Da sempre, appena sono stato in grado di scegliere il mio cibo, non tocco un boccone di carne e, anzi più passa il tempo, più l'idea stessa mi ripugna. Non metto in dubbio che il suo gusto possa risultare piacevole. Ma può il criterio della bontà del gusto giustificare eticamente ogni atto con il quale ci procuriamo il cibo?
Talvolta mi chiedo se la Chiesa crede ancora in Dio. È certo un'affermazione paradossale e provocatoria, ma ha una sua giustificazione: quando la Chiesa interviene massicciamente per promuovere una legislazione favorevole alla sua etica, allora ci possiamo chiedere se chi gestisce il potere ecclesiastico crede più agli strumenti del mondo o all'opera di Dio.
Poiché i nostri interessi sono inestricabilmente interconnessi, si deve accettare l'etica come l'indispensabile interfaccia tra il proprio desiderio di essere felici e quello altrui.
La differenza fondamentale tra i due movimenti sta nei loro valori, nel loro modo di guardare il mondo. Per il movimento Open Source, il fatto che il software debba essere Open Source o meno è un problema pratico, non un problema etico. Come si è espresso qualcuno, "l'Open Source è una metodologia di sviluppo; il Software Libero è un movimento di carattere sociale". Per il movimento Open Source, il software non libero è una soluzione non ottimale. Per il movimento del Software Libero, il software non libero è un problema sociale e il software libero è la soluzione.
La ragione per cui un buon cittadino non usa questi metodi distruttivi per diventare più ricco è che, se lo facessero tutti, diventeremmo tutti più poveri a causa delle distruzioni reciproche. Questa è etica kantiana, la Regola Aurea: poiché non mi piacciono le conseguenze che risulterebbero se tutti impedissero l'accesso alle informazioni, devo considerare sbagliato che uno lo faccia. In particolare, il desiderio di una ricompensa per la propria creatività non giustifica il privare il mondo nel suo insieme di tutta o parte di questa creatività.
Scrivere software non libero non è un'attività eticamente legittima, così se le persone che lo fanno hanno dei problemi, bene! Tutti i business basati sul software non libero devono fallire, e prima accade meglio è.
Frasi sull'etica
DiRichard Stallman
Noi promuoviamo il software libero come questione etica e sociale. Gli utenti dei computer dovrebbero avere sempre la libertà di condividere e cambiare il software che usano. È sbagliato tentare di ostacolare qualcuno.
Ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo.
La ragione strumentale ha progredito più rapidamente della saggezza pratica ed è in fondo di questo scarto che noi soffriamo o di cui soffrono gli scienziati, perché conosco molti scienziati che dicono: trovate voi una risposta, noi non ce l'abbiamo. Non bisogna credere a una pretesa arroganza degli scienziati. Io al contrario sono colpito dalla loro modestia. Il loro comportamento nel Comitato di Etica è in ciò assolutamente esemplare. Loro chiedono sempre, ma gli altri non hanno risposte, noi manchiamo di risposte.
Io ho un problema con gli eroi in generale: non mi piacciono. Non amo l'eroe buono, positivo, nemmeno quello mitologico che incarna in sé la morale, la giustezza della vita. Gli unici che mi piacciano sono i bambini perché sono inconsapevoli di esserlo e quindi possono "incarnare" un problema etico e nello stesso tempo risolverlo attraverso l'intuizione e il cuore.
Io credo che il canone biblico, e anche quello islamico, siano di orientamento vegetarianista. È dopo il diluvio universale che all'uomo viene consentito di cibarsi della carne. Perché, a un essere vivente così violento con i propri simili, sembrava troppo chiedere che si astenesse dal cibarsi di carne. È una sorta di cedimento alla brutalità dell'uomo da parte dell'istanza etica universale.
È una scelta etica e dietetica insieme [la scelta di essere vegetariano]. Io credo che le due cose non possano andare disgiunte. Ho un'impressione vivissima delle sofferenze degli animali. Mi causano un disagio immenso tutte le volte che le penso o ne vengo a conoscenza. E allora cerco in questo modo di coinvolgere me stesso in una scelta etica.
Frasi sui vegetarianiFrasi sull'etica
DiMoni Ovadia
Da relativista etico, l'unica certezza che mi sorregge è non volere e non sapere imporre la mia condotta di vita al professor Buttiglione. Lui non può dire altrettanto.
Il berlusconismo riassume così perfettamente ciò che le persone di sinistra non sopportano (ricchezza offensiva, ignoranza del limite, spregio per la cultura, clericalismo in campo etico e classismo anticristiano in campo sociale, più il resto che non sono spiccioli) da rendere ovvia la speranza che prima o poi questo momento deprimente e pericoloso della storia italiana finisca.
Si legge quasi ovunque [...] che "il capitalismo non c'entra niente" con crac e banche chiuse e manager felloni. Che siano stati dunque il comunismo o il socialismo o il pensiero greco o il giusnaturalismo, in forme subdole, a spingere metà del mondo a indebitarsi fino al midollo? [...] Nelle ingenuissime, strenue difese delle virtù del liberismo, che di suo sarebbe buono e benefico, ed è stato deviato dalle intenzioni malvagie di poche cricche di mascalzoni (per altro in genere impuniti e ben liquidati), pare di risentire pari pari la patetica difesa che alcuni comunisti fecero del comunismo, in sostanza un'ottima idea applicata però maluccio o malissimo da despoti asiatici o burocrazie ottuse. Allo stesso modo il liberismo degli ultimi vent'anni viene considerato un'idea così brillante, così gagliarda, che non gli si imputa neanche ciò che proprio lui e solo lui può avere innescato, un capitalismo senza più alcun rapporto con la ricchezza prodotta dal lavoro, senza misura e senza controlli, senza etica e senza freni.
Problemi di una minoranza culturalmente difforme e sessualmente non ortodossa, che non riguardano il placido corso della vita civile di maggioranza, quella della "famiglia tradizionale". Ma è vero il contrario. L'intero assetto (culturale, civile, politico, legislativo) dei diritti individuali e dei diritti di relazione riguarda il complesso della nostra comunità nazionale. La sola pretesa di elevare a Modello una sola etica, una sola mentalità, una sola maniera di stringere vincoli tra persone e davanti alla comunità, basta e avanza a farci capire che in discussione non sono i costumi o il destino di una minoranza. Ma i costumi e il destino di tutti. [...] Chi si sente minacciato dall'omosessualità non ha ben chiaro il concetto di libertà. Che è perfino qualcosa di più del concetto di laicità.
Vi sono galleristi sicuramente dediti ai loro artisti e che mantengono intatta la loro capacità di imporre figure nuove e interessanti, ma che rimangono comunque abilissimi uomini - o in altri casi donne - daffari. Anche se nella maggior parte dei casi il senso di libertà e la posizione etica rispetto alla vita sono per loro un buon modo per giudicare un artista. In altri casi sono spesso convinti di scoprirli, di dare loro visibilità e di creare un mercato.
Battersi per difendere la libertà di pensiero (o tout court la libertà) del nostro prossimo, è il cardine di ogni etica individuale o di un gruppo, la conditio sine qua non di una società che aspiri a differenziarsi da quella degli sparvieri.
Dal punto di vista etico è straziante pensare a quali sofferenze sono sottoposti gli animali, vere macchine da carne, allevati per ingrassare rapidamente, per riprodursi rapidamente in condizioni di sovraffollamento, per soddisfare la gola dell'animale uomo che si crede padrone di tutte le altre specie, quando invece è possibilissimo vivere senza carne, come la sottoscritta, vegetariana fin dalla nascita.
Sarebbe illogico dedurre da ciò che noi cadiamo nell'errore del liberalismo, che reputa la religione un sepplice affare di coscienza, e cerca quindi nello Stato laico un principio etico informatore della morale pubblica; anzi è questo che noi combattiamo, quando cerchiamo nella religione lo spirito vivificatore di tutta la vita individuale e collettiva.
Al banco del laboratorio lo scienziato cammina con la sua testa. I ricercatori bisogna accompagnarli, non giudicarli. Detesto quelle persone che, intendendosi molto di dogmatica e di etica, credono di intendersi anche di biologia.
Il criterio del bene e del male coincide con il principio delle cose, con l'origine ultima della realtà. La sorgente etica per eccellenza è il divino, il principio del bene coincide con il vero.
Carlo Antoni ha notato, nei suoi saggi sul Croce, che il travaglio sulla distinzione fra attività, e fra prassi etica ed economico-politica, mutava dapprima inavvertitamente dal suo autore, la prospettiva di tutto l'edificio. Volgendosi, nella Filosofia della pratica, con interessi ancora solo speculativi, alla considerazione della politica, Croce era critico, soprattutto, della democrazia umanitaria, illuministica, egualitaria.
Anni fa si svolse in Inghilterra un curioso dibattito: il poeta Eliot si chiedeva come mai si potesse ammirare l'opera di un poeta (nella fattispecie Goethe) di cui non si accettassero le idee, la concezione della vita. E il problema era dichiarato insolubile. Eppure il problema era già stato risolto da Marx, ammiratore della tragedia greca, sorta da una struttura sociale e da una concezione del mondo che non era certo la sua. Ed anche Nietzsche non negava l'arte di Wagner quando dichiarava che "I maestri cantori" erano un attentato alla civiltà, e non si poneva il problema perché riconosceva che tra l'ammirazione estetica e il consenso etico non c'è necessario rapporto di causa a effetto. In ogni modo un simile problema non si può porre in Italia perché in Italia è passato Croce.
Frasi sull'etica
DiLeo Valiani
L'uomo esiste per migliorarsi sempre più dal punto di vista morale e per rendere migliore tutto ciò che lo circonda: sia nella sfera della sensibilità, sia anche, se lo consideriamo nell'ambito della sensibilità. sia anche, se lo consideriamo nell'ambito della società, dal punto di vista etico e così facendo, per rendere se stesso sempre più felice.