Il Web è più un'innovazione sociale che un'innovazione tecnica. L'ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo. Di solito noi ci agglutiniamo in famiglie, associazioni e aziende. Ci fidiamo a distanza e sospettiamo appena voltato l'angolo.
Lattenzione media di tutti noi telespettatori è calata, dopo un minuto lento, cambiamo subito canale perché ormai siamo abituati a condurre una vita "multi-tasting", con più telefoni, facebook e youtube.
Nel Mali ho visto un computer nel municipio e uno in una scuola. Ma non c'è corrente elettrica per farlo funzionare. Poco male, dicono le agenzie per lo sviluppo, ci mettiamo un generatore. E i soldi per il carburante dove li trovano? Internet non è la risposta per ogni problema.
La musica in Internet viene ascoltata in modo frettoloso. E allora mi è scattata la voglia di recuperare lo spirito di un tempo, quando ci si metteva con calma a sentire i brani che passavano in radio.
Nel Fedro di Platone, Socrate diceva che la scrittura era una minaccia per la cultura perché a un libro non si possono fare domande. A Socrate mancava Internet.
Non sono di quelli che pensa che se non ho un messaggio su Twitter fresco di giornata il pubblico cambierà gusti musicali. Penso solo alle canzoni, a farle bene, che siano emozionanti, che arrivino attraverso qualsiasi mezzo a disposizione, dalla suoneria del telefonino alle casse del palasport. La musica è il social network più antico e quello che funziona di più. Il resto può aiutare ma senza pezzi si va poco lontano.
Internet non è solo un veicolo, è una forma di cultura. La rete è innanzitutto un concetto filosofico.
Frasi su InternetFrasi sulla cultura
DiLorenzo Cherubini
Grazie a Internet, alla tv satellitare e alla loro tenacia, sono le iraniane insieme ai giovani i veri agenti del cambiamento di una società iraniana schizofrenica, in cui convivono, fra tradizione e modernità, ricchezza e ingiustizia, bellezza e tragedia, veli neri e foulard colorati.
Mi chiedo se la letteratura non si stia ritirando dalla vita pubblica e se per i giovani scrittori Internet non rappresenti una sorta di parco giochi. In questo periodo assistiamo a una situazione di stallo, a una stagnazione cui il vocabolo "comunicazione" conferisce una certa aura.
In Sardegna alcuni giovanotti hanno scoperto un sistema basato su erbe nei campi con il quale si possono far mangiare le pecore anche di notte. Crescono meglio e producono lana migliore. Lo hanno venduto in Argentina, con Internet, e sono diventati ricchi.
Le prossime elezioni americane si vinceranno o si perderanno in Rete, la presenza e l'interesse che i candidati hanno sui social media è massima, in particolare sui principali tre social media che sono You Tube, Facebook e Twitter.
Abbiamo finalmente capito che Internet non né una rete di Computer ma un intreccio infinito di persone, uomini e donne a tutte le latitudini, che si connettono fra loro, attraverso la più grande piattaforma di relazioni che l'umanità abbia mai visto. La cultura digitale ha creato le fondamenta per una nuova civiltà e questa nuova civiltà sta costruendo dialettica, confronto e solidarietà attraverso la comunicazione, perché da sempre la democrazia germoglia dove c'è accoglienza, ascolto, scambio e condivisione e da sempre l'incontro con l'altro è l'antidoto più efficace all'odio e al conflitto. Ecco perché Internet è un formidabile strumento di pace, ecco perché ciascuno di noi in Rete, può essere un seme di non violenza. Ecco perché la Rete merita il prossimo Premio Nobel per la Pace e sarà, se conferito, un Nobel dato a ciascuno di noi.
[Motivazione della candidatura di Internet al Premio Nobel per la Pace 2010]
Qualche tempo fa, il sindaco di San Francisco Gavin Newson ha detto che se improvvisamente il mondo restasse senza quotidiani e senza telegiornali, i cittadini al di sotto dei trent'anni non se ne accorgerebbero nemmeno. Si tratta di una affermazione certamente paradossale che rappresenta però in modo efficace il rapporto che le giovani generazioni hanno con il mondo dei media. Il mezzo che la generazione dei più giovani usa quotidianamente per rapportarsi con la realtà ma anche con gli amici,con lo sport, con la scuola, con gli hobby, è Internet.
Frasi su Internet
DiGianfranco Fini
Internet è uno strumento di libertà e conoscenza, un formidabile strumento di pace che ha creato le fondamenta per una nuova civiltà.
Frasi su Internet
DiGianfranco Fini
Le persone che si perdono in Internet non danno tantissime notizie di sé.
Su Internet oggi si vede come la società esiga che le persone condividano le loro conoscenze. Si sta chiedendo ai multimilionari di condividere i loro soldi e alle persone creative di condividere la loro creatività. Chi non condivide la propria ricchezza, misurata in conoscenza, denaro o creatività, è destinato a morire.
Oggi la gente di uno stesso condominio non si conosce e, se si incontra in ascensore, non si parla. Poi su Facebook pubblica tutte le sue foto e racconta di tutto a tutto il mondo.
Google e Facebook sono legalmente obbligati a rispettare e mantenere il loro silenzio riguardo alla specificità del programma [dell'NSA], anche se non li rispettano dal punta di vista etico. Se, ad esempio, Facebook, Google, Microsoft e Apple rifiutassero di fornire questa cooperazione con la comunità di intelligence, che cosa pensate che farebbe il governo? Li farebbe chiudere?
La maggior parte delle persone nei paesi sviluppati trascorre almeno qualche tempo interagendo con Internet, ed i governi stanno in segreto abusando di quella necessità per estendere i loro poteri al di là di ciò che è necessario e opportuno.
Frasi su Internet
DiEdward Snowden
I paparazzi mi hanno tormentata per anni. Visto che non posso eliminarli, cerco di batterli sul loro terreno e le foto me le faccio da sola, pubblicandole poi su Twitter. Così sono io a condurre il gioco.
Adesso Beppe Grillo esalta la democrazia di internet con la stessa foga con cui dieci anni fa sul palco spaccava un computer con una mazza per opporsi alla nuova schiavitù moderna inventata da Gates. La gente applaudiva estasiata allora, così come applaude estasiata ora. Si applaude l'enfasi.
Su Internet ho enormi riserve. Innanzitutto è un Panopticon micidiale: i carcerati sono anche i carcerieri. Chi interviene in un blog, è osservatore e osservato. I suoi gusti sono monitorati sempre. La tua personalità viene trasferita interamente in Rete, fino al caso micidiale di Facebook. A quel punto non avrai più difese: c'è un'area del pudore che Internet violenta costantemente. Baudelaire diceva che l'artista è sempre quello che mantiene viva la sua vulnerabilità, la sua sensibilità. Quello che non viene ottuso dall'alienazione. Se non ti proteggi, ti offri alla violenza. Il web diventa uno spazio molto impudico. Inoltre il web favorisce il populismo, come dimostra il caso Grillo. Fra l'altro, la sua 'democrazia dal basso' non è che marketing partitico in cui sono esperti quelli della Casaleggio Associati, la società che ne segue le mosse. Il modello è la guerrilla advertising del Bivings Group.
Se la televisione è un sonnifero, internet è un ipnotico potentissimo. È la prova di un dominio ulteriore, a cui la gente si è sottomessa autonomamente perché ha perso la capacità critica di interrogarsi sui meccanismi di dominio. Ho dei fortissimi dubbi sulla fantomatica libertà di internet... Internet venne ideato come tecnologia a scopi militari e a mio parere conserva qualche vizio dell'origine. Ad esempio è un panopticon ancor più micidiale di quello ipotizzato da Bentham e ricordato da Foucault: più micidiale perché con internet i sorvegliati sono contemporaneamente i sorveglianti. Non c'è più oblio su internet e questo è completamente disumano. Internet può essere utile in talune occasioni ma va usato con coscienza critica perché crea dipendenza: la gente viene privata da qualcosa di sé.
I social network, ad esempio, fanno sì che tu resti a casa nella tua stanzetta a comunicare apparentemente con tutti gli altri, ma in realtà internet non è un qualcosa di esterno da te. Quando spegni internet spegni anche te stesso, o quantomeno una parte di te stesso. Magari una proiezione ideale di te stesso. Tutto questo comporta una forte dipendenza fisica, psicologica e la creazione di una realtà parallela. Esistono persone che stanno male se non scaricano tutti i giorni la posta. In America iniziano ad avere crisi di astinenza da BlackBerry. Questo perché il BlackBerry diventa una tua propaggine sensoriale. Sei tu, non è una cosa esterna. Quindi se non lo accendi, tu sei spento. Con internet la tua individualità si annulla in una individualità collettiva, e se non ci fai parte ti senti malato. Ed è molto più evidente, adesso, una relazione già emersa con l'avvento della tv: la tecnologia elettronica condiziona il modo con cui il pensiero esplora il reale.
Ci sono cose che devono restare inedite per le masse anche se editate. Pound o Kafka diffusi su Internet non diventano più accessibili, al contrario. Quando l'arte era ancora un fenomeno estetico, la sua destinazione era per i privati. Un Velazquez, solo un principe poteva ammirarlo. Da quando è per le plebi, l'arte è diventata decorativa, consolatoria. L'abuso d'informazione dilata l'ignoranza con l'illusione di azzerarla. Del resto anche il facile accesso alla carne ha degradato il sesso.