Da dietro lo schermo di cespugli che circondava la sorgente, Popeye guardava l'uomo che beveva. Un sentiero appena visibile portava dalla viottola alla sorgente. Popeye guardò l'uomo un uomo alto e magro, senza cappello, con un paio di vecchi pantaloni di flanella grigia e una giacchetta di tweed sul braccio venire giù per il sentiero e inginocchiarsi a bere alla sorgente.
E poi altre volte arrivava un giorno, uno di quelli grigi quando aveva di lui una nostalgia così struggente da sentirsi vuota, non più una donna ma un albero morto, pieno di gelido soffio novembrino. Così si sentì in quel momento, ebbe voglia di urlare il suo nome e urlargli di tornare a casa e il suo cuore soffrì al pensiero degli anni che l'attendevano e si domandò che cosa avesse di buono l'amore se il risultato era quello, anche solo dieci secondi di una sensazione così.
Era una caldissima giornata di luglio. Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione e la cresima, s'era alzato già alle cinque; ma mentre scendeva giù per via Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto che un comunicando o un soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato pei lungoteveri a rimorchiare.
Giovedì mattina, il 5 giugno 1952, giunse caldo e luminoso. La luce umida del sole bagnava i negozi e le strade. Scintillante sui prati, la fredda brina notturna si trasformava in vapore e risaliva verso il cielo azzurrissimo. Era il cielo del primo mattino; ben presto si sarebbe riscaldato e ingrigito. Una soffocante nebbiolina bianca sarebbe risalita dalla baia e avrebbe aleggiato opaca sul mondo. Ma erano solo le otto e trenta; il cielo aveva ancora due ore da vivere.
Il palazzo apteriforme che gli era così familiare emetteva la consueta luminosità grigia e fumosa mentre Eric Sweetscent faceva planare il disco e riusciva a parcheggiare nel piccolo box che gli era stato assegnato.
Frasi sul grigio
DiPhilip K. Dick
Saranno i giornali a riprendere nella loro cronaca il grigiore di delitti e punizioni. La spartizione è fatta, che il popolo si spogli dell'antico orgoglio dei suoi crimini.
Margherita aveva sognato un sito sconosciuto, desolato, triste, sotto il cielo fosco della primavera precoce. Aveva sognato quel cielo grigiognolo, pezzato di nuvole trascorrenti e sotto uno stormo silenzioso di cornacchie. Un piccolo ponte rozzo, sotto di esso un un torbido fiumicello primaverile. Alberi malinconici, stenti, semispogli. Una tremula solitaria e più lontano, fra gli alberi, al di là di un orto, una casupola di tronchi, forse una cucina isolata, oppure un capanno da bagno o sa il diavolo che cosa! Tutto intorno un non so che di morto e di così triste, che veniva voglia d'impiccarsi a quella tremula vicino al ponticello. Che sito infernale per una persona viva!
Sulla via che si allunga, diritta, quasi interminabile, sotto i pioppi, camminavano lentamente i due amanti che non si amavano. Lasciavano alle spalle un tramonto di viola: andavano verso un tramonto di un grigio tenue delicatissimo. Ella si trascinava stanca e svogliata, facendo strisciare nella polvere la punta del suo ombrellino, trattenuto mollemente dalle dita: lo sguardo aveva la sola espressione di una grande lassezza.
Correre di mattina lungo il molo di Baranco, quando l'umidità della notte impregna ancora l'aria e rende i marciapiedi scivolosi e lucidi, è un buon modo per cominciare la giornata. Il cielo è grigio, anche d'estate, perché il sole non compare sul quartiere prima delle dieci, e la foschia rende impreciso il limite delle cose, il profilo dei gabbiani, il pellicano che attraversa in volo la linea frantumata della scogliera.
Quando volo al di sopra delle trincee fortificate e i soldati gridano di gioia vedendomi e io guardo le loro facce grigie, consumate dalla fame, dalla mancanza di sonno e dalla battaglia, allora sono felice e mi rallegro. Dovresti vederli; spesso dimenticano il pericolo, saltano sulla tettoia sventolano i fucili e mi salutano. Questa è la mia ricompensa, madre, la mia ricompensa più bella.
Andare via lontano a cercare un altro mondo, | dire addio al cortile, andarsene sognando. | E poi mille strade grigie come il fumo, | in un mondo di luci sentirsi nessuno. | Saltare cent'anni in un giorno solo, | dai carri dei campi agli aerei del cielo. | E non capirci niente e aver voglia di | tornare da te.
Caro Babbo Natale, ho tante cose da chiederti. Vorrei che quelli che svaligiano le banche fossero di nuovo riconoscibili, con il collant sulla testa e il passamontagna, e non completo grigio, orologio figo e cravatta a righe. Poi vorrei, caro babbo, che facessi entrare in classifica il libro di Vespa, così si placa e la pianta di andare a presentarlo in ogni trasmissione. Ci manca solo che lo vediamo a bordo campo durante le partite di calcio e nei documentari della National Geographic al posto dei varani.
Non sapevo più in che mese o anno fosse successo. Ma il ricordo viveva in me, un frammento di passato perfettamente conservato, una pennellata di colore sulla tela della nostra vita che era diventata vuota e grigia. [Amir]
Era l'alba quando Billy Buck emerse dalla foresteria e per un momento si soffermò sotto il portico a guardare il cielo. Era un uomo piccolo e ben piantato, con gambe arcuate e baffi da tricheco; aveva mani larghe e muscolose, grassocce al palmo, ed occhi contemplativi, di un grigio slavato; i capelli gli fuoruscivano ispidi da sotto il cappello da cow-boy, e portavano i segni del tempo. Lì, fermo sotto il portico, Billy armeggiava ancora con la camicia, fiaccandola dentro i blue jeans. Dopo essersi slacciata la cinta la strinse ancora; i segni lucidi distribuiti sulla cintura mostravano il graduale appesantirsi di Billy nel corso degli anni.
Camminando, tra la folla, alle partite di calcio e in guerra, i profili si fanno vaghi; le cose reali divengono irreali e una nebbia si distende sul cervello. Tensione ed eccitamento, stanchezza, movimento, tutto si perde in un gran sogno grigio, così che, quando è finito, è difficile ricordare come fu quando si sono uccisi degli uomini o si è dato l'ordine di ucciderli. Quindi gli altri che non c'erano vi dicono com'è andata e voi rispondete vagamente: "Già, dev'essere proprio stato così."
Dicevo delle cose sui politici e mi davano del populista. Poi si scopre che il tesoriere della Margherita, Lusi, s'è fregato 13 milioni di euro. Come la mettiamo? Io se dico delle cose le dico perché ne ho riscontro. È come dire che il cielo è blu e beccarsi del qualunquista. Cosa devo dire, che è grigio? No, cazzo: alza la testa, non vedi che è blu?
Rino mi piaci un casino | tanto quanto mi piacevi da bambino, | mamma dice che eri quello che preferivo | perché eri il solo colorato in un cantautorato grigio.
[Riferito a Rino Gaetano]
Frasi sul grigio
DiJ-Ax
"Foglia tremante", la geisha inginocchiata davanti a James Bond, si protese a baciarlo castamente sulla guancia destra.
"È una truffa", protestò vivamente Bond. "Eravamo d'accordo che se avessi vinto avrei avuto un vero bacio, per lo meno sulla bocca."
"Perla Grigia", una Madame dai denti bizzarramente laccati di nero e così truccata da sembrare il personaggio di un Nô, si affrettè a tradurre. Vi furono risatine e urletti di incoraggiamento. Foglia Tremante si scoprì il viso con le manine affusolate, come se le avessero chiesto di compiere un atto osceno senza precedenti.
Non ho niente da dare e niente da ricevere. Questo posto e questa vita fanno appassire i colori ed è inutile mescolare dei grigi. Più chiaro o più scuro, sempre un altro grigio viene fuori.
Adesso, grazie a un particolare scoperto quasi per caso, in quella stanza grigia, sospesa per aria come un aquilone in balia del vento, volteggiava una piccola speranza colorata.
C'era sicuramente qualcuno che si chiedeva come trovare il tempo per venirsi a comperare quella giacca, mentre qualcun altro si chiedeva come trovare il denaro. Erano il bianco e il nero, due categorie estreme, in mezzo alle quali si stendeva una serie impressionante di sfumature di grigio. Molti a vivere con l'unico scopo di buttare fumo negli occhi, altri cercando di buttarlo via.
Lo osservavo, e non sapevo che cosa pensare. Era vestito senza nessuna cura: con una vecchia giacca di lana color tabacco, dalle tasche sformate, e certi calzoni di flanella grigia, lisi e rigonfi ai ginocchi, che chissà da quanto tempo non erano stati stirati.
Di salute stava bene, comunque. Si era irrobustito, ingrossato: un uomo di quasi cinquant'anni, ormai.
E mentre lo presentavo in giro agli amici, vidi che la pelle del collo gli si era venuta solcando, con l'età, di rughe profonde. Era una pelle spessa, cotta dal sole, quasi nera.
Ricordava il cuoio, sì, proprio il cuoio grasso.
[Explicit]
Parigi, rue du Coq d'Or, le sette del mattino. Una sequela di urla strozzate e furibonde dalla strada. Madame Monce, la padrona dell'alberghetto di fronte al mio, era uscita sul marciapiede per apostrofare una pensionante del terzo piano. Aveva i piedi nudi infilati negli zoccoli e i capelli grigi spioventi.
Tutto è in gioco. Voi vedete più di me. Io sono nelle mie stanze, ma so che il tempo si fa sempre più grigio e torbido. Questa volta abbiamo un autunno più che mai triste.
Gli occhi grigi striati dal sole fissavano il vuoto, ma lei aveva deliberatamente preso le redini dei nostri rapporti e per un momento credetti di amarla. Ma sono molto lento a pensare e pieno di regole interiori che agiscono sui miei desideri.
Sera piovosa in grigio stanco.
E così va la vita.
Gli alberi secchi
la mia stanza solitaria.
E i ritratti vecchi
e il libro intonso
Trasuda la tristezza dai mobili
e dall'anima. Forse
la Natura ha per me
il cuore di cristallo.
E soffro fin nel profondo del cuore
e nel profondo dellanima. E parlando
le mie parole restano nell'aria
come sugheri sull'acqua.
Solo per i tuoi occhi
soffro questo male;
tristezze del passato
tristezze che verranno.
Sera piovosa in grigio stanco.
E così va la vita.