Il fascismo ribaltava tutta la legislazione liberale e riconosceva alla Chiesa il potere di condizionare la vita dei cittadini tutti, anche gli atei e gli anticlericali negli eventi fondamentali dell'educazione e della vita familiare. La Chiesa si era ripreso l'appalto degli italiani.
Non va bene dire a un ateo che è un ateo, o attribuire a chi nega l'immortalità l'infamia di negarla, o pensare che si possa costringere un avversario ad ammettere di aver torto dimostrandogli che ha torto in base ai principi di qualcun altro, e non ai suoi. [...] È questo il senso di una massima attribuita al grande san Luigi, re di Francia, che le persone superficiali citano come un esempio di fanatismo; il senso è che con un infedele si deve o discutere come un vero filosofo sa fare, oppure "infilargli in corpo una spada più profondamente che si può."
L'idolatria moderna è l'identificazione di principi costitutivi e dinamici interni all'essere e alla storia stessa come unica ragione esplicativa: si pensi al materialismo dialettico di stampo marxiano, ma anche allo Spirito immanente nell'essere stesso, motore della storia, secondo la concezione idealistica hegeliana, oppure si consideri l'umanesimo ateo che pone l'uomo come misura e senso di tutto l'essere.
L'ateismo drammatico che, peraltro, ha sollecitato persino una "teologia della morte di Dio" è ormai quasi del tutto scomparso. Ciò che al massimo sopravvive sono gli sberleffi sarcastici di certi atei di moda, alla Odifreddi, Onfray, Hitchens, tanto per distribuirne i nomi secondo le principali aree linguistiche.
Se siete in crisi, vi sbattete in ginocchio e pregate il Signore, i santi e la Madonna che vi vengano a tirar fuori. Noi atei, al contrario, non ci possiamo attaccare a nessun Santissimo. Per le nostre colpe dobbiamo rivolgerci solo alla nostra coscienza.
Sto ora componendo un trattato sul mio modo di vedere intorno alla Scrittura. A far ciò mi spingono: 1. i pregiudizi dei teologi; so, infatti, che essi costituiscono il massimo ostacolo allo studio della filosofia: mi sforzo dunque di metterli in luce e di liberare la mente dei più prudenti; 2. l'opinione che di me ha il popolo, che non cessa di accusamri di ateismo, e che sono costretto per quanto possibile a respingere; 3. la libertà di filosofare e di dire ciò che pensiamo: libertà che desidero difendere con ogni mezzo e che qui è impedita in qualunque modo dall'eccessiva autorità dei predicatori e dalla loro insolenza.
Se qualcosa dovesse accadere in natura che non conseguisse dalle leggi naturali, necessariamente contraddirebbe a quell'ordine che Dio per l'eternità stabilì in natura mediante le universali leggi naturali; sarebbe perciò contro la natura e contro le sue leggi, e di conseguenza la credenza in esso ci porterebbe all'ateismo.
Oggi, se si eccettuano taluni tentativi di elaborare un "nuovo ateismo", giudicati dai critici come più stravaganti che oggettivamente pertinenti, siamo di fronte ad una grossa sorpresa: Dio è tornato.
Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che - nel loro rancore contro le religioni tradizionali come "oppio delle masse" - non possono sentire la musica delle sfere.
[Rispondendo alla domanda: Lei crede nel Dio di Spinoza?] Non posso rispondere con un semplice sì o no. Io non sono ateo e non penso di potermi chiamare panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell'essere umano più intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri non possono afferrare la forza misteriosa che muove le costellazioni. Mi affascina il panteismo di Spinoza, ma ammiro ben di più il suo contributo al pensiero moderno, perché egli è il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come due cose separate.