Avrei bisogno di un paio d'anni di allenamento specifico per diventare realmente competitivo nel salto in lungo. Io sono uno sprinter. Con il salto non ho feeling e dovrei trovare un coach specializzato, mentre io sono felicissimo di allenarmi con Glen Mills.
Come si è indifesi di fronte alle adulazioni! Tomas non poteva impedirsi di prendere sul serio quello che gli diceva l'uomo del ministero. Ma non era soltanto vanità. Era soprattutto inesperienza. Quando sedete di fronte a qualcuno che si mostra amabile, deferente, cortese, è molto difficile tenere sempre a mente che nulla di ciò che dice è vero, che nulla è sincero. Diffidare (continuamente e sistematicamente, senza vacillare nemmeno per un attimo) richiede uno sforzo enorme e anche un suo allenamento
Volersi bene è importante per chiunque. Per un atleta sicuramente è fondamentale: se non ti vuoi bene non riuscirai mai a dare il massimo durante gli allenamenti e in gara e quindi non riuscirai mai raggiungere una prestazione che ti porti alla vittoria.
Non penso all'importanza o alla tensione della partita, ma alla voglia che ho di divertirmi e il calcio per me è tutto, quindi mi impegno al massimo sempre, in allenamento o in partita non fa differenza.
Ricordo ancora quando i dirigenti del Gonzaga Milano vennero a Mottola per parlare con i miei genitori: mio padre disse subito che la cosa più importante era che io continuassi a studiare e che prendessi il diploma. I miei genitori avevano i piedi per terra, in un piccolo paesino del sud lidea di poter fare dello sport il proprio lavoro sembrava un po arrischiata. Papà ci teneva che io studiassi, che avessi un lavoro sicuro e che mi formassi una famiglia. Nonostante gli allenamenti e gli impegni quotidiani ce lho fatta: mi sono diplomato come geometra e ho una meravigliosa famiglia.
Per diventare campioni ci vogliono soprattutto volontà, rigore e spirito di sacrificio. Un giovane che decide di intraprendere la strada del professionismo sportivo sa che dovrà essere disposto a rinunciare alla vita di un normale ragazzo della sua età: le regole, gli allenamenti, gli orari e soprattutto lessere lontani dalla famiglia e dagli affetti sono situazioni da mettere in conto.
Frasi sull'allenamento
DiLuigi Mastrangelo
Brutta storia, dico corro, corro e resto sempre in fondo: sono fuori allenamento o è allenato il mondo?
I primi tempi in Spagna sono stati duri: lontano dalla mia terra, dai miei genitori, dalla mia gente. Ero un ragazzino che non usciva quasi mai di casa se non per gli allenamenti e per la quotidiana iniezione di ormoni in ospedale. Poi è arrivato mio fratello Rodrigo, venuto a Barcellona per fare il cuoco, e sono andato a stare da lui.
[Sul tennis nel 2002] Oggi non si lascia niente al caso, tutto è computerizzato, studiato e seguito, dall' allenamento tecnico a quello fisico, dall' alimentazione agli schemi in campo, alla programmazione dei punti e del rendimento. Ma non c' è più fantasia, non ci sono più personalità. E il tennis ne soffre... Anche quando arrivai io, sembrava che tutti avessero il collo della camicia inamidato e che di lì a poco mi avrebbero chiesto di mettermi i pantaloni lunghi per giocare. Io reagii tirando fuori la mia personalità, magari fra un po' arriverà qualcun altro con idee diverse.[fonte 1]
Durante ogni allenamento, qualunque sia il tuo sport, ti senti distrutto perché in ogni allenamento devi andare oltre quello che sul momento ti sembra il tuo limite: tu cominci a correre, a scattare a calciare e dopo un po' ti sembra di aver esaurito ogni energia, mentre hai solo esaurito quello che io chiamo "primo fiato". A quel punto bisogna sforzarsi per superare la piccola crisi che sembra bloccarti, per arrivare al "secondo fiato": che ovviamente arriva solo dopo qualche minuto di sofferenza. Quando l'allenatore dà lo stop senti il cuore che batte vertiginosamente, sembra che debba scoppiarti nel petto: devi riuscire a ricondurlo al suo ritmo normale in meno di due minuti; se non ci riesci è meglio che apri una tabaccheria o tenti di diventare Presidente del Consiglio: vuol dire che hai sbagliato mestiere.
Per essere un buon tecnico, occorre essere anche un po' figli di mignotta. Bisogna prendere scelte immorali come tenere in panchina un giocatore simpatico e far giocare uno buono che ti sta sulle scatole. L'ideale sarebbe allenare la squadra di quelli messi fuori rosa.
Da allenatore hai molte più preoccupazioni. Non ti devi allenare, ma devi essere sempre un passo avanti agli altri. Pensare a loro. Motivarli. Mi sento responsabile di tutto ciò che succede nel club. Difficile rilassarsi, farci sopra una risata, perchè sei quello che deve far filare tutto per il verso giusto.
Frasi sull'allenamento
DiGianluca Vialli
Nuovi problemi per Ronaldo in allenamento: non si riesce a staccargli la panchina dal sedere.
Ranieri mi ha dato tanto. Mi ha insegnato ad allenarmi, ma anche come mangiare, come vivere da professionista. Ho un rispetto enorme per lui, per quello che ha saputo darmi come uomo. Capello e Ancelotti hanno personalità diverse ma il loro modo di lavorare sul campo è molto simile, per impostazione tattica e per come si relazionano col team. Questo è forse il vero segreto del loro successo.
Lo sport ad alto livello non ostacola assolutamente la femminilità. Certo non si può andare all'allenamento con i tacchi alti, ma fuori dalla vasca si riesce a dare libero sfogo alla nostra parte femminile.
Faccio almeno sette ore di allenamento al giorno. Qui vengono i migliori coreografi del mondo: Pina Bausch, Roland Petit... C'è una scuola con maestri pazzeschi. Un internato che ospita decine di ragazzi. Il balletto è considerato importante. Siamo valorizzati.
[Sull'omofobia nel mondo del calcio professionistico.] Il nostro ambiente sull'argomento è un po' ingessato. Se uno esce dal posto di lavoro per mano al proprio compagno per fortuna non fa più scalpore; alluscita da un campo di allenamento, invece, la scena non si può immaginare. E non è giusto.
Del mondo del calcio non mi piacciono l'esasperazione, le polemiche, i processi, l'arroganza, la stupidità, l'oblio. Quando giocavo io ci divertivamo di più, tra compagni di squadra ci si frequentava dopo le partite, gli allenamenti. Mischiavamo le nostre solitudini. Oggi i calciatori lo fanno molto di meno. Questo mondo ha dato lavoro a tanti, ma tanti si prendono troppo sul serio. Eppure fai un mestiere che ti piace, ti danno un sacco di soldi, sei un privilegiato. Vivi una vita che non è normale.
L'Inter è una forma di allenamento alla vita. È un esercizio di gestione dell'ansia, e un corso di dolcissima malinconia. È un preliminare lungo anni. È modo di ricordare che a un bel primo tempo può seguire un brutto secondo tempo. Ma ci sarà comunque un secondo tempo, e poi un'altra partita, e dopo l'ultima partita un nuovo campionato.
Nello sport gli allenamenti, salvo imprevisti, corrispondono ai risultati. Facendo il modello le variabili sono tante, magari la tua immagine dipende anche dall'aver dormito male per un mal di pancia.
I presidenti dovrebbero esonerare in settimana, dopo un allenamento, perché è lì che vedi se l'allenatore ha in mano il gruppo, non la domenica quando gli umori si alzano e si abbassano come un titolo in borsa.