Il ramo, quando una mano si approssima per staccarne un fiore freme e sembra nel medesimo tempo voler sfuggire a volersi offrire. Il corpo umano ha un simile fremito quando arriva l'istante in cui le dita misteriose della morte vogliono cogliere l'anima.
Mi piace stare seduto e guardare le mie dita scorrere su e giù per la tastiera. Mi dà una grande gioia e un grande senso di libertà lidea di poter prendere in mano uno strumento e lasciare volar via le note dalle corde. Mi piace e non smetterò certo perché non è più considerata una cosa di moda.
Anna che in bianco drappo si avvolge e abbandona | i dormenti capelli sugli occhi male aperti, | contempla le sue braccia mollemente adagiate | sulla pelle incolore del ventre discoperto. || Ella vuota, ella riempie d'ombra il suo petto lento, | e come un ricordo che preme le sue carni, | una bocca spezzata e piena d'acqua ardente | svolge il sapore immenso ed il riflesso dei mari. || Alfine in abbandono, libera d'esser nuova, | l'addormentata sola dall'ombre colorate | fluttua sul grigio letto e con un labbro riarso | nella tenebra sugge un soffio amaro di fiore. || E sul lenzuolo dove increspa l'alba insensibile, | cade, d'un braccio gelido sfiorato di carminio, | la rilassata mano cui sfugge la delizia | tra le sue dita ignude spogliate dall'umano. (da Anna)
Non esiste momento più bello, all'inizio di una storia, di quando intrecci le dita in quelle dell'altra persona e lei te le stringe. Ti stai affacciando su un mare di possibilità.
Quando il piede scivola su una rana, si prova un senso di schifo; ma quando si sfiora appena il capo umano con la mano, la pelle delle dita si screpola come le scaglie d'un blocco di mica spezzato a martellate; e, come il cuore di uno squalo che, morto da un'ora, palpita ancora sul ponte con tenace vitalità, così le nostre viscere sono sconvolte da cima a fondo, per lungo tempo dopo quel contatto.
Molte volte, quando devo suonare una canzone, faccio le prime note e poi non mi ricordo assolutamente come prosegue. Fortunatamente se lo ricordano le dita e vanno in automatico.
Voi errate in alto, nella luce | su molle suolo, geni beati! | Splendenti aure divine | vi sfioran lievi, | come le dita dell'artista | sfioran le sacre corde | Sciolte dal fato, come il dormiente | poppante respirano i celesti; | pudico avvolto | in boccio timido | fiorisce eterno | a lor lo spirito | e gli occhi beati | guardano in calma chiarezza eterna. | Ma a noi è dato | in nessun luogo posare; | scompaion, cadono | soffrendo gli uomini | ciecamente | di ora in ora, | com'acqua da masso | a masso lanciata | senza mai fine, giù nell'ignoto.
E lei volò fra le tue braccia | come una rondine, | e le sue dita come lacrime, | dal tuo ciglio alla gola, | suggerivano al viso | una volta ignorato | la tenerezza d'un sorriso, | un affetto quasi implorato.
Il tuo più tenue sguardo | facilmente mi aprirà | benché abbia chiuso me stessa | come dita | sempre mi apri petalo per petalo | come la primavera fa | toccando accortamente | misteriosamente la sua | prima rosa | e io non so quello che cè | in te che chiude e apre | solo qualcosa in me | comprende che è più | profonda la luce dei tuoi | occhi di tutte le rose. | Nessuno... neanche | la pioggia ha... | Così piccole mani.
Maritain è un esempio di filosofia calata veramente nella vita, nel senso epico e nella vastità della vita che ha pochi riscontri nella filosofia della nostra epoca, che ha avuto grandissimi risultati ma spesso esasperando la vitalità in un modo così immediato, così selvaggio, facendocela fuggire fra le dita oppure perdendola in astrazione.
La sigmora Gamp [che si occupa di cadaveri] si confortò con un pizzico di tabacco da fiuto e stette a guardarlo con il capo reclinato un po' da una parte, come un intenditore potrebbe contemplare qualche dubbia opera d'arte. A poco a poco s'impadronì della donna il ricordo di un ramo orribile delle sue specializzazioni; e, chinatasi, ella gli immobilizzò contro i fianchi le braccia agitate per vedere che aspetto avrebbe avuto una volta morto. Per quanto la cosa possa sembrare laida, le dita di lei fremevano dal desiderio di comporre le sue membra nell'estremo atteggiamento marmoreo. - Ah, - disse la signora Gamp, scostandosi un po' dal letto - sarebbe proprio una gran bella salma! -.