Il terreno su cui poggiano le nostre prospettive di vita è notoriamente instabile, come sono instabili i nostri posti di lavoro e le società che li offrono, i nostri partner e le nostre reti di amicizie, la posizione di cui godiamo nella società in generale e l'autostima e la fiducia in noi stessi che ne conseguono. Il "progresso", un tempo la manifestazione più estrema dell'ottimismo radicale e promessa di felicità universalmente condivisa e duratura, si è spostato all'altra estremità dell'asse delle aspettative, connotata da distopia e fatalismo: adesso "progresso" sta ad indicare la minaccia di un cambiamento inesorabile e ineludibile che invece di promettere pace e sollievo non preannuncia altro che crisi e affanni continui, senza un attimo di tregua.
Il caso dei programmi ai giorni nostri differisce enormemente da quello dei libri un secolo fa. Il fatto che la via più facile per passare una copia di un programma sia da persona a persona, che il programma abbia un codice sorgente ed un codice oggetto che sono cose distinte, ed infine il fatto che un programma venga usato più che letto e gustato, combinandosi creano una situazione in cui qualcuno che impone un copyright minaccia la società nel suo insieme, sia materialmente che spiritualmente, una situazione in cui quel qualcuno non dovrebbe farlo, che la legge lo permetta o no.
Esistono due tipi di idioti: quelli che rinunciano a fare qualcosa perchè hanno ricevuto una minaccia e quelli che pensano che faranno qualcosa perchè li stanno minacciando.
I sistemi democratici procedono diversamente, perché devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non è in grado di garantire l'obbedienza con la forza e il pensiero può portare all'azione, perciò la minaccia all'ordine deve essere sradicata alla fonte. È quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i princìpi della religione di Stato.
Ottimismo
Quando la voce della radiosveglia è quella del ministro Calderoli, uno che neanche Nostradamus poté immaginare nelle sue più lugubri quartine. O quando la prima immagine del telegiornale è quella degli avvocati del premier che a dozzine, come le uova, presidiano la fortezza dei Porci comodi. O quando la prima impressione del mondo è che i mostri ne abbiano preso possesso, sotto forma di ganze con la bocca rifatta che invadono il video, o dei brutti di fondovalle che incredibilmente fanno il ministro. È allora che, da subito, si vorrebbe disconnettere la propria esistenza da quella degli altri. Girarsi dall'altra parte e rimettersi a dormire, come se quelle voci fossero state solo un brutto e mediocre sogno. E chiedersi come mai non si è ancora provveduto a farsi svegliare, al mattino, solo dallo schiamazzo degli uccellini, al riparo dalla cronaca e (magari!) dalla Storia. Poi, si sa, non è così che si decide di fare. Basta pochissimo un pensiero decente, una faccia dignitosa, una parola allegra a rassicurarci, o comunque a rabbonirci. Nel mare di pessime cose che ci ondeggia attorno, e minaccia di sopraffarci, anche un turacciolo apparso all'improvviso ci sembra l'isola sulla quale mettersi in salvo. Ci ho pensato parecchio, e ho concluso che quello che ci frega non è il pessimismo, non la depressione, non il malumore. Quello che ci frega, e ci fa alzare al mattino, e non ci fa disertare, è l'ottimismo. Se il nostro sguardo sul mondo fosse un poco più lucido avremmo già dato, da tempo, le dimissioni.
Con la fine della guerra fredda la struttura politica del mondo occidentale è cambiata drasticamente. L'assenza di una minaccia ha provocato poi un profondo cambiamento. La paura precedentemente era servita da collante per tutto il mondo occidentale: da quando è svanita c'è stata una vera corsa a cercare una nuova minaccia che la sostituisse.
Ero bambino alla fine degli anni Quaranta, anni in cui l'educazione cattolica era fondata sul terrore: della minaccia comunista e della morte. Non ricordo momenti di esaltazione del credente, ma solo una richiesta di martirio. Il messaggio che arrivava a noi bambini era questo: il comunismo avrebbe scristianizzato il mondo e l'unica salvezza sarebbe stata trasformarsi in martiri.
Il fatto che per esistere Dio abbia dovuto sconfiggere il nulla e sgominare il male, cioè mettere da parte il negativo, lascia in lui una traccia, sia pure inefficace e inoperante, di negatività, quasi che fosse rimasto qualcosa di non risolto e di ancora pendente. Si ha l'impressione che il nulla sia ancora in agguato, come una costante minaccia, e che il male latente e sopito possa ridestarsi. La negatività e il male sono presenti in Dio come possibilità prevedute, ma scartate, e quindi ormai scordate e inattuali.
Nel Fedro di Platone, Socrate diceva che la scrittura era una minaccia per la cultura perché a un libro non si possono fare domande. A Socrate mancava Internet.
Occupatevi dei PACS. Spiegate bene che non sono una minaccia per la famiglia. PACS significa Patti civili di solidarietà. Son tre belle parole, patti, civili e solidarietà. Anche abbastanza in disuso. Non è che PACS vuol dire 'Pronti al casino sempre' o 'Porcelli amanti come sposati', o 'Pisquani ammonticchiati a schifio'. Ma se due si sono voluti bene per quarant'anni e vogliono la reversibilità della pensione, siamo sicuri che il cielo li debba fulminare?
Auspico di cuore che il mondo in cui viviamo si liberi dalla minaccia di un olocausto nucleare e dalla rovinosa corsa agli armamenti. È mio grande desiderio che la pace non sia separata dalla libertà che è il diritto di ogni nazione. Questo è ciò che desidero e per cui prego.
Poiché la minaccia che pesa sull'umanità attuale non è tanto la sua potenza nel governare processi fisici quanto la sua impotenza nel dirigere ragionevolmente processi sociali.
Il vincolo personale s'è formato nel corso del gran divenire senza alcun dubbio nel momento in cui, presso animali aggressivi, si sia resa necessaria la collaborazione di due o più individui ai fini della conservazione della specie, in genere certo per la cura della covata. Il vincolo personale, l'amore, s'è formato senza dubbio in molti casi da aggressione intra-specifica, in diversi casi noti attraverso ritualizzazione di un attacco o di una minaccia ri-diretti.
Frasi sulla minaccia
DiKonrad Lorenz
Si è sempre tentato di tenere insieme gli uomini con la forza o le minacce. La minaccia dell'inferno era un tentativo di questo tipo.
Nell'horror giapponese la cosa più interessante è il fatto che la minaccia è sempre un qualcosa che è dentro noi stessi, una concezione della paura molto più sofisticata e sottile.
Nell'ultimo decennio l'istituzione medica è divenuta una grave minaccia per la salute. Le depressioni, le infezioni, le menomazioni e le disfunzioni originate dai suoi interventi causano ormai più sofferenze che non tutti gli incidenti del traffico e gli infortuni sul lavoro. Soltanto i danni organici provocati dagli alimenti di produzione industriale possono competere con la patologia indotta dai medici. Oltre a ciò, la professione medica fomenta la malattia puntellando una società malsana che non solo conserva industrialmente i suoi minorati ma alleva clienti per il terapista con metodo cibernetico. Infine, le cosiddette professioni sanitarie hanno un potere patogeno indiretto, un effetto che nega strutturalmente la salute. Trasformano la sofferenza, la malattia e la morte da impegno personale in problema tecnico, espropriando così la gente d'ogni capacità di misurarsi autonomamente con la propria condizione umana.
La paura della morte, che è all'origine della religiosità di tanti, viene incrementata dal cristianesimo con la minaccia delle tremende pene dell'inferno. [ ] Quella di fingersi pentiti fu una costrizione durata secoli, che spiega bene tanta furberia, ipocrisia e finta religiosità che ancora permane nella società italiana.
Se io, illustrissimo Cavalliero, contrattasse l'aratro, pascesse un gregge, coltivasse un orto, rassettasse un vestimento, nessuno mi guardarebbe, pochi m'osservarebono, da rari sarei ripreso e facilmente potrei piacere a tutti. Ma per essere delineatore del campo de la natura, sollecito circa la pastura de l'alma, vago de la coltura de l'ingegno e dedalo circa gli abiti de l'intelletto, ecco che chi adocchiato me minaccia, chi osservato m'assale, chi giunto mi morde, chi compreso mi vora; non è uno, non son pochi, son molti, son quasi tutti.
Eppure, penso che sia tuttora di grande significato politico e morale rammentare il valore insostituibile della libertà, bene supremo per ogni essere umano, precondizione per ogni democrazia, e penso sia lecito domandarsi se ancora oggi - sessantatré anni dopo la liberazione - la nostra libertà corra pericoli e sia davvero minacciata. La minaccia non viene di certo dalle ideologie antidemocratiche del secolo scorso, che sono ormai sepolte con il Novecento che le ha generate. I rischi per la nostra libertà sono oggi di tutt'altra natura. L'insidia maggiore viene dal diffuso e crescente relativismo culturale, dalla errata convinzione che libertà significhi assoluta pienezza di diritti e pressoché totale assenza di doveri e finanche di regole. La libertà è minacciata nello stesso momento in cui - come sta avvenendo per alcune questioni - nel suo nome si teorizza una presunta impossibilità di definire ciò che è giusto e ciò che non lo è.
La teologia speculativa ci minaccia con una contrapposizione tra dottrina esoterica e dottrina essoterica, per nulla conforme alle parole di Cristo, il quale vuole che tutti siano istruiti da Dio.
Penso, al contrario di quanto continuano a sostenere tante altre persone, che il terrorismo sia una minaccia come lo sono stati il nazismo o lo stalinismo. E che quindi non è, a dispetto di certi luoghi comuni di sinistra, il prodotto della povertà o dell'unilateralismo USA.
La mia infanzia è stata caratterizzata dal rifiuto di quei miti religiosi che avevo ereditato senza aver mai praticato. La mia comunità, essendo minoritaria nel quartiere di Sarajevo in cui vivevo, è sempre stata ossessionata da un sentimento di minaccia; è per questo che nel mio quartiere le persone con cui ho giocato, lavorato, vissuto possedevano un temperamento più tenace.
[La NSA] Dice che a causa della crisi, i pericoli che dobbiamo affrontare nel mondo, per qualche nuova e imprevista minaccia, abbiamo bisogno di più autorità, abbiamo bisogno di più potenza, e non ci sarà nulla che la gente potrà fare a quel punto per opporsi. Sarà una tirannia chiavi in mano.