La cultura del videogioco è una cosa importante da tenere in vita nei film perché siamo in una nuova era. L'idea che i bambini possono giocare con i videogiochi come Grand Theft Auto o qualsiasi altro videogioco è sorprendente. I videogiochi sono un passo avanti a un intero altro universo virtuale.
A volte la musica da film è fatta di una nota. Ci sono delle sequenze con quattro note: grandi musicisti hanno realizzato grandi sequenze così, e questo dimostra una grande arte, una grande perizia nella conoscenza dei suoni.
I miei personaggi dicono che essere incasinati va bene. La gente non deve necessariamente essere perfetta. Non deve essere intelligentissima. Non deve seguire le regole. Può divertirsi. La maggior parte dei film di oggi fa sentire la gente inadeguata. Io no.
All'epoca [negli anni' 70] si giravano tanti film che presentavano dei lati oscuri. Ora tutto è carino, leccato e buonista. Il pubblico ha anche voglia di film un po' più ambigui e maturi, non è così stupido come si vorrebbe che fosse.
Film come sogni, film come musica. Nessun'arte passa la nostra coscienza come il cinema, che va diretto alle nostre sensazioni, fino nel profondo, nelle stanze scure della nostra anima.
Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C'è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Forse è rosso. Ed entri in un altro mondo.
Il film è mio e ci metto tutti i conigli che voglio
Ho avuto incontri straordinari, come Visconti, burbero e dolcissimo. Come Herbert Ross, per cui ho fatto la Karsavina nel film Nijnsky. O come Peter Ustinov, con cui ho girato Le ballerine. E la Cederna, e Manzù. E il magnifico Eduardo. In un galà in suo onore, a Viareggio, interpretai Filumena Marturano, proprio il ruolo di Titina, e lui mi mandò un biglietto con su scritto: "ora posso chiamarti sorella". Ricordo il fascino e l'ironia di De Sica. Voleva affidarmi ne La vacanza il ruolo che poi fece la Bolkan. E rammento le estati con Montale, a Forte dei Marmi. Ci si trovava ogni giorno tra persone come Henry Moore, Marino Marini, Guttuso. Montale disegnava sempre: il mare, le Apuane... Usava tutto, dal vino al rossetto. Mi dedicò una bellissima poesia: La danzatrice stanca. No, io a settant'anni non mi sento affatto stanca. E sono quello che sono anche grazie a loro.