Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perché è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.
Di qui a tre anni noi socialisti potremo celebrare il nostro giubileo. La data memorabile della pubblicazione del Manifesto dei comunisti (febbraio 1848) ci ricorda il nostro primo e sicuro ingresso nella storia. A quella data si riferisce ogni nostro giudizio ed ogni nostro apprezzamento su i progressi, che il proletariato è andato facendo in questo cinquantennio. A quella data si misura il corso della nuova era, la quale sboccia e sorge, anzi si sprigiona e sviluppa dall'era presente, per formazione a questa stessa intima ed immanente, e perciò in modo necessario e ineluttabile; quali che sian per essere le vicende varie e le successive fasi sue, per ora di certo imprevedibili.
Non dimentichiamoci mai, anche quando leggiamo le statistiche sui ritardi e sugli arretrati e sul numero dei giudizi pendenti , che dietro ogni giudizio cè una persona. E ricordiamoci che il rapporto che il singolo cittadino ha con la giustizia, il grado di fiducia del singolo cittadino nella giustizia, finisce con il coincidere con il grado di fiducia del cittadino nei confronti dello Stato.
[...] vedo tanti giocatori che hanno paura dei giudizi, così come io temevo quello di mio padre. Vedo gente spaventata che cerca di nascondersi, e mi ricordo di quando facevo cose pazze perché per la paura volevo scomparire dalla faccia della terra. Quando Becker disse che tutti mi odiavano, mi ferì tantissimo. Già ero insicuro, quelle parole furono una lama.
Una volta feci un esperimento di teatro off, così, senza troppe pretese, perché quando hai sedici anni ti butti, te lo chiedono, forse anche perché il tuo nome fa pop... La prima di questo spettacolo teatrale saltò per motivi di maltempo, e il giorno dopo uscì una critica ferocissima: ... "Entra sul palco con la sua voce da oca...". Ma io su quel palco non c'ero mai salita. E allora ti svegli alla mattina e dici: bene, allora vale tutto! Non posso misurare la mia vita, i miei progressi, la mia carriera, sul giudizio di questi qui.
È orribile perdere la ragione. Meglio morire. Di un morto si ha rispetto, si prega per lui. La morte rende tutti uguali. Ma un uomo, privo della ragione, non è più un uomo. La lingua non gli serve più, non governa le parole, diventa simile ad una bestia, si offre allo scherno generale, è alla mercé di tutti, sfugge il giudizio divino.
Un attore è totalmente vulnerabile. La sua totale personalità è esposta a giudizio critico... il suo intelletto, il suo portamento, la sua dizione, la sua intera apparizione. In breve, il suo ego.
Si è diventati vecchi quando ti svegli nel cuore della notte, una notte senza cuore e né capo né coda, diciamo alle tre e dieci del mattino, accendi la prima sigaretta e cominci a riempire l'annaffiatoio al lento rivolo del rubinetto del bagno di sotto, dove la pressione stamattina non potrebbe essere più bassa e più snervante l'attesa del pieno a filo del tettuccio, e vai avanti e indietro dieci volte dai vasi di geranio del balcone e dalle aiuole col gelsomino rampicante e la rosa e il cespuglio di trifoglio rosa incastonate nelle scale dell'entrata e i due pungitopo nelle giare calabre, e quando dopo un'ora di zelo riparatore guardi soddisfatto il tuo operato e fai per rientrare, senti un rumore strano alle tue spalle, come di denti del giudizio o monetine scroscianti su un tamburo, ti giri a bocca beante e in quell'istante è cominciato a piovere.
Non so se oggi la critica sia più attendibile; credo, tuttavia, che si possa tranquillamente prevedere che molti dei suoi giudizi domani conteranno di meno cosi come conterà poco tanta pittura a cui oggi concede i suoi favori.
Il teatro è una vera palestra. Come tutti quelli che fanno questo mestiere ho scoperto che si deve studiare e mettersi alla prova ogni giorno, sfidando il giudizio di un pubblico che paga.