A volte mi chiedo se mai cresceremo nella nostra politica dicendo cose precise che significano qualcosa, oppure se continueremo ad utilizzare generalizzazioni che tutti possono sottoscrivere, e che significano molto poco.
Non scriverò mai più un altro romanzo dopo questo: la mia sopportazione della gente comune si è esaurita. Ma continuerò senz'altro a scrivere. Non avverto il minimo declino delle mie facoltà.
Quando ho iniziato io per fortuna eravamo in pieno cantautorato ma io non trovavo nessuno che mi piaceva. Alla fine Alberto Testa mi ha detto "te le devi scrivere da sola le canzoni" e io ho fatto così.
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare.) Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.
È il punto centrale dei libri che cerco di scrivere: raccontare il passato ancora visibile per creare una connessione e un legame, anche per tentare di capire meglio ciò che sta succedendo.
[Alla domanda se fosse più interessante scrivere gialli o analizzare misteri] È molto più divertente e più facile la fantasia. Ti porta dove vuole lei. Tu scopri le cose man mano che vai avanti.
L'uomo che sa leggere parla cogli assenti, e si mantiene in vita gli estinti. Egli è in comunicazione con l'universo - non conosce la noia - viaggia - s'illude. Ma chi legge e non sa scrivere è un muto.
Sapete che scrivo lentamente. Questo accade soprattutto perché non sono mai soddisfatto finché non ho detto il più possibile in poche parole, e scrivere in breve costa molto più tempo che scrivere in lungo.
Chi scrive chiaro, sa scrivere [...] La semplicità - non solo nella lingua - è fatica invisibile, ma porta vantaggi evidenti. Quello che scrivete, e come lo scrivete, può cambiare la vostra vita.
La vecchia idea che se un compositore ha improvvisamente una grande idea deve sedersi tutta la notte per scrivere, è una sciocchezza. La notte è fatta per dormire.
Mi piace usare parole straniere, soprattutto inglesi, ma non voglio che rovinino la mia fatica di scrivere nel più bel giapponese possibile, bello da leggere.
[Tratta da un'intervista a LibriAlice del 27 febbraio 1998]