Non sono un tipo coraggioso. Se vado a una festa devo bere tre drink prima di riuscire ad attraversare la stanza, non parliamo di attaccare discorso con qualcuno.
Questo senso di festa che vola e che va, sopra tutta la città nella lunga estate caldissima. Questo senso di vita che scende e che va fino dentro l'anima nella lunga estate caldissima.
Ogni volta che penso a Erto, il mio vecchio paese, quello abbandonato dopo il Vajont, con le vetuste case una attaccata all'altra e le vie di acciottolamento buie e strette, la memoria va verso l'inverno. Il primo ricordo è il tempo degli inverni, la memoria è quella della neve. Notti infinite, silenzi laboriosi, lunghi, pazienti, interrotti solo ogni tanto da sprazzi di allegria nelle feste di Natale e capodanno.
Fu un amore, amici,
| che doveva finire;
| credemmo che gli uomini fossero santi,
| i cattivi uccisi da noi,
| credemmo diventasse tutta festa e perdono,
| le piante stormissero fanfare di verde,
| la morte premio che brilla
| come sul petto del bambino
| la medaglia alle scuole elementari.
| Con pena, con lunga ritrosia,
| ci ricredemmo.
| Rimane in noi il giglio di quell'amore.
I valori cristiani non si difendono con i comportamenti nella propria camera da letto. Lì, magistratura permettendo, ognuno fa quel che vuole, ne risponderà alla sua coscienza e al buon Dio. I valori cristiani si difendono con le leggi. Per questo la saggia e millenaria Chiesa ha sempre preferito un politico che pecca nel privato ma che difende i valori cristiani in pubblico, a un politico che è irreprensibile nel privato ma poi autorizza leggi contrarie alla morale. Sono le leggi contro l'uomo, la famiglia e la vita che portano alla sfascio le società, mica le feste private.
La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia, la rivoluzione è un atto di violenza.
Sensazione di sollievo, di benessere, il desiderio unico e urgente di vivere, insidiosa euforia, dolce pazzia: la rondinella liberata batteva le ali, pronta a prendere il volo alla scoperta del mondo. Manela rideva per un nonnulla. [...] Gildete lasciò posare lo sguardo sul viso di Manela e dietro la vivacità smodata, dietro la febbre della festa e dell'amoreggiare, riuscì a cogliere l'animo fermo, la decisione ormai presa non c'era dubbio, aveva proclamato l'indipendenza.
Come narran sugli Apostoli
Forse in fiamma sulla testa
Dio discese dell'Italia...
Forse è ciò, ma anch'é una festa.
Nelle feste che fa il popolo
Egli accende monti e piani;
Come bocche di vulcani
Egli accende la città. [...]
All'incirca son trent'anni
Che scendevano su Genova,
L'armi in spalla gli Alemanni:
Quel che contano gli eserciti
Disser: l'Austria è troppo forte;
E gli aprirono le porte;
Questa vil genia non sa
Che, se il popolo si desta,
Dio combatte alla sua testa
La sua folgore gli dà.
(da Dio e Popolo)
Purtroppo noi italiani siamo un popolo che deve aspettare le ricorrenze per ricordarsi di amare le donne, le mamme, i papà, i nonni Mi piacerebbe vivere in una società che non ha bisogno di feste ma dove i sentimenti si rinnovano ogni giorno. È anche per questo che sono contro il matrimonio.
Un teatro era il paese, un proscenio di pietre rosa, una festa di mirabilia. E come odorava di gelsomino sul far della sera. Non finirei mai di parlarne, di ritornare a specchiarmi in un così tenero miraggio di lontananze.
Le feste erano il mio ambiente di lavoro. Erano il mio mercato, il mio campo di battaglia, dove stringere amicizie, incontrare amanti, concludere affari. Le feste sembravano qualcosa di frivolo e casuale e privo di forma, ma in realtà erano eventi con forme intricate e coreografie di prim'ordine. Nel mondo in cui ero cresciuto, le feste erano la superficie su cui si svolgeva la vita quotidiana.
Non sono né ambiziosa né calcolatrice. Non vado alle feste per arruffianarmi le persone che contano, non amo la mondanità. Lavoro con tutti, ma non ho coltivato alcuna amicizia nel mondo della moda.