Mina è la più grande di tutte, la migliore. E proprio per questo non può scomparire nel nulla. Ha l'obbligo di farsi vedere, sentire. Non bastano i suoi dischi. È lei in carne e ossa che vogliamo.
[Sulla sua malattia, osteomielite, un'infezione che sgretola le ossa e che le progura dolore a una gamba] Ormai è una parte di me, non lo vivo come un ostacolo. Ho deciso di parlarne solo per spronare gli adolescenti a sognare in grande, a osare come ho fatto io.
"Il libro dei sogni" è stato il libro più facile da scrivere - Al risveglio dal sonno restavo là sdraiato a guardare le figure che svanivano lentamente come in una dissolvenza cinematografica nei recessi della mia mente inconscia - Non appena (un minuto o due) le mettevo insieme a quelle di un qualsiasi altro sogno di quella notte che fossi riuscito a catturare, come pesci in uno stagno, trascinavo le mie stanche ossa fuori dal letto & con gli occhi gonfi di sonno scribacchiavo in fretta a matita nel mio piccolo taccuino di sogni finché non esaurivo ogni dato che potevo ricordare - Scrivevo non stop perché l'inconscio potesse parlare da sé nella sua stessa forma, cioè, fluendo & guizzando ininterrottamente.
Chi tende ad elevarsi dal basso verso Dio deve, nello stesso tempo, lasciarsi rimandare da Dio in basso: dalle pure idee e immagini a una verità che penetra nelle ossa e vi mette radice.
La patria è la fede nella patria. Dio che creandola sorrise sovr'essa, le assegnò per confine le due più sublimi cose ch'ei ponesse in Europa, simboli dell'eterna forza e dell'eterno moto, l'Alpi e il mare. Dalla cerchia immensa dell'Alpi, simile alla colonna di vertebre che costituisce l'unità della forma umana, scende una catena mirabile di continue giogaie che si stende sin dove il mare la bagna e più oltre nella divelta Sicilia. E il mare la ricinge quasi d'abbraccio amoroso ovunque l'Alpi non la ricingono: quel mare che i padri dei padri chiamarono Mare Nostro. E come gemme cadute dal suo diadema stanno disseminate intorno ad essa in quel mare Corsica, Sardegna, Sicilia, ed altre minori isole dove natura di suolo e ossatura di monti e lingua e palpito d'anime parlan d'Italia.
[...] Il mare la ricinge quasi d'abbraccio amoroso ovunque l'Alpi non la ricingono: quel mare che i padri dei padri chiamarono Mare Nostro. E come gemme cadute dal suo diadema stanno disseminate intorno ad essa in quel mare Corsica, Sardegna, Sicilia, ed altre minori isole dove natura di suolo e ossatura di monti e lingua e palpito d'anime parlan d'Italia.
Frasi sulla SardegnaFrasi sulla SiciliaFrasi sulle caduteFrasi sulle ossa
DiGiuseppe Mazzini
Le circostanze spezzano le ossa di un uomo; ma non è mai stato dimostrato che esse spezzino l'ottimismo di un uomo.
La morte, il teschio con le ossa incrociate, il memento mori [...] voglion non soltanto ricordarci la vita futura, ma anche la vita presente. Col nostro spirito fiacco, empiremmo della nostra decrepitudine l'eternità, se non fossimo mantenuti giovani dalla morte.
Le ossa dell'ultimo mammut sono rovinate in immenso sfacelo, le tempeste non divorano più le nostre navi, né le montagne dal ventre di fuoco vomitano più l'inferno sulle nostre città, pure noi siamo eternamente impegnati in una lotta accanita contro le cose più piccole, specie i microbi e le stecche delle camicie.
Padre Angel si sollevò con uno sforzo solenne. Si stropicciò le palpebre con le ossa delle mani, scostò la zanzariera di tulle e restò seduto sulla stuoia spelacchiata, assorto per un attimo, il tempo indispensabile per rendersi conto di essere vivo e per ricordare la data e il suo riscontro nel martirologio. "Martedì quattro ottobre" pensò; e disse a voce bassa: «San Francesco d'Assisi».
Ma da qualche tempo è difficile scappare | c'è qualcosa nell'aria che non si può ignorare | è dolce, ma forte e non ti molla mai | è un'onda che cresce e ti segue ovunque vai | È la musica, la musica ribelle | che ti vibra nelle ossa | che ti entra nella pelle | che ti dice di uscire | che ti urla di cambiare | di mollare le menate | e di metterti a lottare.
[da Musica Ribelle]
Ci sono ingiustizia, confusione, criminale ignoranza, virtù corrotta e invertita, ipocrisia e cecità di pietra in ogni sfera della vita. Se soltanto per un momento il mondo occidentale potesse far cadere i veli che, fin dai tempi della Riforma, gli si sono attaccati addosso come le croste di una malattia, e guardare, con occhi illuminati, il cesso che ha creato, la grandezza che ha spaccato e strangolato, l'inedia che ha promosso, le perversioni e le ignoranze che ha insegnato, alla fine morirebbe di vergogna. E noi, che non abbiamo vissuto abbastanza per essere completamente corrotti, potremmo costruire con le sue ossa, buone per concime, la base di una civiltà giusta e ragionevole.
[...] il misterioso atout della fotogenia. Un mistero che si nasconde nel modo di catturare la luce, grazie a una sfumatura, un dettaglio: incarnato, forma degli zigomi, calore del sorriso, profondità dello sguardo. Ci sono ragazze sublimi che sulla carta si dissolvono, altre che non degneresti di uno sguardo, che al contrario si illuminano in fotografia. Non si può pronosticare nulla di definitivo, prima di aver visto il risultato su un giornale. È per questo che le modelle viaggiano sempre con i loro book, strane rappresentanti di commercio che si vendono in fotografia anche se sono presenti in carne e ossa.
Quando la morte verrà a pigliarci, [...] ci sputerà via come un osso già spolpato e pulito da un pezzo, indurito e secco e... che cosa? E niente.
[da Azione, in Niente canzoni d'amore]
Proprio così, il paese è fatto delle ossa dei morti . Aveva ragione, il vecchio, in tutti i modi, sia che lo si dovesse intendere in modo figurato e simbolico, sia che lo si dovesse prendere alla lettera. [...] Qui, dove il tempo non scorre, è ben naturale che le ossa recenti, e meno recenti e antichissime, rimangano, ugualmente presenti, dinanzi al piede del passeggero.
Senza dubbio Tsugumi era una ragazza impossibile.
Ho lasciato il mio tranquillo paesino, in cui si vive di pesca e di turismo, e sono venuta a Tokyo per frequentare l'università. Anche le giornate che trascorro qui sono molto divertenti. Mi chiamo Shirakawa Maria. Maria, proprio come la Madonna.
Però non mi sento affatto una santa. Ma nonostante questo, chissà perché, quando i miei nuovi amici parlano di me, non ce n'è uno che non dica che sono "generosa", o "serena".
Se proprio devo dire come mi vedo io, credo di essere una semplice ragazza in carne e ossa, per di più con poca pazienza.