L'esaurimento nervoso di Horselover Fat cominciò il giorno in cui ricevette la telefonata di Gloria, con cui gli chiedeva se avesse del Nembutal. Lui le domandò perché lo volesse, e lei rispose che aveva intenzione di uccidersi.
Sono diventato la persona che sono oggi all'età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. È stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto. Nell'estate del 2001 mi telefonò dal Pakistan il mio amico Rahim Khan. Mi chiese di andarlo a trovare. In piedi in cucina, il ricevitore attaccato all'orecchio, sapevo che in linea non c'era solo Rahim Khan. C'era anche il mio passato di peccati non espiati. Dopo la telefonata andai a fare una passeggiata intorno al lago Spreckels. Il sole scintillava sull'acqua, dove dozzine di barche in miniatura navigavano sospinte da una brezza frizzante. In cielo due aquiloni rossi con lunghe code azzurre volavano sopra i mulini a vento, fianco a fianco, come occhi che osservassero dall'alto San Francisco, la mia città 'adozione. Improvvisamente sentii la voce di Hassan che mi sussurrava: Per te farei qualsiasi cosa. Hassan, il cacciatore di aquiloni.
Era quasi mezzanotte e il Primo Ministro stava seduto da solo nel suo ufficio, a leggere una lunga relazione che gli scivolava via dalla mente senza lasciare la minima traccia. Aspettava una chiamata dal presidente di un paese remoto e, tra il chiedersi quando quel disgraziato avrebbe telefonato e il cercare di allontanare gli spiacevoli ricordi di una settimana lunghissima, faticosa e complicata, nella sua testa non c'era molto spazio per altro. Più cercava di concentrarsi sui caratteri stampati della pagina, più chiara vedeva la faccia maligna del suo avversario politico. Questi era apparso al telegiornale quel giorno stesso non solo per elencare tutte le cose terribili successe nell'ultima settimana (come se ci fosse bisogno di ricordarle), ma anche per spiegare perché fossero, dalla prima all'ultima, colpa del Governo.
In una stazione radio del Michigan o dell'Indiana, chi si ricorda, arrivò un signore con il disco mio e lo mandò in onda: il giorno dopo si ebbero duemila telefonate di gente che voleva risentirlo. Lo rimandò in onda: il giorno appresso altre duemila telefonate. L'exploit di "Volare" nacque così.
Ah smettetela di lamentarvi che qualche spione ascolti le vostre telefonate. Non siete così interessante. Persino la persona a cui state telefonando non vi sta ascoltando.
Quando la TV impiega, in una diretta, tutte le sue potenzialità e cioè contributi registrati, collegamenti esterni, telefonate, filmati d'archivio, ospiti in studio, si rivela per ciò che è: vale a dire il più potente mezzo comunicativo mai concepito. Trasmette messaggi ad una fascia vastissima di pubblico, dà al presente istantaneo evidenza e velocità senza precedenti.
Mi schierai per il no ai Dico, le unioni tra omosessuali. Prodi arrivò a minacciare conseguenze sulla mia permanenza al governo: "O firmi anche tu per i Dico, o te ne vai". Tenni duro. E un giorno mi arrivò una telefonata dal Vaticano. Mi passarono la segreteria del Santo Padre. Subodorai uno scherzo, e quando sentii quella voce dallaccento teutonico pensai a Fiorello. Ma poi mi convinsi che era davvero il Papa. Voleva esprimermi il suo apprezzamento per la mia posizione.
Abolirei tutti quei programmi falsi, finti buonisti, che vanno in onda soprattutto il pomeriggio. Lavoreri per riproporre la tv dei ragazzi. Eliminerei quei programmi dove si vincono tanti soldi solo aprendo un pacco o facendo una telefonata.
Ho telefonato ai miei nonni e mio nonno mi ha detto: "abbiamo visto il tuo film". "Quale?", ho chiesto. Lui ha gridato "Betty, qual è il titolo di quel film che non mi è piaciuto?"
Ora nei salotti gira la tesi che il declino morale del paese cominciò con Drive In. Persino Fuksas, l'architetto, ha rilasciato dichiarazioni sdegnate su quel mio programma, salvo poi accorgersi, dopo una mia telefonata, di essersi confuso con Colpo Grosso. Gli autori di Drive In, è bene ricordarlo, erano Elle Kappa, Gino & Michele, Disegni & Caviglia, Staino, la crème dell'intellighenzia umoristica di sinistra. In un periodo reale di censura, Drive In fu un momento di libertà d'espressione.
Oggi ho telefonato all'Agnelli e gli ho detto: "Il mio posto di lavoro non si tocca..." Lui m'ha risposto: "E chi lo tocca? Anzi mi fa schifo solo a guardarlo."