Tutti sanno, cioè, che un clown dev'essere malinconico per essere un buon clown, ma che per lui la malinconia sia una faccenda seria da morire, fin lì non arrivano.
Con la serietà profetica della sua visione di giustizia Solone si distingue dai molti lirici (di prima e di poi) che si riversano in piatti e borghesi luoghi comuni.
La politica è una cosa seria. Spesso, quando vedo i miei colleghi sul palco accanto ai politici, penso che non lo facciano per passione civile, ma per farsi pubblicità.
Tra l'avere la sensazione che il mondo sia una cosa poco seria e il muovercisi dentro perfettamente a proprio agio, esiste la stessa differenza che c'è tra l'avere il senso del comico e l'essere ridicoli.
La new economy è una cosa molto seria nei suoi effetti. Mai nella storia del capitalismo si era assistito a uno spostamento così rapido e colossale e spesso arrischiato di mezzi finanziari.
Stiamo vivendo in modo folle. L'intero sistema ecologico sta andando a male. Le piante e gli animali sono trattati come oggetti, cose inanimate. Sono critica contro tutti i governi, nessuno escluso, perché fino a oggi nessuno si è occupato con serietà dell'"emergenza Terra". Possiamo anche vincere la crisi, tirar su le banche e l'economia, cosa che in questo stato di cose dubito avvenga. Ma sarà tutto inutile se non riusciamo a preservare la capacità del pianeta di ospitare in maniera armoniosa noi e i nostri figli.
Quando la nostra società vuole catalogare i libri di una biblioteca, scoprire il sistema solare, o altre minuzie del genere, si serve dei suoi specialisti. Ma quando vuol fare qualcosa di veramente serio riunisce 12 uomini comuni. Se ben ricordo, il Fondatore del Cristianesimo fece lo stesso.
Gli effetti della tragedia alfieriana furono corrispondenti alle sue intenzioni. Essa infiammò il sentimento politico e patriottico, accelerò la formazione di una coscienza nazionale, ristabilì la serietà di un mondo interiore nella vita e nell'arte. I suoi epigrammi, le sue sentenze, i suoi motti, le sue tirate divennero proverbiali, fecero parte della pubblica educazione.
Ti potresti innamorare di lui, forse sei già innamorata di lui, cosa importa se ha vent'anni e nelle pieghe della mano una linea che gira... e lui risponde serio "è mia": sottindende la vita.
In me ogni affetto si verifica in superficie, ma con sincerità. Sono stato sempre attore, e sul serio. Ogni volta che ho amato ho finto di amare, e ho finto come me stesso.
Con il mio debutto in musica non lascerò il lavoro di indossatrice. Così come non smetterò di fare lattrice. Qui in Italia si vuole a tutti i costi infilare una persona in un settore e lì blindarla. Ma non è così. Si possono seguire con la stessa serietà e professionalità più campi e avere una visione più ampia della vita. Spesso mi chiedono: cosa sei? Eva Riccobono! E basta.
Mentre agiamo abbiamo uno scopo; ma l'azione, una volta conclusa, non ha per noi maggiore realtà dello scopo che perseguivamo. Non c'era dunque nulla di veramente consistente in tutto ciò, era solo gioco. Ma ci sono alcuni che hanno coscienza di questo gioco durante l'azione stessa: vivono la conclusione nelle premesse, il realizzato nel virtuale, minano la serietà con il fatto stesso di esistere.
Nelle sale da ballo negli anni '60 cera unatmosfera di curiosità quando arrivava un artista, perché un tempo i cantanti non si vedevano in televisione. Li si sentiva in radio, o nei jukebox, quindi vederli era sempre un evento. Oggi cè una certa inflazione dellimmagine, quindi manca la sorpresa, la curiosità, se non per le grandissime vedette. Per i cantanti normali, che fanno musica con serietà ma che non riescono a fare 50.000 persone in uno stadio, non cè più quella morbosità che invece un tempo era riservata a tutti i cantanti.
Con Burt Lancaster ho girato quattro film [...] Eppure l'ho conosciuto pochissimo: era un uomo straordinariamente chiuso e riservato. [...] Era bello come un eroe dell'antica Grecia, e curava quasi maniacalmente questa sua perfezione fisica. Non meno di quanto curasse la sua professionalità: è da lui che ho imparato il valore della serietà sul lavoro. [...] Per il resto, era molto misterioso, difficilissimo da capire: raramente si apriva, parlava di sé [...] una persona piena di orgogliosissima dignità. [...] Con me, nei limiti della sua totale incapacità di essere espansivo, è stato estremamente gentile, amichevole: quando sono arrivata in America, mi ha accolto a casa sua con grande affetto. [...] Mi ha lasciato il ricordo di quel corpo meraviglioso, così ingiustamente insultato dalla malattia. E di quello sguardo che anche nella vita, non solo sullo schermo, era così trasparente, luminoso: incredibile. Insieme al ricordo di gesti e atteggiamenti anche molto scioccanti, raffinatissimo conoscitore di arte e pittura, uomo di belle letture e di modi anche raffinati, quando voleva, si lasciava andare, a tavola per esempio, a maniere da cow-boy, da macho persino volgare.
Pareva segnato dalla matita d'un umorista quel sentiero alpino che serpeggiava tra gli abeti, ora appiattandosi, entro una macchia folta, ora guizzando nel prato aperto, spensieratamente curioso di ogni ruscello e d'ogni precipizio, tutto ipocrita serietà quando si diparte della strada maestra, tutto scappate e follie quando si gitta sul morbido tappeto del "Campo dei fiori".