Vivi ad ogni modo anche gli uccelli di una vita che non correva più nessun rischio di deteriorarsi, tirati a lucido, ma soprattutto diventati di gran lunga più belli i quanto respiravano e il sangue correva veloce nelle loro vene, lui solo, forse pensava era in grado di capirla davvero la perfezione di quella loro bellezza finale e non deperibile, di apprezzarla sino in fondo.
Se mi vogliono sono così, di certo non posso cambiare: perché io, di sentire dei cavalli che mi spingono la schiena, ne ho bisogno come dell'aria che respiro.
Le otto di sera. Per milioni di uomini, ciascuno nella sua casa, nel piccolo mondo che si è ceato o di cui è ostaggio, sta volgendo al termine, fredda e nebbiosa, una precisa giornata, quella di mercoledì 3 febbraio.
Per René Maugras non c'è né ora né giorno, e solo più tardi la questione del tempo trascorso lo assillerà. Per il momento è ancora in fondo a una voragine scura come gli abissi dell'oceano, privo di contatti con il mondo esterno. Eppure, senza che ne sia cosciente, il suo braccio destro comincia ad agitarsi in modo spasmodico mentre la guancia si gonfia comicamente ogni volta che, respirando, butta fuori l'aria.
Nell'ozio riparatore della solitudine, invece, le vedove scoprivano che il modo onorevole di vivere era alla mercé del corpo, mangiando solo per fame, amando senza mentire, dormendo senza doversi fingere addormentate per sfuggire all'indecenza dell'amore ufficiale, infine padrone del diritto a un letto intero per loro sole dove nessuno contendesse la metà del lenzuolo, la metà dell'aria da respirare, la metà della notte, finché il corpo non si saziava di sognare i propri sogni, e si svegliava da solo.
...il cuore le si frantumò quando vide il suo uomo supino nel fango, già morto in vita, ma che resisteva ancora un ultimo minuto al colpo di coda della morte affinché lei avesse il tempo di arrivare. Riuscì a riconoscerla nel tumulto attraverso le lacrime del dolore irripetibile di morirsene senza di lei e la guardò l'ultima volta per sempre con gli occhi più luminosi, più tristi e più riconoscenti che lei gli avesse mai visto in mezzo secolo di vita in comune, e riuscì a dirle con l'ultimo respiro: «Solo Dio sa quanto ti ho amata».
Frasi sul respiro
DiGabriel Garcia Marquez
In quella Macondo dimenticata perfino dagli uccelli, dove la polvere e il caldo si erano fatti cosí tenaci che si faceva fatica a respirare, reclusi dalla solitudine e dall'amore e dalla solitudine dell'amore in una casa dove era quasi impossibile dormire per il baccano delle formiche rosse, Aureliano e Amaranta Ursula erano gli unici esseri felici, e i più felici sulla terra.
Voi errate in alto, nella luce | su molle suolo, geni beati! | Splendenti aure divine | vi sfioran lievi, | come le dita dell'artista | sfioran le sacre corde | Sciolte dal fato, come il dormiente | poppante respirano i celesti; | pudico avvolto | in boccio timido | fiorisce eterno | a lor lo spirito | e gli occhi beati | guardano in calma chiarezza eterna. | Ma a noi è dato | in nessun luogo posare; | scompaion, cadono | soffrendo gli uomini | ciecamente | di ora in ora, | com'acqua da masso | a masso lanciata | senza mai fine, giù nell'ignoto.
Ecco l'utilità possibile della nostra Società di San Vincenzo de Paoli. Ma perché mi perdo in vane parole, quando tutte queste cose voi avete dovute pensarle ai piedi della tomba dei santi Apostoli; quando voi dormite sul cuore della Chiesa madre delle chiese e ne sentite il calore da vicino, e respirate le sue ispirazioni? Voi avete già fatto un'eccellente opera fondando laggiù una conferenza e siete stati guidati da un'ammirevole istinto quando l'avete dato come scopo la visita dei poveri francesi negli ospedali di Roma. Dio vi darà la benedizione che lui stesso diede alle sue prime opere: Crescete e moltiplicatevi. È poca cosa tuttavia crescere, bisogna nello stesso tempo unirsi man mano che la conferenza si estende, bisogna che ciascuno dei sui punti comunichi con il centro mediante raggi ininterrotti.
[A Louis Janmot, Lione, 13 novembre 1836]
Lei che si preoccupa della ritenzione idrica, ed acquista l'acqua iposodica, con sorgente a centinaia di chilometri da dove abita, perché pensa alla sua linea piuttosto che ai polmoni di chi vive lungo tutto il tragitto, che o trattiene il fiato e quindi se ne sta zitto, o si fa l'aereosol col gas del tir, e ad ogni respiro fa un bel tiro di marmitta retrofit.
Salerno è una piacevole scoperta, c'è fermento, cultura, una cultura che viene da lontano, che si respira nel paesaggio, nei monumenti, tra la gente. Non a caso è la città dove è nata e si è sviluppata la Scuola Medica Salernitana. E poi c'è questo Teatro, un esempio unico in Italia perché è un teatro libero dalle ingerenze dello Stato.
Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell'emozione. È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l'anima.
Di scioperi ne ho visti tantissimi, anche di problematici e difficili. L'aria che si respira è sempre di liberazione, di gioia per avere conquistato uno spazio di libertà.
Mi sono seduto nella sala d'attesa. C'era una ragazza che sfogliava senza interesse una rivista. Mi piace stare in una stanza con una donna. Anche quando prendo il treno, se entro in uno scompartimento e ci trovo una donna sono più contento. E se non c'è continuo a cercare finché la trovo. Non è che poi le rivolgo la parola, o ci parlo, o ci provo per forza, anzi, ma mi piace che sia lì. Mi piace la loro compagnia anche se silenziosa e sconosciuta. Le donne sono belle da respirare.
Frasi sul respiro
DiFabio Volo
Mi teneva in braccio e io piangevo disperatamente aggrappato a lei, con un singhiozzo lungo che mi consumava tutto il respiro, fino a soffocarmi, quando il singhiozzo finiva era finito anche il respiro, come nei sogni quando ti senti affogare e l'anima sta per volare via e tu annaspi tra la morte e la vita sorretto solo da quella fitta di dolore che ti chiude la gola e il cuore.
Quassù [in alta montagna] ritrovo l'aria, l'ispiro così forte che finalmente so cos'è l'ispirazione per un artista. È aria venuta da lontano, respirata prima da alberi e da generazioni.
La specie umana ha sentito il bisogno respiratorio di allargare i bronchi e sconfinare oltre i bordi dell'esistenza assegnata. Questo bisogno fu più importante dell'organizzarsi in comunità sociali. I numeri che permettono i calcoli del cielo precedono le legislature, Pitagora viene prima di Pericle e Platone. La scoperta del ciclo di apparizione delle comete e delle eclissi precede la polis. Le regole del triangolo spuntano prima della politica.
I nostri antenati sono andati a caccia d'immenso. Così ingrandivano la vita. Perciò l'astronomia è stata la prima scienza delle civiltà. La notte fu esplorata più del giorno perché era tanto più vasta. Il pensiero ha forzato i segreti, scippato conoscenze per allargare il campo della poca vita. Sbirciare l'infinito fa aumentare lo spazio, il respiro, la testa, di chi lo sta a osservare.
Fammi respirare solo un attimo di pace | questo sorso di aria pura finche c'è | voglio dedicarmi solo | agli affetti a me più cari | specialmente se si tratta di te. | Fammi assaporare questo attimo di pace | per sentirlo fino in fondo dentro me | oggi che anche i sogni atterrano | e chiudono le ali | perchè il tempo di volare non è | non è.
Respira profondo | apri le tue braccia al mondo | e abbraccia tutto quello che ci sta | tutta l'emozione che ci sta.
Frasi sul respiro
DiEros Ramazzotti
Come uscire fuori | come respirare un'aria nuova | sempre di più
Frasi sul respiro
DiEros Ramazzotti
Fissando le orme, il tenente Berrendo seguitava a salire con la sua faccia magra, seria e grave. Il suo fucile automatico era posato di traverso sulla sella ed egli lo reggeva nel cavo del braccio sinistro. Robert Jordan giaceva dietro l'albero respirando molto leggermente per mantener ferme le mani. Aspettava che l'ufficiale giungesse nel tratto soleggiato dove i pini della foresta finivano e cominciava la verde china del prato. Sentiva il cuore battergli contro il terreno coperto d'aghi della pineta.
[Explicit]
Le dittature hanno scoperto la magnanimità. Esse condannano a morte i loro nemici (il mondo freme e sussulta), e il giorno dopo li graziano. Così il mondo respira di sollievo, scodinzola di riconoscenza e rovescia altro amore sulle magnanime dittature.
È necessario lasciar riposare di tanto in tanto le proprie scoperte e conclusioni, metterle da parte, non usarle, quasi dimenticarle. Proprio ciò che vi è di coatto in alcune di esse comporta la necessità di farvi entrare un po' d'aria, di allentarne la tensione, di riempirle del respiro di anni. Possono diventare qualcosa che somigli alla natura soltanto se hanno sacrificato la loro forza cogente.