Grandissimi doni si veggono piovere da gli influssi celesti ne' corpi umani molte volte naturalmente; e sopra naturali talvolta strabocchevolmente accozzarsi in un corpo solo bellezza, grazia e virtú, in una maniera che dovunque si volge quel tale, ciascuna sua azzione è tanto divina, che lasciandosi dietro tutti gli altri uomini, manifestamente si fa conoscere per cosa (come ella è) largita da Dio, e non acquistata per arte umana. Questo lo videro gli uomini in Lionardo da Vinci.
È forza che gli doni e grazie sien divisi, a fin che l'uno abbi bisogno dell'altro, e, per conseguenza, l'uno ami l'altro. A chi è concesso il meritare, sii negato l'avere; a chi è concesso l'avere, sii negato il meritare.
Mi hanno detto, cara Befana,
che tu riempi la calza di lana,
che tutti i bimbi, se stanno buoni,
da te ricevono ricchi doni.
Io buono sono sempre stato
ma un dono mai me lhai portato.
Anche questanno nel calendario
tu passi proprio in perfetto orario,
ma ho paura, poveretto,
che tu viaggi in treno diretto:
un treno che salta tante stazioni
dove ci sono bimbi buoni.
Io questa lettera ti ho mandato
per farti prendere laccelerato!
O cara Befana, prendi un trenino
che fermi a casa dogni bambino,
che fermi alle case dei poveretti
con tanti doni e tanti confetti.
[I libri] Ora questi, ora quelli io interrogo, ed essi mi rispondono, e per me cantano e parlano; e chi mi svela i segreti della natura, chi mi dà ottimi consigli per la vita e per la morte, chi narra le sue e le altrui chiare imprese, richiamandomi alla mente le antiche età. E v'è chi con festose parole allontana da me la tristezza e scherzando riconduce il riso sulle mie labbra; altri m'insegnano a sopportar tutto, a non desiderar nulla, a conoscer me stesso, maestri di pace, di guerra, d'agricoltura, d'eloquenza, di navigazione; essi mi sollevano quando sono abbattuto dalla sventura, mi frenano quando insuperbisco nella felicità, e mi ricordano che tutto ha un fine, che i giorni corron veloci e che la vita fugge. E di tanti doni, piccolo è il premio che mi chiedono: di aver libero accesso alla mia casa e di viver con me, dacché la nemica fortuna ha lasciato loro nel mondo rari rifugi e pochi e pavidi amici. (da Rime, trionfi, e poesie latine, a cura di Ferdinando Neri, Ricciardi, 1951)
Sarà una frase fatta ma proprio non me laspettavo di vincere: allinizio neanche volevo partecipare. Forse da lassù qualcuno ha deciso di farmi un gran dono e di cambiarmi la vita. Penso a San Francesco, il santo a cui sono devota, che era umbro proprio come me.
[Dopo la vittoria a Miss Italia 2010]
Persino la più piccola frase musicale può assorbire e trasportarci via dalle città, dai paesi, dal mondo e da tutte le sue cose terrene. È un dono di Dio.
O di Tebe città, gemma dell'Asia,
| donde un giorno venni io, con molta pompa
| di doni nuziali, al regio tetto
| di Priamo re, legittima consorte
| d'Ettore! E allor segno d'invidia fu
| Andromaca, ora sventurata è come
| niun'altra donna: ché per man d'Achille
| spento cader vidi lo sposo, e il figlio
| Astïanatte, ch'io gli generai,
| scaraventato giú dai muri eccelsi,
| poi che gli Ellèni la pianura presa
| ebber di Troia.
L'Arte non è una professione, un mestiere, ma una vocazione un dono superiore divino!
Frasi sui doni
DiEugenio Da Venezia
Ci si innamora così, cercando nella persona amata il punto a nessuno rilevato, che è dato in dono solo a chi scruta, ascolta con amore. Ci si innamora da vicino, ma non troppo, ci si innamora da un angolo acuto un poco in disparte in una stanza, presso una tavolata, seduto su un gradino mentre gli altri ballano.
Vengo da una città, Napoli, che fruga e perquisisce con gli occhi. Sotto l'apparenza della strafottenza opera il più capillare sistema di controllo. Roma è opposta, un luogo di passaggio in cui nessuno controlla, nessuno pedina con gli occhi. Roma permette residenza definitiva al forestiero che tale rimane fino all'ultimo giorno. Non dà cittadinanza, tollera e non s'impiccia. Inoltre è una città di fiumi e prima di arrivarci non avevo mai visto un ponte, per me tutti quei ponti erano un'attrazione, mi ci piazzavo in mezzo per vedere l'acqua trasportare se stessa e il suo raccolto. Quando il Tevere è gonfio porta i doni ricevuti dalla piena.
Nessun uomo ha avuto dalla natura il diritto di comandare sugli altri. La libertà è un dono del cielo e ogni individuo della stessa specie ha il diritto di fruirne non appena è dotato di ragione. [...] Il potere acquistato con la violenza è mera usurpazione e dura solo finché la forza di chi comanda prevale su quella di coloro che obbediscono; sicché, se questi ultimi diventano a loro volta i più forti e si scrollano di dosso il giogo, lo fanno con altrettanto diritto e giustizia di chi l'aveva loro imposto. La stessa legge che ha fondato l'autorità la distrugge; è la legge del più forte.
Penso che non siano state le scelte positive a costruirmi, ma gli errori, i punti di debolezza. È a loro che devo ciò che sono diventata. Sono dei veri doni.
Il mio episodio preferito resta "Il prigioniero di Azkaban". Mi è piaciuto anche il "Principe mezzosangue", con Voldemort, diciamo, in una nuova versione. E poi "I doni della morte". Il Principe mezzosangue è eccitante: i cattivi sembrano sempre più personaggi horror classici, e la scena dell'attacco al Millennium Bridge di Londra è... Woooo! E poi c'è tutto il movimento di ormoni adolescenziali: Harry è sempre più preso da Ginny, ma oltre all'amore romantico, scopre la lussuria. E la scena della lotta tra me e Draco, nei bagni dei maschi, è fantastica!.
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L'animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca.
C'era una volta un re e una regina, ch'erano tanto tanto arrabbiati di non aver figli. Visitarono tutte le acque del mondo: voti, pellegrinaggi, divozioni spicciole, tutto inutile. Alla fine però la regina divenne gravida e partorì una bambina. Si fece un bel battesimo; si dettero per comari alla principessina tutte le Fate ch'erano in paese (sette se ne trovarono), affinché ciascuna le facesse un dono, come usavano le Fate a quel tempo, e così la principessina ebbe tutte le perfezioni immaginabili. (La Bella del Bosco Dormiente)
La Sicilia è un dono di Dio, ci sono posti che non ti immagini, alla fine di una strada ti imbatti in un anfiteatro fatto di pietra lavica, e se sali sull'Etna e vedi il mare, beh, allora capisci perché chi conosce la Sicilia ne sia innamorato.
Grazia, spirito, coraggio, modestia, nobiltà di sangue, buon senso, tutte bellissime cose; ma che giovano questi doni della Provvidenza, se non si trova un compare o una comare, oppure, come si dice oggi, un buon diavolo che ci porti?
La vita e Dio sono la stessa cosa. Dio è il dono della vita. Io sono in qualche modo eterno perché sono unico, non duplicabile. La singolarità di ogni uomo e di ogni donna è un dono di Jah.
Ci sono forze sconosciute in natura; quando ci doniamo totalmente a lei, senza riserve, lei le presta a noi; lei ci mostra queste forme, che i nostri occhi che guardano non vedono, che la nostra intelligenza non capisce o nemmeno sospetta.