Credo che l'idea di un film debba nascere da un sogno, da un sogno vero e proprio o da un sogno ad occhi aperti. Non vorrei generalizzare, perché l'affermazione non vale certo per tutti i film. Molti film non sono preceduti da alcun sogno, sono il prodotto di un puro calcolo, investimenti di natura finanziaria, non emotiva. Ma non mi riferisco a questi, parlo dei film che hanno un'anima, un centro emanatore di identità. Sono questi i film intravisti in sogno, ne sono certo.
[Sul campione di scacchi Bobby Fischer] Nella estrema frontiera dei quozienti di intelligenze raggiunta soltanto da personaggi come Einstein, della memoria assoluta, della arroganza infinita del divo timido, Bobby Fischer si perdette. La sua mente costruita per calcolare le variazioni e le combinazioni possibile di pedoni, torri, regine e re arrivando a ridicolizzare il primo "computer scacchista" costruito dal Mit di Boston, si rivoltò contro di lui, come in una malattia autoimmunitaria del genio, cacciandolo in un labirinto di paranoia dal quale neppure lui avrebbe saputo più uscire. Si convinse di essere perseguitato dal governo americano, nonostante il Congresso avesse votato addirittura una legge «ad personam» per riconoscerlo come unico vero campione del mondo di scacchi. Sprofondò nel «complottismo» più torvo, vedendo la mano dello "sporco ebreo" dietro ogni catastrofe della storia e dietro ogni sua avversità.
La disperazione è un contabile. Vuol far tornare i conti. Niente le sfugge. Addiziona tutto. Non molla neppure i centesimi. Rimprovera a Dio i fulmini e i colpi di spillo. Vuole sapere come regolarsi con il destino. Ragiona, pesa e calcola.
Si calcola che nella prima metà del Settecento nella sola Londra le meretrici fossero più di cinquantamila; il diffondersi pestilenziale delle malattie veneree il "mal gallico" come lo chiama Mandeville aveva esasperato i pregiudizi contro l'incontinenza e la licenziosità sessuale. Per contrastare l'ondata proibizionista, approdata a una normativa severa che dichiarava fuorilegge la prostituzione, e al tempo stesso consapevole delle gravi implicazioni sociali del fenomeno, Mandeville, "per fronteggiare le cattive conseguenze dell'irreprimibile vizio", propone l'apertura di Pubblici Bordelli che garantiscono efficienza e buona organizzazione e siano tutelati alla stregua di Istituti di Servizio Pubblico.
La ragione non è più l'ordine immutabile del cosmo in cui prima la mitologia, poi la filosofia e infine la scienza si erano riflesse creando le rispettive cosmo-logie, ma diventa procedura strumentale che garantisce il calcolo più economico tra i mezzi a disposizione e gli obbiettivi che si intendono raggiungere.
"[...] Ma volevo che tu sapessi che ti penso, Sarah. Davvero, per me non c'è mai stata qualcun'altra e quella notte fu la nostra notte più bella [...] e quella notte fu la nostra notte più bella, anche se a volte mi è difficile credere che vi sia mai stato un anno 1970 e le dimostrazioni nei campus e Nixon presidente. Senza calcolatori tascabili, senza videocassette, senza orchestre punk e rock. E altre volte mi sembra che quel tempo sia tutt'ora vicinissimo, da poterlo quasi toccare. Mi sembra che se potessi tenerti tra le braccia, o toccare la tua guancia, o la tua nuca, potrei portarti con me in un futuro diverso senza dolore o tenebre o scelte amare.
Bene, tutti facciamo quello che possiamo e dobbiamo accontentarci... e se non ci basta, dobbiamo rassegnarci. Spero soltanto che tu mi penserai nel modo migliore che ti riesce, Sarah cara. Con tutto il cuore e tutto il mio amore. Johnny."
Le si mozzò il respiro di colpo e restò con la schiena rigida e gli occhi sbarrati. "Johnny...?"
Era andato.
Si alzò, si girò e naturalmente non c'era nulla. Ma poteva vederlo, ritto lì accanto, le mani sprofondate nelle tasche, il caldo sorriso un po' obliquo sul volto più attraente che bello che si appoggiava snello e disinvolto ad una tomba o ad un pilastro dell'ingresso o forse contro un albero rosseggiante d'autunno. Bella roba, Sarah, annusi ancora quella dannata cocaina?
Niente intorno se non Johnny, lì vicino. Forse ovunque.
Tutti noi facciamo quello che possiamo e dobbiamo accontentarci... e se non ci basta, dobbiamo rassegnarci. Niente è perduto per sempre, Sarah. Niente che non possa esser ritrovato.
"Sempre il vecchio Johnny", sussurrò Sarah. Uscì dal cimitero e attraversò la strada. Indugiò un attimo, voltandosi a guardare. Il tiepido vento d'ottobre alitava robusto e grandi cortine di luce e d'ombra sembravano attraversare il mondo. Gli alberi frusciavano misteriosamente.
Sarah salì in macchina e si allontanò.
l Commissario della Sicurezza Reinhart salì rapidamente gli scalini ed entrò nel Palazzo del Consiglio. Le guardie si scostarono per lasciarlo passare, e lui fece il suo ingresso nel familiare ambiente dove le grandi macchine ronzavano in continuazione. Sul volto magro gli occhi s'illuminarono per la tensione e si misero a fuoco sul calcolatore centrale SRB per leggere gli ultimi dati.
Mosso dalla scrittura fatale, e se il metro sempre futuro incatena senza ritorno la mia memoria, io risento ogni parola in tutta la sua forza, per averla infinitamente attesa. Questa misura che mi trasporta e che io coloro, mi protegge dal vero e dal falso. Né il dubbio mi divide né la ragione mi affatica. Nessun caso, ma soltanto una sorte felice si fortifica. Io trovo senza sforzo il linguaggio di questa felicità; e artificiosamente penso un pensiero tutto certo, meravigliosamente preveggente, dalle pause calcolate, senza tenebre involontarie, il cui moto mi domina e la quantità mi colma: un pensiero eccezionalmente compiuto. (da L'amatore dei poemi)
Se Edison deve cercare un ago in un pagliaio procede con la diligenza dell'ape nell'esaminare paglia per paglia fino a quando trova l'oggetto della sua ricerca. Ero testimone dispiaciuto di tale comportamento, sapendo che un po' di teoria e calcoli avrebbero evitato il 90% del suo lavoro.
Quando considero ciò che la gente vuole calcolare, trovo che è sempre un numero. Ho osservato anche che ogni numero è composto di unità, e che ogni numero può essere diviso in unità. Inoltre, ho trovato che ogni numero che può essere espresso da uno a dieci, sorpassa il precedente di una unità: poi le decine sono duplicate o triplicate come prima lo erano le unità: così si arriva a venti, trenta, fino a un centinaio: poi il centinaio è duplicato e triplicato nello stesso modo delle unità e delle decine, fino al migliaio; così fino all'estremo limite di numerazione.
Ciò che l'io ha di unico si cela appunto in ciò che l'uomo ha di inimmaginabile. Noi possiamo immaginarci solo ciò che nelle persone è uguale, ciò che è comune. L'io individuale è ciò che si differenzia dal generale, quindi ciò che non si può indovinare o calcolare in precedenza, ciò che nell'altro si deve svelare, scoprire, conquistare.
Sono stati i parlamenti, i nobili, il clero, i ricchi che hanno dato la spinta alla rivoluzione; solo dopo è comparso il popolo. Essi se ne sono pentiti o per lo meno hanno voluto fermare la rivoluzione quando hanno visto che il popolo poteva riconquistare la sua sovranità; ma sono loro che l'hanno cominciata; senza la loro resistenza e i loro calcoli sbagliati la nazione sarebbe ancora sotto il giogo del dispotismo.
Quando tutti i calcoli astrusi si dimostrano falsi, quando persino i filosofi non hanno più nulla da dirci, è scusabile volgersi verso il cicaleccio fortuito degli uccelli, o verso il contrappeso remoto degli astri.
E dimentichiamo spesso e volentieri di essere atomi infinitesimali per rispettarci e ammirarci a vicenda, e siamo capaci di azzuffarci per un pezzettino di terra o di dolerci di certe cose, che, ove fossimo veramente compenetrati di quello che siamo, dovrebbero parerci miserie incalcolabili.
Uno può essere calcolatore proprio all'infinitesimo grado di un suo equilibrio, di una sua sanità e di un suo gusto, ma non può impedire che, presto o tardi, in qualche modo, un fattore non previsto scompagini tutto il suo ordine e lo rovini. Per questo l'unica cosa di cui siamo sicuri è la domanda a Cristo; e, in secondo ordine, ciò che è in funzione diretta di questo, vale a dire l'amicizia, l'amicizia cristiana.
Le macchine stanno sempre più prendendo terreno: esse non servono alla visualizzazione, ma si assumono l'onere di eseguire, al posto dell'uomo, veri e propri calcoli, dalle quattro operazioni elementari alle integrazioni più complicate.
I rettili sono ripugnanti a causa del loro corpo freddo, colorito pallido, scheletro cartilaginoso, pelle immonda, aspetto feroce, occhio calcolatore, odore sgradevole, voce stridula, tana squallida e terribile veleno; per questa ragione il Creatore non ha esercitato il suo potere per crearne una moltitudine.
Credo che ci sia un solo argomento a difesa dell'esistenza della filosofia. È questo: lo sappiano o no, tutti gli uomini hanno una filosofia. Certo, può ben darsi che nessuna delle nostre filosofie valga un gran che, ma la loro influenza sui nostri pensieri e sulle nostre azioni è grande, e spesso incalcolabile.
Se l'educazione non è restituita ai sacerdoti e se la scienza non è collocata ovunque al secondo posto, i mali che ci attendono sono incalcolabili; saremo abbrutiti dalla scienza, ed è l'estremo grado dell'abbrutimento.
Chi può calcolare quanto perde il mondo con la moltitudine di intelletti promettenti ma uniti a caratteri deboli che non osano sviluppare alcuna linea di pensiero audace, vigorosa, indipendente, per timore di ritrovarsi con qualcosa che potrebbe venire considerato irreligioso o immorale?
Presto la preda basta appena, e subito dopo non basta più perché la natura non fa calcoli, ma esperienze. Quando non basta più, ecco che i consumatori devono diminuire a forza di morte preceduta dal dolore e così l'equilibrio, per un istante, viene ristabilito.
La fortuna era serva, non padrona. Bisognava accettarla con una scrollata di spalle, o sfruttarla fino all'estremo. Però andava compresa e riconosciuta per quello che era, e non confusa con un errato calcolo delle probabilità; perché nel gioco d'azzardo il peccato mortale è scambiare una cattiva giocata con la cattiva sorte. E la fortuna, con tutti i suoi capricci, non andava temuta, ma amata.
Dove le macchine calcolatrici utilizzano solo numeri positivi le macchine scientifiche devono essere capaci di utilizzare indifferentemente anche i negativi.
Vi era in Jmud una potente famiglia chiamata Billevich, discendente da Mendog, imparentata con molti e rispettata più di ogni altra del distretto di Rossyeni. I Billevich non erano mai saliti a grandi cariche e le più alte che avevano occupato erano quelle della loro provincia. Ciò nondimeno durante le guerre avevano reso al Paese incalcolabili servigi, pei quali furono più volte ricompensati. La terra che aveva loro dato culla (e che ancor oggi esiste) era chiamata Billeviche; ma essi possedevano molte altre tenute, sia nelle adiacenze di Rossyeni, sia più lungi, verso Krakin, presso Lauda, Shoi, Nyevyaja, e di là da Ponyevyej.