Quando andiamo a studiare un periodo storico andiamo a vedere i giornali che furono pubblicati all'epoca, insieme ai libri. Sono le cose che rimangono. Il giornalista è comunque un cittadino di quel paese che si fa carico anche di una serie di valori che quel Paese ha. Guai se fosse semplicemente un cinico personaggio che guarda soltanto alla notizia in quanto tale e tutto il resto non esiste.
Non deve prevalere un asettico e arido cinismo del giornalismo che non crede più in nulla. Il giornalismo deve essere in qualche modo portatore di valori. Ogni testata, ogni giornale ha una sua storia.
Frasi sul cinismo
DiFerruccio De Bortoli
Chiunque compia bene il suo lavoro, chiunque abbia una giustificata fiducia in se stesso e non si lasci turbare senza motivo dallo scherno dei cinici e degli scansafatiche, chiunque rimanga fedele al suo onesto proposito e tenga gli altri nella giusta considerazione è essenzialmente un capo.
La maggior parte dei sogni muoiono di una morte lenta. Sono concepiti in un momento di passione, con la prospettiva di possibilità infinite, ma spesso languono e non sono perseguiti con la stessa intensità di quando hanno visto la luce. Lentamente, sottilmente, un sogno diventa sfuggente ed effimero. Le persone che hanno perso i loro sogni diventano pessimiste e ciniche. Si sentono come se il tempo e la devozione spesi per inseguire i loro sogni fossero sprecati. Le cicatrici emotive durano per sempre.
[...] si deve fare attenzione che le emozioni dei nostri personaggi non ci divorino. È la condizione sine qua non per l'esercizio del nostro mestiere. [...] Colui che costruisce il proprio personaggio solo con l'ausilio dell'intelligenza, della freddezza o del cinismo, che si accontenta di mimare, come una scimmia, non può essere un attore. Non bucherà mai lo schermo. È indispensabile vivere dall'interno le emozioni che esprimiamo.
I giornalisti sono impermeabili a tutto. Arrivano sul cadavere caldo, sulla partita, a teatro, sul villaggio terremotato, e hanno già il pezzo incorporato. Il mondo frana sotto i loro piedi, s'inabissa davanti ai loro taccuini, e tutto quanto per loro è intercambiale letame da tradurre in un preconfezionato compulsare di cavolate sulla tastiera. Cinici? No frigidi.
Il momento americano non è passato. Respingo quei cinici che dicono che questo nuovo secolo non possa essere un altro in cui, con le parole di Franklin Roosevelt, guideremo il mondo nella battaglia contro il male e nella promozione del bene. Io credo ancora che l'America sia l'ultima e migliore speranza sulla terra.
Vucinic penso sia l'elemento più talentuoso in assoluto che abbiamo nella squadra, è il calciatore che da un momento all'altro può inventarsi la giocata, può essere determinante in fase offensiva. Quindi me lo tengo ben stretto.
La cosa che divertiva Gianni Boncompagni è che io in video sembravo così cinica, così pronta, e poi magari mi beccava in lacrime perché mi avevano sequestrato il motorino e non sapevo come dirlo a mia mamma. Ma io non ho mai ceduto al mischiare tutto, quando andavo via di lì la mia vita era un'altra cosa.
All'inizio della mia carriera sono stata molto aiutata da Boncompagni, dalla sua traduzione, il suo disincanto, il suo cinismo sulla televisione. Lui diceva sempre: "Ma lo sai che noi non facciamo niente, questo è niente, e se no che facevi, lo struscio in via del Corso? In fondo non è andata male", diceva. "Fai questa cosa, hai degli orari da rispettare, cominci a capire com'è la vita, ma non ci credere mai, che è l'errore più grave che si possa fare". Ricordo che mi faceva leggere i giornali, c'era una violenza, non trovo altra parola: è drogata, è lolita, è la puttana bambina, è l'icona per i pedofili eccetera eccetera.