Non chiudete per me le vostre porte superbe biblioteche,
perché ciò che mancava su tutti i vostri scaffali pieni,
e di cui voi avevate più bisogno, vi porto,
dalla guerra emergendo, un libro ho fatto,
le parole in esso sono niente, l'impulso in esso ogni cosa,
un libro separato, non legato al resto né sentito
dall'intelletto,
ma voi non dette latenze vibrerete in ogni pagina.
Pace, austero intelletto. Un'altra volta | Salva è la patria: un nume entro le chiome | La man le pose, e lei dal fango ha tolta. | Bonaparte... Rizzossi a tanto nome | L'acciglialo Parini, e la severa | Fronte spianando balenó, siccome | Raggio di sole che, rotta la nera | Nube, nel fior che già parea morisse | Desta ii riso e l'amor di primavera.
[Canto II]
La Mitologia ci offre in Prometeo il più interessante personaggio che mai esercitasse, pe' suoi rapporti morali e politici, l'intelletto de' filosofi e l'immaginazione de' poeti. Ma tante sono e si diverse e sconnesse le maraviglie che di lui si raccontano, che volendo noi trattarne l'argomento in poema, sarà pregio dell'opera il riunire a maggior comodo di chi legge le molte e disperse fila di questa tela.
[Dalla prefazione]
Frasi sull'intelletto
DiVincenzo Monti
Il cuore vuole sempre la parte sua nelle operazioni dell'intelletto.
[da Lezioni di eloquenza e Prolusioni accademiche]
Frasi sull'intelletto
DiVincenzo Monti
Tommaso d'Aquino, commentando Paolo di Tarso, dice che la fede, a differenza della scienza espressa dalla ragione umana conduce in captivitatem omnem intellectum, cioè rende l'intelletto prigioniero di un contenuto che non è evidente, e che quindi gli è estraneo (alienus), sicché l'intelletto è inquieto (nondum est quietatus) di fronte alla scienza, nei cui confronti si sente "in infirmitate et timore et tremore multo". Dov'è finita questa prudenza tomista che non concede di identificare immediatamente la fede con la verità? E se i cattolici sono già in possesso della verità che senso ha per loro studiare e insegnare filosofia se la verità che la filosofia si propone di cercare già la possiedono? Cosa rispondono ad Heidegger là dove scrive che quando la filosofia è accompagnata da un aggettivo, come è il caso di una "filosofia cristiana" ci si trova di fronte a un circolo quadrato o, come vuole l'espressione di Heidegger a un "ferro ligneo"? E infine che tipo di dialogo è possibile con un cristiano, se questi è già convinto di possedere la verità?
La fede a sua volta non ha a che fare con la verità perché, lo dice Tommaso D'Aquino commentando Paolo di Tarso, la fede, a differenza della scienza espressa dalla ragione umana, conduce in captivitatem omnem intellectum, cioè rende l'intelletto prigioniero di un contenuto che non è evidente, e che quindi gli è estraneo (alienus), sicché l'intelletto è inquieto (nondum est quietatus) di fronte alla scienza nei cui confronti si sente in infirmitate et timore et tremore multo.
Frasi sugli estraneiFrasi sull'intellettoFrasi sulla scienza
DiUmberto Galimberti
Pensiero e ragione si possono conciliare, anzi, la ragione serve a pianificare alcuni enigmi della fede, anche se l'intelletto umano è limitato. Lo scopo della fede e della ragione è lo stesso, se poi la ragione si trova in contrasto con la fede deve cedere a questa.
Come gli occhi della nottola sono abbagliati dalla luce del sole che non riescono a vedere, ma vedono bene le cose poco illuminate, così si comporta l'intelletto umano di fronte ai primi principi, che sono tra tutte le cose, per natura, le più manifeste.
Frasi sull'intelletto
I primi concetti dell'intelletto preesistono in noi come semi di scienza, questi sono conosciuti immediatamente dalla luce dell'intelletto agente dall'astrazione delle specie sensibili... in questi principi universali sono compresi, come germi di ragione, tutte le successive cognizioni.
Frasi sull'intellettoFrasi sulla scienza
Volendo seriamente ricercare la verità delle cose, non si deve scegliere una scienza particolare, infatti esse sono tutte connesse tra loro e dipendenti l'una dall'altra. Si deve piuttosto pensare soltanto ad aumentare il lume naturale della ragione, non per risolvere questa o quella difficoltà di scuola, ma perché in ogni circostanza della vita l'intelletto indichi alla volontà ciò che si debba scegliere; e ben presto ci si meraviglierà di aver fatto progressi di gran lunga maggiori di coloro che si interessano alle cose particolari e di aver ottenuto non soltanto le stesse cose da altri desiderate, ma anche più profonde di quanto essi stessi possano attendersi.
Poiché dunque il pensiero di un dio si nutre di intelletto e di scienza pura, anche quello di ogni anima che abbia a cuore di accogliere quanto le si addice, quando col tempo abbia scorto l'essere, ne gioisce e, contemplando la verità, se ne nutre e si trova in buona condizione, finché la rotazione circolare non riconduca allo stesso punto. Durante l'evoluzione esso vede la giustizia in sé, vede la saggezza, vede la scienza, non quella alla quale è connesso il divenire, né quella che è diversa perché è nei diversi oggetti che noi ora chiamiamo enti, ma quella che è realmente scienza nell'oggetto che è realmente essere. E dopo aver contemplato allo stesso modo le altre entità reali ed essersene saziata, si immerge nuovamente nell'interno del cielo e torna a casa. E una volta arrivata, l'auriga, arrestati i cavalli davanti alla mangiatoia, li foraggia di ambrosia e dopo questa li abbevera di nettare.
Lo stesso movente che sospinge l'uomo all'acquisizione delle conoscenze singole crea l'irresistibile tendenza di ogni intelletto umano ad organizzare il complesso delle sue conoscenze in un'intuizione propria del mondo, a concepire il complesso dell'esistenza secondo certi principi e ad orientare su di essi la propria vita. Questo movente è l'interesse pratico della vita, l'aspirazione indelebile dello spirito umano a concepire ed a realizzare l'esistenza nella sua forma più vera e più alta.
Nagarjuna fu uno dei più grandi Maestri che l'India abbia mai prodotto, del calibro del Buddha, Mahavira e Krishna. E Nagarjuna era un genio raro. A livello intellettuale non esiste paragone possibile con nessun altro al mondo. Capita raramente un intelletto così acuto e penetrante.
E quando la mente riappare, quando la memoria riprende a funzionare, quando l'intelletto si impadronisce di nuovo del tuo essere, l'esperienza è già tramontata.
Quando dentro di te non esistono più parole, quando ogni schema verbale scompare definitivamente, quando l'intelletto non funziona più, quando la mente non è affatto presente per ricordare, allora accade: allora esperimenti.
Ma l'amore non fa baratti da mercato, né usa la bilancia del merciaiolo. La sua gioia, come la gioia dell'intelletto, è di sentirsi vivo. Il fine dell'Amore è amare; niente di più e niente di meno.
Non ha l'ottimo artista alcun concetto | ch'un marmo solo in se non circoscriva | col suo soverchio, et solo à quello arriva | la man, che ubbidisce all'intelletto.
Se Dio ha creato il mondo come un meccanismo perfetto, ha perlomeno concesso al nostro intelletto totalmente imperfetto di comprenderne piccole parti, non risolvendo innumerevoli equazioni, ma permettendoci di usare i dadi con abbastanza successo per prevederne i comportamenti.
Di tutte le cose che distinguono l'uomo dagli animali, nessuna è più grande dell'intelletto.
Frasi sull'intelletto
DiMatteo Ricci
La ragione ha con l'uomo la stessa relazione che il sole ha col mondo, diffondendo la sua luce per ogni dove. Abbandonare i principi affermati dall'intelletto e conformarsi alle opinioni altrui è come chiudere fuori la luce del sole e cercare un oggetto con una lanterna.
Frasi sull'intelletto
DiMatteo Ricci
Vera disciplina nelle cose dell'intelletto è una spietata intransigenza contro lo spirito di discussione. Ogni concessione fatta in nome della reciproca eguaglianza è un tradimento della verità su cui si fa prevalere la cortesia. Pensare divide.
Sono geloso della mia personale dignità, di quel che mi fa cosciente di me. Non può una legge stabilire cosa io sia, cosa io debba essere. Solo la biologia ha cominciato a spiegarlo. Il mio embrione è il mio essere: corpo, intelletto, spirito, in unum. Guai a chi avesse toccato il mio esistere, fossi anche cieco e talassemico; gli spaccherei la testa.