Ci sono gli eroi e ci sono anche i mostri, ma siamo quasi tutti comuni mortali, coinvolti in avvenimenti troppo feroci per noi. Forse alla fine di tutte queste lotte non erediteremo che le ceneri di una terra già bella.
Sul muto degli Eroi sepolto frale | Eterna splende di virtù la face. | Passa il Tempo, e la sventola coll'ale, | E più bella la rende e più vivace. | Corre a inchinarla la virtù rivale; | Alessandro alla tomba entro cui tace | L'ira d'Achille, e, maggior d'ogni antico, | Bonaparte all'avel di Federico.
Io ho un problema con gli eroi in generale: non mi piacciono. Non amo l'eroe buono, positivo, nemmeno quello mitologico che incarna in sé la morale, la giustezza della vita. Gli unici che mi piacciano sono i bambini perché sono inconsapevoli di esserlo e quindi possono "incarnare" un problema etico e nello stesso tempo risolverlo attraverso l'intuizione e il cuore.
L'arte è la suprema manifestazione della potenza dell'uomo; è concessa a rari eletti, e innalza l'eletto a un'altezza dove l'uomo è preso da vertigine ed è difficile conservare la sanità della mente. Nell'arte, come in ogni lotta, ci sono eroi che si dedicano interamente alla loro missione, e che periscono senza raggiungere la meta.
Gli eroi e gli scopritori hanno trovato il vero, più di quanto fosse prevedibile, solo quando si aspettavano e sognavano qualcosa di più di quanto sognato dai loro contemporanei.
Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione, e il peccato fu creder speciale una storia normale. Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo, sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo. E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa; siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.
Mi piacevano i western. I film di cow-boy mostrano una concezione molto sintetica della giustizia: da una parte i buoni, dall'altra i cattivi. Era semplicistica, ma per gli adolescenti era anche il miglior modo di identificarsi con gli eroi che si muovevano sullo schermo. A quell'età si ha bisogno di una realtà bicolore, tutto nero o tutto bianco.
Per essere ammessi in tv bisogna appartenere alla nuova specie televisiva creata negli anni berlusconiani, ma che va ancora di moda. La figura del paraculo, sì, scriva pure così, quello che non si schiera mai, che si mimetizza, che fa del qualunquismo una bandiera. [...] Nomi e cognomi, come faccio nello spettacolo. Bonolis che dichiara di non sentirsi né di destra né di sinistra, Fabio Volo che si vanta di essere qualunquista, Simona Ventura che si definisce equidistante, aggiungendo candidamente di aver lavorato a Mediaset inseguita dal pettegolezzo di essere l'amante di Galliani e di averlo lasciato credere. [...] Gene Gnocchi, Fiorello, Fabio Fazio, Baudo stesso. [...] Sono gli eroi dell'opportunismo tv, quelli con la maschera patinata. Lavorano rispettando la condizione di non disturbare, non accorgendosi che l'opportunismo è una forma di corruzione.
L'individuo tende ad evadere continuamente. Tende a disubbidire alle leggi, a non pagare i tributi, a non fare la guerra. Pochi sono coloro eroi o santi che sacrificano il proprio io sull'altare dello Stato. Tutti gli altri sono in stato di rivolta potenziale contro lo Stato.
Quando si dice che i giudici sono antropologicamente matti, diversi. Berlusconi dice una cosa vera. Perché bisogna essere matti come Falcone, Borsellino, Livatino, Chinnici e tanti altri eroi civili, per sacrificare la propria vita in nome della legalità. In questo i giudici sono diversi, per combattere la mafia hanno il coraggio di rischiare la vita. Spero che mi facciano giudice ad honorem, per condividere ed onorare questa diversità dei giudici.