Il progresso è diventato una sorta di "gioco delle sedie" senza fine e senza sosta, in cui un momento di distrazione si traduce in sconfitta irreversibile ed esclusione irrevocabile. Invece di grandi aspettative di sogni d'oro, il "progresso" evoca un'insonnia piena di incubi di "essere lasciati indietro", di perdere il treno, o di cadere dal finestrino di un veicolo che accelera in fretta.
[Auguste de Villiers de L'Isle-Adam] Ancora bambino cominciava a fare versi superbi. Solamenente, andateli a cercare! Andate a cercare Morgane, Elën, drammi come ne hanno fatti pochi i più grandi drammaturghi; andate a cercare Claire Lenoir, un romanzo unico in questo secolo! E il seguito, la fine di Axel, de l'Eva futura, dei capolavori, dei puri capolavori, interrrotti per anni, ripresi senza sosta come le cattedrali e le rivoluzioni, alte come queste.
Se vuoi credere a coloro che penetrano più profondamente la verità, tutta la vita è un supplizio. Gettàti in questo mare profondo e tempestoso, agitato da alterne maree, e che ora ci solleva con improvvise impennate, ora ci precipita giù con danni maggiori dei presenti vantaggi e senza sosta ci sballotta, non stiamo mai fermi in un luogo stabile, siamo sospesi e fluttuiamo e urtiamo l'uno contro l'altro, e talvolta facciamo naufragio, sempre lo temiamo; per chi naviga in questo mare così tempestoso ed esposto a tutti i fortunali, non vi è altro porto che la morte.
Sono molto concentrata sul lavoro. Io creo in continuazione. Sono una ragazza molto occupata. Vivo e respiro il mio lavoro. Amo quello che faccio. Credo nel messaggio che mando. Non conosco soste. Non ho creato la fama, la fama ha creato me.
L'americano tipo dedica ogni anno alla propria auto più di 1600 ore: ci sta seduto, in marcia e in sosta; la parcheggia e va a prenderla [ ]; lavora per pagare la benzina, i pedaggi dell'autostrada, l'assicurazione, il bollo, le multe. [ ] investe queste 1600 ore per fare circa 12.000 chilometri: cioè appena sette chilometri e mezzo per ogni ora. Nei paesi dove non esiste un'industria del trasporto, la gente riesce a ottenere lo stesso risultato andando a piedi dovunque voglia, e il traffico assorbe dal 3 all'8 per cento del tempo sociale, anziché il 28 per cento.
Quando gli ultimi giorni scesero su di me, e l'orrenda futilità dell'esistenza cominciò a farmi impazzire come delle goccioline d'acqua lasciate cadere senza sosta su un punto preciso del corpo di una vittima, mi abituai al meraviglioso rifugio del sonno. Nei miei sogni trovavo un po' di quella bellezza che invano avevo cercato nella vita, e vagavo tra antichi giardini e boschi incantati.
Il testo di questa lettera dimostra che i principali redattori dell'Ere Nouvelle cercavano l'appoggio del Papa per far fronte ai numerosi attacchi della maggioranza cattolica francese e che essi ignoravano le trattative avviate da J. Maurice per la vendita del giornale. In questo mare inesplorato una stella brilla innanzi a loro: l'Opera immortale di conciliare la libertà con la religione. Dimostrare al popolo che non c'è una vera libertà senza religione, che la civiltà moderna, emancipazione del cristianesimo, perirà se non si rigenera nella sorgente da cui è nata. Invochiamo senza sosta la libertà della Chiesa.
[Al Papa Pio IX, Parigi, 25 marzo 1849]
E senti allora, se pure ti ripetono che puoi, fermarti a mezza via o in alto mare, che non c'è sosta per noi, ma strada, ancora strada, e che il cammino è sempre da ricominciare.
Vieni con me, amore, / sul Grande Raccordo Anulare / che circonda la capitale, / e nelle soste faremo l'amore. / E se nasce una bambina poi / la chiameremo Roma.
Queste tre storie raccontano "la notte" di alcuni personaggi che si trovano in una situazione di blocco, in una fase in cui il flusso regolare del tempo si è interrotto. Perciò si può dire che fra tutt'e tre c'è una stretta affinità e che in un certo senso formano insieme un solo lungo racconto. E poi se non si fosse capito, ognuna è basata in gran parte sulla mia storia personale. Tutte le mie esperienze di questo periodo, dal mangiare le anguille al vedere i fuochi, dal troppo dormire al troppo bere agli incontri con le persone, sono confluite in questo libro insieme a tante altre emozioni, solo cambiate nella forma. Sono emozioni che continuo a cercare anche adesso, in un vagabondaggio accanito e senza sosta.
[Dal postscriptum]
Non riuscivo a distinguere bene quelle cose che di solito l'occhio registra senza difficoltà: i pali della corrente, le luci, le automobili in sosta, il cielo nero. C'era una strana bellezza nelle loro distorsioni surreali. Sembravano assalire gli occhi da ogni parte. Non potevo trattenere l'energia che abbandonava il mio corpo a una velocità incredibile. Si perdeva nell'oscurità con un sibilo.
Sono nato a Faenza nel 1852, il 22 agosto: la mia è una famiglia aristocratica di campagna, ma senza lustro vero, in decadenza economica dal principio del secolo. Io capitai male: ero l'ultimo di tre fratelli, e parvi subito il più brutto e il peggiore. Bellissimo, intelligentissimo il primogenito, io non ero nemmeno ammesso alla tavola con gli altri... Il mio martirio cominciò presto: ebbe una sosta quando morì il primogenito, perché di maschi restavo solo io.