ma lo chiamò con voce sorda secondo l'ordine di svegliarlo quando non fossero ancora le cinque per mettersi in marcia alle prime luci. Il generale emerse dalla malía, e vide nella penombra gli occhi azzurri e diafani, i capelli crespi color scoiattolo, la maestà impavida del suo maggiordomo di tutti i giorni che reggeva in mano la ciotola dell'infuso di papavero con gomma arabica.
Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te.