La dipendenza è la morte dell'iniziativa, dell'assunzione di rischi e dell'opportunità. È tempo di fermare la diffusione della dipendenza dal governo e combatterla come quel veleno che è.
A chi ha il portafogli gonfio conviene chiedere risarcimenti miliardari in sede civile, perché tutto quello che rischia è il pagamento delle spese dellavvocato. Leditore invece deve accantonare nel fondo rischi una percentuale dei danni richiesti per tutta la durata del procedimento e anticipare le spese ad una montagna di avvocati. Solo un editore molto solido può permettersi di resistere.
Il problema è che, con il trascorrere delle generazioni, noi occidentali ci siamo convinti che il benessere e la tecnologia siano "naturali": ovvi come il sorgere del sole, gratuiti come lo scorrere dei fiumi. E su questa credenza, che è scientificamente assurda, irrazionale come la più arcaica delle superstizioni, si poggia tutto o quasi il nostro quotidiano, tutta o quasi la nostra politica. Siamo riusciti (scelleratamente) a rendere occulti i costi, i guasti, i rischi di uno sviluppo che poggia, invece, su un prelievo sempre più massiccio e scriteriato di risorse limitate.
È possibile che talvolta sia più conveniente procacciarsi un profitto con il commercio, se non fosse tanto rischioso, e così pure prestare denaro a usura, se fosse altrettanto onorevole. I nostri antenati così pensavano e così stabilirono nelle loro leggi: che il ladro fosse condannato al doppio, l'usuraio al quadruplo. Quanto peggior cittadino valutassero l'usuraio del ladro lo si può di qui stimare. E quando lodavano un uomo dabbene, così lo lodavano: buon contadino e buon agricoltore. Chi era così lodato, si stimava che lo fosse nel modo più ampio. Quanto al mercante, lo stimo uomo intraprendente e smanioso di procacciarsi un profitto, ma, come ho detto prima, esposto a rischi e calamità.
La prevenzione della malattia mediante l'intervento di terzi professionisti è diventata una moda. La sua domanda cresce. Donne incinte, bambini sani, operai, vecchi, tutti si sottopongono a periodici check-up e a esami diagnostici sempre più complessi. Per questa via, ci si rafforza nella convinzione di essere macchine la cui durata dipende da un piano sociale. Le risultanze d'un paio di dozzine di studi attestano che questi esami non hanno alcuna influenza sull'andamento della mortalità e della morbilità. In realtà essi trasformano persone sane in pazienti angosciati, e i rischi per la salute che si accompagnano a queste campagne di diagnosi automatizzata sopravanzano i benefici teorici. Per ironia della sorte, i disturbi asintomatici gravi che si possono scoprire soltanto con questo tipo d'indagine sono spesso malattie inguaribili, nelle quali una cura precoce aggrava la condizione patologica del paziente.
Quando stai con una persona da 12 o 13 anni è un po come se il rapporto entrasse nelletà delladolescenza, senti il matrimonio una fatica, senti la fatica di portare giù i bidoni della spazzatura. Ma laccettazione di portare giù i bidoni della spazzatura è andare oltre. Perché il problema non è lì. Se non è lì allora è quella cosa che si supera, come ladolescenza appunto, ma devi dare il tempo anche allaltro di entrare in questa armonia. E allora devi cercare di starci dentro, ti può portare via soltanto un altro grande sentimento. Sennò rischi di scalpitare solo per scalpitare e quindi bruciare tutto.
[Giovanni Boccaccio] Contiene l'ammaestramento a usare l'intelligenza contro la fortuna, a saper cogliere l'occasione e a comportarsi audacemente, perché è meglio correre dei rischi che affondar nell'inerzia.
Si possono fare tutte le regole, sulla dimensione delle banche, sul capitale delle banche, sulle tasse per alimentare fondi contro i rischi di collasso delle banche. E anche per limitare la leva finanziaria o centralizzare o regolare il mercato dei derivati. È tutto necessario, ma non è ancora sufficiente, se permane la libertà, anzi l'anarchia, sui contratti derivati.
Mi viene spesso in mente Roberto Benigni che divulga Dante e suo padre analfabeta che lo insegnava a lui. Ovvero una cultura di pochi, strettamente legata all'identità nazionale, che diventa cultura di tutti. Cultura sicura: ho imparato dal mio amico Umberto Eco a combattere le fonti incontrollate della Rete. E anche le bugie. Quanti ragazzi hanno letto assurdità online sull'aereo che l'11 settembre non avrebbe mai colpito il Pentagono? La stessa Wikipedia ha compreso i grossi rischi dell'immissione incontrollata di paragrafi e voci, e ora presta più attenzione.
Eppure, penso che sia tuttora di grande significato politico e morale rammentare il valore insostituibile della libertà, bene supremo per ogni essere umano, precondizione per ogni democrazia, e penso sia lecito domandarsi se ancora oggi - sessantatré anni dopo la liberazione - la nostra libertà corra pericoli e sia davvero minacciata. La minaccia non viene di certo dalle ideologie antidemocratiche del secolo scorso, che sono ormai sepolte con il Novecento che le ha generate. I rischi per la nostra libertà sono oggi di tutt'altra natura. L'insidia maggiore viene dal diffuso e crescente relativismo culturale, dalla errata convinzione che libertà significhi assoluta pienezza di diritti e pressoché totale assenza di doveri e finanche di regole. La libertà è minacciata nello stesso momento in cui - come sta avvenendo per alcune questioni - nel suo nome si teorizza una presunta impossibilità di definire ciò che è giusto e ciò che non lo è.
La mafia è sì un'associazione criminale, è sì un problema di polizia e di ordine pubblico; ma non è soltanto questo. È un fenomeno assai più complesso, caratterizzato da una fittissima trama di relazioni con la società civile e con svariati segmenti delle istituzioni. Di qui un intreccio di interessi e un reticolo di alleanze, connivenze e collusioni che sempre hanno fatto della mafia un pericoloso fattore di possibile inquinamento della politica, dell'economia e della finanza (con tutti i rischi che ciò comporta per l'ordinato sviluppo di un sistema democratico). Considerare la mafia come un insieme di qualche centinaio di sbandati, pur violenti e feroci, è dunque riduttivo.
Non avevo idea dei rischi che correvo. Poi mi sono trovato con un piede nella tomba e sono stato salvato dalle terapie e dalle tecnologie che oggi la medicina ci mette a disposizione. Gli ultimi dodici anni sono stati un enorme regalo: avrei potuto non esserci, invece ho vissuto appieno, lavorato, avuto ancora tante soddisfazioni.
La grande paura che ho per quanto riguarda il risultato per l'America di queste rivelazioni [del caso Datagate] è che non cambierà nulla. [La gente] non è disposta a correre i rischi necessari per alzarsi e combattere per cambiare le cose. Nei prossimi mesi, negli anni a venire, le cose andranno solo peggiorando.
È da ingenui e in un certo senso presuntuoso pensare di avere il controllo del botteghino e sapere cosa piacerà alla gente. Ho visto film con tutte le carte in regola per sfondare, che poi quando uscivano non interessavano a nessuno. Fa parte della magia del cinema. Quindi, visto che non puoi sapere cosa succederà al botteghino, almeno devi scegliere quello che vuoi fare veramente, e non perché pensi che sarà un blockbuster o perché potresti vincere un Academy Award. Altrimenti rischi una delusione dietro l'altra.
Mia moglie era lieta di vivere nella casa che le donai fra le praterie del far west. Ho avuto molti nemici fra i Sioux. Avrei corso considerabili rischi incontrandoli.
La pianificazione della vita tiene conto di un 'pacchetto' di rischi piuttosto che calcolare le implicazioni di distinti segmenti di un comportamento rischioso. Prendere certi rischi nell'inseguimento di un dato stile di vita, in altre parole, e accettato per essere entro i confini dei 'limiti tollerabli' come parte del pacchetto complessivo.