Ho guardato dentro una bugia | e ho capito che una malattia | che alla fine non si può guarire mai | e ho cercato di convincermi | che tu non ce l'hai.
Sempre in conformità al comando di Dio che assegna all'uomo il dominio della natura (Genesi, 1,1-5), la scienza moderna finirà poi col sottrarre questo dominio a Dio che, essendo sempre meno accessibile alla ragione, finisce con l'essere sempre più confinato nella fede. Prendendo il posto di Dio, la ragione diventa legislatrice; non "impara" dalla natura, come succedeva quando la natura era considerata il disegno dispiegato di Dio, ma, come dice Kant, obbliga la natura a rispondere alle sue interrogazioni. In questo modo la natura non ha in sé alcun senso se non quello che assume all'interno del progetto umano che tende a farne un fondo a disposizione dell'uomo. Oggi la scienza, non in chi la pratica, ma in chi (e siamo tutti noi) ripone in essa speranze, se non di salvezza, certamente di salute, guarigione, progresso, crescita, continua ad alimentarsi di ideologia religiosa, anche se la sua pratica effettiva prescinde da questa ideologia e procede come se Dio non fosse.
L'ambiguità delle nostre lingue, la naturale imperfezione dei nostri idiomi, non rappresentano il morbo postbabelico dal quale l'umanità deve guarire, bensì la sola opportunità che Dio aveva dato ad Adamo, l'animale parlante.
Sorridi e sopprimi ogni tua gelosia nel letto di Lucia, | falsifichi assegni cambiando grafia nel letto di Lucia, | dipingi scommetti e ti scordi la via nel letto di Lucia, | guarisce d'incanto la tua malattia nel letto di Lucia.
[da Nel letto di Lucia]
Ho avuto lo stesso infortunio di Totti. Lui ci metterà due mesi a guarire. Io ce ne misi otto. È questione di muscoli, di tonicità. Se ci slogassimo la lingua, io guarirei in due giorni, lui in due mesi.
Per me è chiaro che la poesia non deve suscitare affetti. Gli affetti sono semplicemente un che di spiacevole come le malattie. Persino la retorica è un'arte falsa se non la si usa metodicamente per guarire malattie e follie del popolo. Gli affetti sono medicine con essi non si deve giocare.
Mi considererei il più fortunato dei mortali se riuscissi a guarire gli uomini dai loro pregiudizi. Pregiudizio io chiamo non già il fatto di ignorare certe cose, ma di ignorare se stessi.
Io credo nella teoria dell'unico proiettile. Ci si può innamorare molte volte, ma c'è un unico proiettile con inciso un nome. E se sei abbastanza fortunato da venire colpito da quell'unico proiettile, puoi star certo che la ferita non guarirà più.
Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi.
Preferii restare pazzo e vivere con la più lucida coscienza la mia pazzia [...] questo che è per me la caricatura, evidente e volontaria, di quest'altra mascherata, continua, d'ogni minuto, di cui siamo i pagliacci involontari quando senza saperlo ci mascheriamo di ciò che ci par d'essere [...] Sono guarito, signori: perché so perfettamente di fare il pazzo, qua; e lo faccio, quieto! Il guajo è per voi che la vivete agitatamente, senza saperla e senza vederla la vostra pazzia. [...] La mia vita è questa! Non è la vostra! La vostra, in cui siete invecchiati, io non l'ho vissuta! (Enrico IV)
Ma non mi lamenterò più. Ho ricevuto la vita
come una ferita e ho proibito al suicidio
di guarire la cicatrice. Voglio che il Creatore
ne contempli, in ogni ora della sua eternità,
il crepaccio spalancato.
[Dal libro "Canti di Maldoror"]
Originale francese:
Mais, je ne me plaindrai pas. J'ai reçu la vie
comme une blessure, et j'ai défendu au suicide
de guérir la cicatrice. Je veux que le Créateur
en contemple, à chaque heure de son éternitè,
la crevasse béante.
Si libererà l'energia dell'atomo, si viaggerà fra gli astri, si prolungherà la vita, si guarirà la tubercolosi e il cancro, ma non si troverà il segreto da farsi governare da uomini meno indegni.
Studiavo diciannove ore al giorno, fin quando non sostenni l'ultimo esame. Non volevo assolutamente più vedere libri. Non c'era che un'unica cura che mi potesse guarire, ed era riprendere le avventure.