L'ho ben capito, la gioia non la troviamo negli oggetti che ci stanno intorno, bensì nel profondo dell'anima, possiamo averla in una prigione altrettanto bene che in un palazzo, la prova è che io sono più felice nel Carmelo, anche tra prove intime ed esteriori, che nel mondo, circondata dalle comodità della vita, e soprattutto dalle dolcezze del focolare paterno!
[Demetrio I Poliorcete] Grande amatore, grande bevitore, grande capitano, munifico, sprecone, insolente. Era alto di statura: i suoi lineamenti erano di una bellezza tanto singolare, che non ci fu scultore né pittore capace di ritrarla. Essi possedevano dolcezza e severità, terribilità e grazia: vi rifulgevano l'audacia di un giovane, l'aspetto di un eroe e la maestà di un re. Alla stessa maniera era conformato il suo carattere, tale cioè da sbigottire e attrarre chi aveva a che fare con lui.
E se del fotter mio piacer non hai, | fatti pur verso me qui, dallo spasso, | che se sino ai coglion dentro va il cazzo, | dolcezza assai maggior ne sentirai.
[2-VII, vv. 5-8]
[Parlando di Arthur Rimbaud] Una specie di dolcezza splendeva sorridente in quegli occhi crudeli azzurro-chiari e su quella bocca vigorosa, rossa, dalla piega amara.
Dopo il forte momento della passione nelle placide ore di conversazione, quando le confidenze sgorgano, in una espansione spontanea, quando l'intimità sa essere amichevole e amorosa, Flavia parlava volentieri dell'infanzia propria, di quel giocondo tempo, tutto sole, tutto baci, tutto confetti. Questi ricordi la esaltavano, e come se sognasse, guardando lontano, con la voce tremante di emozione, narrava ancora di quante dolcezze l'aveva circondata l'amore materno.
È utile qui dire, che nessun bimbo può essere assolutamente brutto; che nessun bimbo ispira una completa ripugnanza. Se sono malaticci, hanno la dolcezza di una malattia; se sono rachitici, hanno la malinconia attraente di un corpo condannato; se sono precoci, hanno quel sapore strano e acre delle piccole anime, già troppo grandi. Infine potranno avere il naso camuso o gli occhi piccoli o la bocca grande ma avranno sempre qualche cosa bella: o la guancia rotonda o la delicatezza della pelle o la morbidezza dei capelli, o avranno, nello insieme, tanta grazia soave, tanta freschezza, tanta gioventù che vale come bellezza.
Chi vince, per dolcezza si gavazza, | dileggia e ghigna, e tutto si diguazza; | credere alla Fortuna è cosa pazza: | aspetta pur che poi si pieghi e chini.
[da Canzona de' confortini, vv. 27-30]
Trovato il ragno uno grappolo duve, il quale per la sua dolcezza era molto visitato da ave e diverse qualità di mosche, li parve aver trovato loco molto comodo al suo inganno. E calatosi giù per lo suo sottile filo, e entrato nella nova abitazione, lì ogni giorno, facendosi alli spiraculi fatti dalli intervalli de grani delluve, assaltava, come ladrone, i miseri animali, che da lui non si guardavano. E passati alquanti giorni, il vendemmiatore còlta essa uva e messa collaltre, insieme con quelle fu pigiato. E così luva fu laccio e nganno dello ingannatore ragno, come delle ingannate mosche.
Non è mai finita, il mio regno per un bacio sulle sue spalle | Non è mai finita, tutta la mia ricchezza per i suoi sorrisi quando dormii dolce addosso a lei | Non è mai finita, tutto il mio sangue per la dolcezza della sua risata | Non è mai finita, lei è la lacrima che scende per sempre nella mia anima.
In Europa gli uomini differiscono molto e per la statura e per le forme, a cause delle grandi e frequenti mutazioni di tempo che hanno luogo nel corso dell'anno. Calori forti, inverni rigidi, piogge abbondanti, siccità ostinate, venti impetuosi, in una parola tutte le temperature vi regnano alternativamente e vi si rimpiazzano senza interruzione... Ecco perché tutte le apparenze esteriori degli Europei differiscono da una città all'altra... Gli effetti del clima si fanno osservare egualmente nei costumi. Queste circostanze producono caratteri più energici, più disciplinati. Le perpetue commozioni menano una durezza meno socievole; esse permettono difficilmente alla dolcezza ed all'urbanità di passare nelle abitudini. Per la medesima ragione, gli Europei devono essere più coraggiosi degli Asiatici.
Dalla finestra aperta canta il lamento dei lillà | Il cui odore soffocante persiste | Lui adorava questi fiori, il morto | Con il loro dolce alito hanno voluto ringraziarlo | E questo tenero vapore avvolge il corpo | Si insinua fra i capelli scuri | Senza la più piccola ombra di peccato | Esprime la dolcezza della loro fioritura | E offre al morto in effluvi tutto quel che può | E lui sorride, sorride, soave e tranquillo.
C'era una volta una vedova, che aveva due figlie: la prima tanto le somigliava nel viso e nel carattere, che veder lei e la mamma era tutt'una cosa. Erano tutt'e due così intrattabili e superbe che non era possibile viverci insieme. La seconda invece, che per dolcezza e civiltà era tutto il babbo, era anche la più bella ragazza che si potesse vedere. E poiché naturalmente si vuol bene a chi ci somiglia, la mamma farneticava per la prima e non potea soffrire la seconda, facendola mangiare in cucina e lavorare a tutto spiano. (Le Fate)
Il bambino è turbolento, egoista, senza dolcezza e senza pazienza; e nemmeno può, come il semplice animale, come il cane e il gatto, far da confidente ai dolori solitari.
Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi. E qualcuno un padre, un amore, qualcuno capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume immaginarlo, inventarlo e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio. Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare. Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente, umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno un padre, un amore, qualcuno. Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare. Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare.