Mi piaceva il cartone animato "Il tulipano nero" e quando ho iniziato a praticare il fioretto a sei anni, mi sentivo a metà strada tra il manga e la realtà, come quasi tutti i bambini che sognano di vincere il primo duello.
Riesco quasi sempre a cavalcare sia la realtà che l'immaginazione. La mia realtà ha bisogno dell'immaginazione come una lampadina ha bisogno della presa. La mia immaginazione ha bisogno della realtà come un cieco ha bisogno del suo bastone.
La prima delle nostre responsabilità sia quella di scrivere meglio possibile, il primo dovere che abbiamo è nei confronti del nostro talento di scrittori, il che significa cercare di descrivere la realtà così come la percepiamo.
Io non so com'è la realtà... ci sfugge, mente di continuo. Io diffido sempre di ciò che vedo, di ciò che un'immagine ci mostra, perché immagino ciò che c'è al di là: e ciò che c'è dietro un'immagine non si sa.
Vedere è per noi una necessità. Anche per il pittore il problema è vedere. Ma mentre per il pittore si tratta di scoprire una realtà statica, o anche un ritmo se vogliamo, ma un ritmo che si è fermato nel segno, per un regista il problema è cogliere una realtà che si matura e si consuma, e proporre questo movimento, questo arrivare e proseguire come una nuova percezione.
Noi sappiamo che sotto l'immagine rivelata ce n'è un'altra più fedele alla realtà, e sotto quest'altra un'altra ancora, e di nuovo un'altra sotto quest'ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà.
La partecipazione è tanto più completa quanto più immediato è il contatto del Tu. È la partecipazione alla realtà che fa l'Io reale; ed esso è tanto più reale quanto più completa è la partecipazione.
Tutta la realtà è un agire cui io partecipo senza potermi adattare a essa. Dove non v'è partecipazione non v'è nemmeno realtà. Dove v'è egoismo non v'è realtà.
La realtà è il più abile dei nemici. Lancia i suoi attacchi contro quel punto del nostro cuore dove non ce li aspettavamo e dove non avevamo preparato difese.
Non capisco come mai ancora oggi, oltre duemilae anni dopo la nascita di Cristo, in qualche modo la guerra debba essere la risoluzione, attraverso la violenza, delle controversie. Continuo a pensare che è inutile che ci professiamo così tanto moderni o modernisti, quando poi alla fine facciamo i conti con queste realtà.
La performance non è un'illusionistica copia della realtà, nè la sua imitazione. Non è una serie di convenzioni accettate come un gioco di ruolo, recitato in una seperata realtà teatrale. L'attore non recita, non imita, o pretende. Egli è se stesso.
Gli afrodisiaci sono il ponte tra gola e lussuria. In un mondo perfetto qualsiasi alimento naturale, sano, fresco, di bell'aspetto, leggero e saporito - caratteristiche che si cercano in un partner - sarebbe afrodisiaco, ma la realtà è ben più complessa.