Poiché coabitiamo tutti lo stesso pianeta, dobbiamo imparare a vivere in armonia e in pace l'uno con l'altro e con la natura. Questo non è solo un sogno, ma una necessità. Dipendiamo gli uni dagli altri.
Ogni volta che è tolto agli uomini il combattere per necessità, essi combattono per ambizione, la quale è tanto potente nei loro petti che mai, a qualunque grado salgano, li abbandona.
Mi hanno colpito i film di alcuni giovani registi: penso ai bambini di Crialese a Lampedusa, ai pescatori di Marra, agli emarginati di Sorrentino. Sono storie semplici che recuperavano la marginalità, la necessità di sopravvivere, di resistere, di rimanere uomini in situazioni difficili. L'unico limite, secondo me, è che gli autori quando arrivano a un nocciolo, a un monumento duro si sottraggono. Si fermano un attimo prima, come se scattasse una sorta di pudore, forse culturale.
L'elemosina dà solo al donatore l'impressione di fare qualcosa e chi raccoglie denaro mendicando non è motivato a migliorarsi. Mendicare priva l'uomo della sua dignità, togliendoli l'incentivo a provvedere alle proprie necessità con il lavoro, lo rende passivo.
Vedere è per noi una necessità. Anche per il pittore il problema è vedere. Ma mentre per il pittore si tratta di scoprire una realtà statica, o anche un ritmo se vogliamo, ma un ritmo che si è fermato nel segno, per un regista il problema è cogliere una realtà che si matura e si consuma, e proporre questo movimento, questo arrivare e proseguire come una nuova percezione.
Non mi sento rappresentato da una religione. Mi sento nella necessità di credere nell'esistenza di un dio, ma non ce la faccio più a riconoscermi in una religione che, l'ho detto più volte, in certi aspetti è macabra e ha tutta una scelta di rappresentazioni che sono lugubri.
Ho sempre avuto l'abilità di vedere i difetti nel disegno di uno strumento per il quale veniva completamente trascurata la necessità della sua manutenzione.
Non si può vivere senza una scena politica, e quando questa non c'è come in Italia, emerge allora la necessità di una finzione di scena politica. E, per renderla credibile a chi non ci crede, si esagerano gli effetti: in assenza di cause e anche di idee, si è deciso di calcare appunto la mano e la voce sugli effetti.
Oggidì era acquisito dalla scienza che le giovani e belle donne erano più necessarie ai vecchi che ai giovani. Naturalmente, oltre che la sorpassata legge morale, perché a questa necessità sia corrisposto, c'era l'ostacolo che anche alle giovani e belle donne era concessa la libertà di disporre di sé. Forse contro ogni giustizia, perché per la loro giovinezza e per la loro bellezza esse alla libertà non sono preparate. Oggetti troppo preziosi, venivano distribuiti anche più ingiustamente dell'oro stesso. Si conquistavano anche con un paio di mustacchi bene impomatati. Ai vecchi non si concedevano che in casi rarissimi: Gerontomania.
Fra il cane e l'uomo c'è un'altra grande differenza. L'uomo cambia d'umore ad ogni istante come una lepre furba di direzione. Invece ce ne vuol altro per far cambiare d'umore al cane. Talvolta Argo è lieto e vuol bene a tutti. Taglia l'aria con la coda perché in lui manca ogni sospetto e sa che non c'è nessuno che voglia pigliarlo per quella parte inerme. Poi è assalito da un dubbio: Forse qualcuno non gli vuol bene. Ma il dubbio è domato dalla sua coda che grida al vento: Tutto va bene e sono tutti amici. È difficile frenarla se non si presenta l'evidente necessità di celarla fra le gambe. Ma l'uomo è un animale disgraziato perché non ha la coda.
Che cosa possono fare gli uomini? Che cosa possono opporre alle leggi eterne della vita? Ecco la necessità del rifugio in Dio. Ma tuttavia noi medici dobbiamo cercare di alleviare la sofferenza.
È necessario trovare nel Regime, anche per la cultura, un sufficiente rapporto di libertà-organizzazione, che sia consono ad un tempo alle esigenze tecniche, politiche e sociali dello Stato moderno guidato dalle prementi necessità di una organizzazione collettiva e collettivistica, e alle esigenze critiche e individuali della cultura.
Sono in grado di dire, su quasi tutti i temi, quello che potrebbe dire o fare Andreotti. Dopo la condanna di Perugia ci siamo visti quasi ogni giorno. Io passavo ogni mattina da lui, anche il sabato e la domenica. Stavamo talmente male che avevamo necessità di stare insieme e parlare. Ma non del processo. Di politica, religione, attualità, cronaca, giustizia.
Un elemento fondamentale che mi ha portato verso la moda è stata la passione, la necessità quasi fisica, di un rapporto diretto con la materia del mio creare.
Al punto di evoluzione in cui si situa la scienza contemporanea, lo scienziato si trova di fronte alla necessità, sempre rinascente di rinunciare alla sua propria intellettualità. Senza quest'esplicita rinuncia, senza la privazione dell'intuizione e l'abbandono delle immagini favorite, la ricerca oggettiva perde subito non solo la sua fecondità, ma anche il vettore stesso della scoperta, lo slancio induttivo.
Questa è la prosa del mondo quale appare alla propria e all'altrui coscienza, un mondo fatto di finitezza e di mutamenti, inviluppato nel relativo, oppresso dalla necessità, alla quale il singolo non è in grado di sottrarsi.
I miracoli per Gesù furono una violenza che gli fece il suo secolo, una concessione strappatagli da una necessità passeggera. Tanto ciò è vero che l'esorcista e il taumaturgo sono caduti; ma vivrà eternamente il riformatore religioso.
[A un giovane] Mi dicono della eccessiva inclinazione della tua carne verso i piaceri del sesso. Ebbene, se non violi le leggi ed i buoni costumi, né offendi il tuo prossimo, né debiliti la tua carne, né dissipi le tue sostanze, fa come vuoi. Bada però che non è possibile non essere ridotto in alcuna di queste necessità; i piaceri del sesso non giovarono mai: già è molto se non fanno male.