Di solito, quando si ha l'opportunità di interpretare storie che riguardano altri tempi, ti capita di rappresentare personaggi che vivono situazioni di pericolo in maniera esagerata: beh, questo dà la possibilità di imparare nuove cose su te stesso e sul periodo che si sta vivendo. Tutte le situazioni che trattano eroismo, infatti, alla fine hanno un comune denominatore: dire la verità. La verità va detta, anche se comporta costi personali o mette a repentaglio la propria reputazione.
Palermo è sontuosa e oscena. Palermo è come Nuova Delhi, con le reggie favolose dei maharajà e i corpi agonizzanti dei paria ai margini dei viali. Palermo è come Il Cairo, con la selva dei grattacieli e giardini in mezzo ai quali si insinuano putridi geroglifici di baracche. Palermo è come tutte le capitali di quei popoli che non riuscirono mai ad essere nazioni. A Palermo la corruzione è fisica, tangibile ed estetica: una bellissima donna, sfatta, gonfia di umori guasti, le unghie nere, e però egualmente, arcanamente bella. Palermo è la storia della Sicilia, tutte le viltà e tutti gli eroismi, le disperazioni, i furori, le sconfitte, le ribellioni. Palermo è la Spagna, i Mori, gli Svevi, gli Arabi, i Normanni, gli Angioini, non c'è altro luogo che sia Sicilia come Palermo, eppure Palermo non è amata dai siciliani. Gli occidentali dell'isola si assoggettano perché non possono altrimenti, si riconoscono sudditi ma non vorrebbero mai esserne cittadini. Gli orientali invece dicono addirittura di essere di un'altra razza: quelli sicani e noi invece siculi.
Alle opere veramente preziose si perviene soltanto tramite la mediazione di questo sforzo antieconomico (lo sport), i cui sublimi risultati sono: la creazione scientifica e artistica, l'eroismo politico e morale, la santità religiosa.
Conobbi un uomo che all'ora della sveglia balzava subito dal letto e faceva un bagno freddo. Ma questo eroismo non serviva a nulla perché, dopo il bagno, doveva saltare di nuovo dentro al letto per scaldarsi.
Bisogna rendersi conto che la mafia è un fenomeno terribilmente serio e grave, e che va combattuto non pretendendo l'eroismo di inermi cittadini, ma coinvolgendo nella lotta le forze migliori delle istituzioni.
Nel bel mezzo dei disordini degli spiriti vi sono due cose da evidenziare per rassicurare i cristiani deboli:
la Chiesa è ancora la sola istituzione in cui si sono rifugiati l'eroismo e la devozione.
il Cattolicesimo è ancora in grado di rinnovare i prodigi dei suoi primi secoli.
Forse io mi appassiono molto per un progetto senza consistenza. Ma a dire il vero più vedo agire contro di noi, più vorrei vedere noi stessi agire per la difesa della verità e del bene. È impossibile che una città così caritatevole come Parigi non si associ ad un genere di elemosina che è al più sacra di tutte, l'elemosina della verità.
[A Dominique Meynis, Parigi, 12 luglio 1845]
Nel piccolo italiano medio c'è una zona nobile, un soprassalto di dignità che non arriva all'eroismo ma che lo spinge ad agire, anche solo con una dimostrazione di affetto e di appoggio all'amico.
Mi appassiona il passato delle collettività, di noi italiani per esempio, il modo in cui i grandi avvenimenti ci hanno formato, come ci siamo rivelati sotto la spinta dei grandi avvenimenti: debolezze, viltà, eroismo, costanza, il comportamento dei romani sotto l'occupazione nazista, l'Italia liquefatta dell'8 settembre 1943, il boom degli anni Cinquanta, quella disperata energia.
Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo.