Siccome infatti la Grazia non distrugge la natura, ma anzi la perfeziona, la ragione deve servire alla fede, nel modo stesso che l'inclinazione naturale della volontà asseconda la carità. [...] È così che la sacra dottrina utilizza anche l'autorità dei filosofi dove essi con la ragione naturale valsero a conoscere la verità; [...]. Però di questa autorità la sacra dottrina fa uso come di argomenti estranei e probabili; mentre l'autorità della Scrittura canonica si serve come di argomenti propri e rigorosi.
Questi cantanti sfornati da "Amici e "X-Factor" sono ragazzi sfortunati. In loro, nonostante la grande voglia che hanno, non vedo i talenti del domani. Non mi emozionano assolutamente quando li ascolto, né a livello di scrittura delle canzoni, né a livello vocale.
Sono anche stanco di questa mia scrittura, giacché stile non si vuol chiamare, falsamente classicheggiante, falsamente nervosa, falsamente sostenuta, falsamente abbandonata, e giù con tutte le altre falsità; possibile che io non sappia arrivare a una onesta umiltà e che le frasi mi nascano già tronfie dal cervello come Pallade armata dal... ecco che ci risiamo?
Perché gli scrittori ricordano tutto, Paul. Specialmente quello che fa male. Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di esse, anche della più piccola. E dalle più grandi avrai romanzi, non amnesie. Un briciolo di talento è un buon sostegno, se si vuol diventare scrittori, ma l'unico autentico requisito è la capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice.
[Alla domanda "Lei ha allucinazioni?"] Tutti i giorni dalle 7 alle 12, quando scrivo: nei romanzieri si chiamano immaginazione. Io vedo realmente, davanti a me, gli orrori che racconto, come fossi ipnotizzato. Tant'è che se non scrivo, mi addormento a fatica e faccio brutti sogni: quelle allucinazioni devono comunque affiorare, nel sonno o nella veglia. Anche la scrittura dà assuefazione come l'alcol.
Non ho mai visto nessuno assumere che tutti i cittadini di New York siano colpevoli di omicidio, violenze, rapine, spergiuri o scrittura di software proprietario.
La scoperta della scrittura avrà l'effetto di produrre la dimenticanza nelle anime che l'impareranno, perché, fidandosi della scrittura, queste si abitueranno a ricordare dal di fuori mediante segni estranei, e non dal di dentro e da sé medesime.
L'origine di una città antica si perde comunemente nella oscurità de' tempi favolosi, e ascende sino a que' rimoti secoli dai quali a noi non è trapassato monumento alcuno, e perciò debbono considerarsi come secoli isolati e inaccessibili alla nostra curiosità. Tale si è la fondazione della città di Milano, di cui Plinio, Giustino e Livio fanno menzione, con autorità però sempre dubbia; perché trattasi di un avvenimento accaduto più secoli prima che questi autori scrivessero, e presso di un popolo che probabilmente ignorava persino l'arte della scrittura con cui passare a' posteri la notizia de' fatti. Conviene però queste opinioni conoscerle, e brevemente esaminarle, per separare dalla massa delle tradizioni quella porzione che sia più credibile.
Mosso dalla scrittura fatale, e se il metro sempre futuro incatena senza ritorno la mia memoria, io risento ogni parola in tutta la sua forza, per averla infinitamente attesa. Questa misura che mi trasporta e che io coloro, mi protegge dal vero e dal falso. Né il dubbio mi divide né la ragione mi affatica. Nessun caso, ma soltanto una sorte felice si fortifica. Io trovo senza sforzo il linguaggio di questa felicità; e artificiosamente penso un pensiero tutto certo, meravigliosamente preveggente, dalle pause calcolate, senza tenebre involontarie, il cui moto mi domina e la quantità mi colma: un pensiero eccezionalmente compiuto. (da L'amatore dei poemi)
Nel Fedro di Platone, Socrate diceva che la scrittura era una minaccia per la cultura perché a un libro non si possono fare domande. A Socrate mancava Internet.
Non credo nella sociologia del personaggio e non sono una patita dei metodi. La recitazione per me è una questione di ritmo, è un'arte musicale come la scrittura.
C'era una volta nel distretto di Zlotogrod un verificatore di pesi e delle misure che si chiamava Anselmo Eibenschütz. Egli aveva l'incarico di controllare i pesi e le misure dei negozianti in tutta quella regione. A determinati intervalli Eibenschütz andava dunque da bottega in bottega all'altra a esaminare i metri, le bilance, i pesi. L'accompagnava un sergente dei gendarmi fieramente armato. Così lo stato dava a conoscere che all'occorrenza avrebbe punito a mano armata i falsari, fedele al detto della Sacra Scrittura, secondo il quale chi è falsario è ladro...
La scrittura per me è un tentativo disperato di preservare la memoria. I ricordi, nel tempo, strappano dentro di noi l'abito della nostra personalità, e rischiamo di rimanere laceri, scoperti.
Mi aggrappo alla fantasia che avrei potuto fare qualcosa di più creativo. Come la scrittura di un copione o scrivere un libro. Ma la terribile verità è che probabilmente non ne sono capace.
La parola dell'Antico Testamento esiste come legata dentro una rigidità che si libera quando la bagna la luce del Testamento nuovo ed eterno, ossia la rivelazione totale, in cui il logos della Scrittura viene spiegato nella libertà dello Spirito Santo.