[Da Perugia] E il sol nel radiante azzurro immenso | Fin de gli Abruzzi al biancheggiar lontano | Folgora, e con desio d'amor più intenso | Ride a' monti de l'Umbria e al verde piano.
Per lei voglio rime chiare, usuali: in -are. Rime magari vietate, ma aperte: ventilate. Rime coi suoni fini (di mare) dei suoi orecchini. O che abbiano, coralline, le tinte delle sue collanine. Rime che a distanza (Annina era così schietta) conservino l'eleganza povera, ma altrettanto netta. Rime che non siano labili, anche se orecchiabili. Rime non crepuscolari, ma verdi, elementari.
Il cimitero era un vastissimo campo recintato, ai piedi dei bastioni della città. Le lapidi parevano poche per quello spazio; si notavano più fitte soltanto nel tratto di verde dove cadeva l'ombra del muro di cinta.
Ogni particolare indica qualche cosa, certo, ma in genere indica la cosa sbagliata. A me sembra che i fatti indichino in tutte le direzioni, come i mille rami di un albero. È solo la vita dell'albero che ha unità e si innalza, solo la linfa verde che sgorga, come una fontana, verso le stelle.
Riluce il giorno aperto agli uomini d'immagini, | quando traspare il verde dai più lontani piani, | ed al tramonto inclini la luce della sera, | bagliori delicati fan mite il nuovo giorno. | Appare spesso un mondo chiuso ed annuvolato | dubbioso interno all'uomo, il senso più crucciato, | la splendida natura i giorni rasserena, | sta la domanda oscura del dubbio più lontana
Il paese era molto giovane, i soldati a cavallo erano la sua difesa, il verde brillante della prateria dimostrava in maniera lampante l'esistenza di Dio, del Dio che progetta la frontiera e costruisce la ferrovia.
Quando spunta la luna
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili
Quando spunta la luna
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nellinfinito
Nessuno mangia arance
sotto la luna piena
Bisogna mangiare
frutta verde e gelata
Quando spunta la luna
dai cento volti uguali,
la moneta dargento
singhiozza nel taschino.
Un po' di tempo fa | eravamo distratti | lei portava calze verdi | e dormiva con tutti. | "Ma cosa fai domani" | non lo chiese mai a nessuno | s'innamorò di tutti noi | non proprio di qualcuno.
In Inghilterra sei al verde? Avrai un sussidio | In Italia sei al verde? Io non ti invidio | In Italia sei gay? Ti sfotte la gente | In Inghilterra sei gay? Ti fanno dirigente.
Passo un mondo di guai, Bacco, per te,
| e n'ho passati ai miei verdi anni. Prima,
| quando Giunone il senno ti rapí,
| e tu lasciasti le montane Ninfe
| nutrici tue. Poi, nella cruda mischia
| contro i Giganti. Alla tua destra, piede
| contro piede, io pugnavo; e con la lancia
| forai lo scudo a Encèlado, e l'uccisi.
Il carretto verde-erba con scritto sopra, in lettere sbilenche, "J. Jones Gorsehill", andò a fermarsi nello stretto vicolo tra l'osteria della Goccia d'Oro e quella dello Zampetto di Lepre.
Schnitzler è il tipico scrittore che fonde compassione e nichilismo in una visione desolata, in una cartella clinica della condizione umana in cui anche la storia e la politica appaiono maschere illusorie degli istinti e del destino. [dall'introduzione a Arthur Schnitzler, Al pappagallo verde]
Gli impiegati andrebbero murati in casa. La domenica. Murare le finestre. Magari non in cemento, con dei mattoni forati. Quando vanno al lavoro possono sbizzarrirsi. Inalare qualche boccata di smog. Altro che verdi. Ecologicamente, la presa d'aria deve essere letale.
I bambini possono sembrare talvolta delinquenti innocenti che sono stati condannati non alla morte ma alla vita, senza tuttavia aver ancora appreso il contenuto del loro verdetto.
Verdi giardinetti,
chiare piazzole,
fonte verdognola
dove l'acqua sogna,
dove l'acqua muta
finisce sulla pietra.
Le foglie d'un verde
vizzo, quasi nere
dell'acacia, il vento
di settembre le bacia,
e alcune si porta via
gialle, secche,
giocando, tra la bianca
polvere della terra.
La primavera sorrideva
...Un giorno mi sorprese la primavera
che In tutti i campi intorno sorrideva.
Verdi foglie in germoglio
gialle rigonfie gemme delle fronde,
fiori gialli, bianchi e rossi davano
varietà di toni al paesaggio.
E il sole
sulle fronde tenere
era una pioggia
di raggi d'oro;
nel sonoro scorrere
del fiume ampio
si specchiavano
argentei e sottili i pioppi.
Ero un calciatore indomito ma leale, non ho mai aizzato nessuno, meno che mai il tifoso juventino che ha sempre partecipato con sportività ed entusiasmo, accettando sempre il verdetto del campo.
Me ne versò nella mano sinistra una certa dose, del volume d'una mandorla verde, «sufficiente, mi disse, per rivedere Dio due o tre volte, perché Dio non si può mai conoscere. Per entrare alla sua presenza occorre porsi almeno tre volte sotto l'influenza di Ciguri, ma ogni presa non deve superare il volume d'un pisello».
Ben venga Maggio e il gonfalon selvaggio! | Ben venga primavera Che vuol ch'uom s'inamori. | E voi, donzelle, a schiera, con li vostri amadori, | Che di rose e fiori Vi fate belle il maggio, | Venite alla frescura Delli verdi arbuscelli.
Montalbano dice di amare quel che resta della Sicilia ancora selvaggia: avara di verde, con le casuzze a dado poste su sbalanchi in equilibrio improbabile, e questo piace anche a me ma credo che sia piuttosto un gioco della memoria.
Alcuni filosofi recenti sembrano aver dato la loro approvazione morale a questi deplorevoli verdetti che affermano che l'intelligenza di un individuo è una quantità fissa, una quantità che non può essere aumentata. Dobbiamo protestare e reagire contro questo pessimismo brutale; noi cercheremo di dimostrare che questa cosa è fondata sul nulla.
Sono tanti i nomi che hanno fatto grande l'arte della musica: Verdi, Rossini, Nerone, Bach, Offenbach, Wagner, Offenwagner e Toscanini, l'inventore dei sigari piccoli.
Non esiste la Natura, né quella dei Padri della Chiesa, né quella di Darwin, né quella del calzaturificio Valleverde, né quella del Mulino Bianco: esisti tu, pirla!
Quando si agisce è segno che ci si aveva pensato prima: l'azione è come il verde di certe piante che spunta appena sopra la terra, ma provate a tirare e vedrete che radici profonde.